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A San Martino ogni mosto diventa vino

In Puglia si stappa il "Novello"

A San Martino il Novello non può mancare sulle tavole pugliesi, un vino "per tanti fatto da pochi" con una stima di circa 150mila bottiglie prodotte, per un giro d'affari di 900mila euro, giovane, leggero e piacevole da bere, il Novello resta un appuntamento stagionale immancabile. Lo ricorda Coldiretti Puglia, sottolineando che, in occasione della festa di San Martino, tornano le tradizionali caldarroste accompagnate dal vino novello, il cui "déblocage" è scattato quest'anno il 30 ottobre, in anticipo sul francese Beaujolais nouveau. Il vino novello si abbina perfettamente ai sapori autunnali e trova spazio soprattutto nelle fiere e nelle sagre di stagione, in un anno complicato per il settore vitivinicolo, segnato dal rincaro dei costi di produzione.

Per legge, un vino può essere definito "Novello" solo se almeno il 30% delle uve è vinificato con la tecnica della macerazione carbonica, mentre il restante 70% può seguire il metodo tradizionale. Il risultato è un vino dal profumo intenso e dal gusto morbido, con una gradazione che oscilla tra 11 e 12 gradi, frutto del metodo di vinificazione ideato dal ricercatore francese Flanzy, basato sulla fermentazione di grappoli interi che vengono poi pressati dopo circa dieci giorni.

Negli ultimi decenni la produzione di Novello è in calo, colpa – evidenzia Coldiretti Puglia – di più fattori, dai costi di produzione più alti (circa il 20% in più rispetto alle tecniche tradizionali) alla scarsa conservabilità, che ne raccomanda il consumo entro sei mesi, fino al fatto che molti vitigni un tempo destinati al Novello oggi vengono impiegati per vini giovani da aperitivo, più longevi e facili da gestire.

Il Novello nasce in Francia, nella zona del Beaujolais, dove i vignaioli utilizzavano le uve Gamay della Borgogna meridionale per produrre il celebre Beaujolais nouveau. In Italia, invece, la produzione ha sempre puntato su uve Doc e Igt, raggiungendo in passato un picco di 17 milioni di bottiglie e stabilizzandosi oggi su circa 3,5 milioni.

Un vino "spremuto e bevuto" – come lo definisce Coldiretti – da godere giovane, fresco e sincero. E come vuole la tradizione, il suo momento è l'11 novembre, giorno di San Martino, quando i contadini tirano le somme di un anno di lavoro e brindano alla chiusura della stagione dei raccolti.
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