
Archeologia
Canosa: Primo cantiere di archeologia pubblica
Aperto gratuitamente alla formazione attiva degli studenti di un liceo classico, indirizzo beni culturali
Canosa - venerdì 11 marzo 2022
23.46
Il Museo dei Vescovi "Mons. Francesco Minerva" di Canosa di Puglia, a seguito dell'aggiudicazione di un importante bando di finanziamento pubblico regionale, atto alla riconversione di alcuni vani sotterranei e restauro di alcuni ambienti museali, ha avviato un importante progetto di formazione e di collaborazione attiva, con l'indirizzo classico Beni Culturali (CLABEC) del Liceo "Enrico Fermi" di Canosa di Puglia. Questo progetto consiste nel coinvolgere, durante le ore di lezione e in maniera del tutto gratuita, gli alunni del primo ed unico corso di Beni Culturali sopracitato, in una campagna attiva e preventiva di scavo archeologico pubblico, all'interno dei vani sotterranei del sopracitato Museo. Fautori del progetto sono stati la Direzione del Museo (Mons. Felice Bacco), la Diocesi di Andria (S.Ecc. Rev.ma Mons. Luigi Mansi), il Curatore Sandro Giuseppe Sardella, la Coop. OmniArte.it-Servizi per la Cultura (gestori del Museo) in collaborazione con la Presidenza della scuola, il Professore. Gerardo Totaro e il professore Ruggero Lombardi, in qualità anche di archeologo co responsabile, con la curatela, del lavoro di scavo.
Entusiasticamente, la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio (Sabap) nella persona del Dottor Italo Muntoni ha concesso, in via del tutto straordinaria, la partecipazione attiva di alunni così giovani nelle attività dirette di scavo, cosa solitamente permessa a studenti degli indirizzi umanistici e di specializzazione universitari. I progettisti e responsabili della sicurezza architetti Giuseppe Matarrese e Loredana Lenoci, in sinergia con la sopracitata Soprintendenza hanno valutato e messo in atto tutte le misure preventive alla sicurezza sul lavoro, di fatto permettendo qualcosa di unico e di straordinario, facendo entrare nel vivo quello che è stato inizialmente un progetto entusiastico. Sotto la tutela e vigilanza dei dottori Ruggero Lombardi e Sandro Sardella, da alcuni giorni è iniziata questa esperienza altamente formativa e professionale, atta a permettere una sempre maggiore conoscenza del territorio alle giovani generazioni e ad indirizzare verso un corretto piano di studi, formativo universitario e quindi, lavorativo.
Il Museo, situato in una delle città della Puglia con maggiori evidenze archeologiche, Canosa di Puglia e a pochi passi dalla bizantina Cattedrale di San Sabino (il Museo dipende dalla Cattedrale e dalla Diocesi di Andria), collocato nell'ottocentesco palazzo Fracchiolla Minerva in pieno centro ottocentesco, ha rivelato importanti sottostrutture, rinvenute a seguito dei lavori preventivi di sollevamento parziale della pavimentazione sottostante e portati alla luce direttamente dai partecipanti a questa esperienza formativa. Si tratta di ambienti, apparentemente collegati fra di loro e collegabili ad edifici produttivi, limitrofi all'antica valle forense di epoca romana e alla collina delle domus signorili, Colle Montescupolo. Dai dati, ancora parziali, sembrerebbe che il sito abbia una datazione alto imperiale, tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C., per via dell'analisi di alcuni reperti rinvenuti. La Soprintendenza ha richiesto maggiori approfondimenti e verifiche da effettuarsi, ritenendo il sito di interesse e integrabile con la conversione di questi vani a sala convegni ed espositive proprio della ricca collezione archeologica del Museo.
Partner di questa importante attività di alta formazione è la Fondazione Archeologica Canosina, realità trentennale, votata alla tutela e valorizzazione dell'immenso patrimonio archeologico di Canosa. La campagna di sorveglianza e approfondimenti archeologici in collaborazione con gli allievi è ancora in atto e si sta valutando una proroga con la Presidenza dell'Istituto Fermi, per garantire la partecipazione ad ulteriori fasi del lavoro ai partecipanti, considerata l'inaspettata importanza del rinvenimento. Si comprenderanno così le fasi di rilievo e campionatura dei reperti, di fatto completando tutti i processi che caratterizzano un lavoro di sorveglianza e scavo ufficiale archeologico in un contesto pubblico.
Foto a cura di Savino Mazzarella
Entusiasticamente, la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio (Sabap) nella persona del Dottor Italo Muntoni ha concesso, in via del tutto straordinaria, la partecipazione attiva di alunni così giovani nelle attività dirette di scavo, cosa solitamente permessa a studenti degli indirizzi umanistici e di specializzazione universitari. I progettisti e responsabili della sicurezza architetti Giuseppe Matarrese e Loredana Lenoci, in sinergia con la sopracitata Soprintendenza hanno valutato e messo in atto tutte le misure preventive alla sicurezza sul lavoro, di fatto permettendo qualcosa di unico e di straordinario, facendo entrare nel vivo quello che è stato inizialmente un progetto entusiastico. Sotto la tutela e vigilanza dei dottori Ruggero Lombardi e Sandro Sardella, da alcuni giorni è iniziata questa esperienza altamente formativa e professionale, atta a permettere una sempre maggiore conoscenza del territorio alle giovani generazioni e ad indirizzare verso un corretto piano di studi, formativo universitario e quindi, lavorativo.
Il Museo, situato in una delle città della Puglia con maggiori evidenze archeologiche, Canosa di Puglia e a pochi passi dalla bizantina Cattedrale di San Sabino (il Museo dipende dalla Cattedrale e dalla Diocesi di Andria), collocato nell'ottocentesco palazzo Fracchiolla Minerva in pieno centro ottocentesco, ha rivelato importanti sottostrutture, rinvenute a seguito dei lavori preventivi di sollevamento parziale della pavimentazione sottostante e portati alla luce direttamente dai partecipanti a questa esperienza formativa. Si tratta di ambienti, apparentemente collegati fra di loro e collegabili ad edifici produttivi, limitrofi all'antica valle forense di epoca romana e alla collina delle domus signorili, Colle Montescupolo. Dai dati, ancora parziali, sembrerebbe che il sito abbia una datazione alto imperiale, tra il I secolo a.C. e il I secolo d.C., per via dell'analisi di alcuni reperti rinvenuti. La Soprintendenza ha richiesto maggiori approfondimenti e verifiche da effettuarsi, ritenendo il sito di interesse e integrabile con la conversione di questi vani a sala convegni ed espositive proprio della ricca collezione archeologica del Museo.
Partner di questa importante attività di alta formazione è la Fondazione Archeologica Canosina, realità trentennale, votata alla tutela e valorizzazione dell'immenso patrimonio archeologico di Canosa. La campagna di sorveglianza e approfondimenti archeologici in collaborazione con gli allievi è ancora in atto e si sta valutando una proroga con la Presidenza dell'Istituto Fermi, per garantire la partecipazione ad ulteriori fasi del lavoro ai partecipanti, considerata l'inaspettata importanza del rinvenimento. Si comprenderanno così le fasi di rilievo e campionatura dei reperti, di fatto completando tutti i processi che caratterizzano un lavoro di sorveglianza e scavo ufficiale archeologico in un contesto pubblico.
Foto a cura di Savino Mazzarella