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Turismo

Capodanno: la tradizione dei dodici chicchi d’uva a tavola

Le tipicità del territorio protagoniste dall’antipasto al dolce del menu

Per il cenone di fine anno la spesa media delle famiglie pugliesi si attesterà intorno ai 130 euro anche se non mancano differenze significative con chi metterà in conto menù da 150 euro chi arriverà a 300 euro per una tavola senza rinunce e chi invece cercherà di contenere i costi restando tra 50 e 80 euro facendo i conti soprattutto con i rincari di pesce e dolci. È quanto emerge da una stima di Coldiretti Puglia, condotta nei mercati contadini, in vista della notte di San Silvestro, quando in media saranno 7 le persone riunite a tavola per il cenone nelle abitazioni proprie o di parenti e amici, mentre gli altri sceglieranno prevalentemente ristoranti e agriturismi, con circa 20mila presenze nelle masserie pugliesi, secondo le stime di Terranostra e Campagna Amica Puglia.

Sulle tavole festive resta forte la presenza del pesce a miglio zero, a partire da alici, vongole, anguille, capitone e seppie, secondo Coldiretti Pesca Puglia. Tuttavia, l'aumento dei prezzi spingerà qualcuno a rinunciare al pesce, puntando su piatti della tradizione come le cime di rapa stufate e i panzerotti fritti ripieni di mozzarella, pomodoro e formaggio o di ricotta forte. La frutta locale batte nettamente quella esotica, con una presenza dell'89% contro il 33%. Immancabile sulle tavole resta lo spumante, presente per oltre otto cittadini su dieci, pari all'84%, come sottolinea Coldiretti Puglia. Subito dopo arrivano le lenticchie, che figurano nell'85% dei menù, anche per il loro tradizionale valore simbolico legato alla fortuna. Nel 2025, la produzione pugliese di lenticchie ha raggiunto i 6mila quintali, con una forte richiesta per le lenticchie IGP di Altamura. A completare il piatto della tradizione, l'abbinamento con cotechino e zampone, consumati a fine anno con una quota rilevante della produzione nazionale, mentre cresce anche l'interesse per cotechini e zamponi artigianali. Tra i cibi portafortuna non mancano nemmeno i chicchi d'uva, presenti nel 45% delle tavole. Ne vengono consumati dodici, uno per ogni mese dell'anno. Secondo la tradizione devono essere "mangiati uno per uno, seguendo il ritmo dei dodici rintocchi di campana che segnano la mezzanotte del 31 dicembre. E se si riesce a mangiare tutta l'uva in tempo, seguirà un anno pieno di fortuna e prosperità." Di buon auspicio anche per il melograno, simbolo di protezione e difesa dalle difficoltà del nuovo anno. Nel complesso, però, prevale la scelta di un menù tricolore, spesso a chilometri zero, con le tradizioni locali protagoniste dall'antipasto al dolce.
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