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Stop ai Mega impianti Eolici?

Aperto a Canosa il dibattito sul piano di insediamento dei "campi eolici". Molto comune, ad esempio, è il caso di sistemi ibridi eolico - fotovoltaici.


In questi questi giorni, nella nostra città, si sta aprendo un serio dibattito sul piano di insediamento dei "campi eolici". Portiamo il nostro contributo con una serie di riflessioni in merito a questi progetti.

Oggi il mercato italiano degli impianti eolici di piccola taglia (fino a qualche decina di kW) si presenta ancora piuttosto limitato. Diversa è la situazione negli Stati Uniti, dove tale tecnologia sta andando incontro a uno sviluppo sorprendente. Gli impianti eolici di piccola potenza oggi installati in Italia sono utilizzati, in gran parte, per l'alimentazione di utenze autonome, in località non raggiunte dalla rete elettrica, con l'ausilio di un accumulo a batterie e, in alcuni casi, accoppiati ad altre fonti di energia.

Molto comune, ad esempio, è il caso di sistemi ibridi eolico - fotovoltaici. La scelta di un siffatto sistema, denominato sistema "ibrido", è particolarmente felice, data la quasi perfetta complementarietà delle due fonti (quando non c'è sole, c'è vento e viceversa!). Si può ridurre, in tal modo, l'aleatorietà della disponibilità energetica, necessitando così di un sistema di accumulo di taglia ridotta. I sistemi eolici di piccola taglia presentano numerosi lati positivi: innanzitutto la notevole disponibilità di siti utilizzabili, poiché tali impianti occupano uno spazio ristretto e non necessitano di apposite infrastrutture per la loro installazione, l'impatto sul territorio di questi impianti è molto contenuto e si ha, inoltre, una bassa velocità di "cut in" (velocità del vento alla quale il generatore comincia a produrre energia elettrica), e il loro impiego è perciò proficuo anche in siti a regimi di vento medi o bassi.

Le turbine che oggi si impiegano per qualche kW di potenza sono del tipo ad asse di rotazione orizzontale. In alcuni casi, però, può risultare interessante l'utilizzo di macchine ad asse verticale. Su questo argomento, il Dipartimento di Meccanica e Aeronautica dell'Università di Roma "La Sapienza" ha recentemente investigato l'inserimento di piccole turbine eoliche ad asse verticale in ambito urbano.
Le turbine ad asse verticale sono caratterizzate da un basso livello di emissioni sonore, inoltre presentano una maggiore elasticità rispetto alle variazioni della velocità del vento. Il vento è intercettato, infatti, indipendentemente dalla direzione di provenienza, senza bisogno di un apposito sistema di orientamento del rotore.
Una terza caratteristica positiva, è il loro basso impatto visivo; questa limitata intrusione è legata soprattutto alla forma del rotore che, presentando uno sviluppo verticale, risulta ricorrente in architettura (i camini ne sono un tipico esempio) e costituisce, perciò, un elemento familiare alla vista e non dissonante con il paesaggio preesistente. Il rovescio della medaglia è il costo di queste turbine ad asse verticale, che oggi, per ragioni di tecnologia avanzata e mercato limitato, appare sicuramente sopra la media.
L'aspetto normativo è, fuori di dubbio, quello più arretrato nel nostro Paese, per quanto riguarda gli impianti eolici di piccola taglia. Fino ad oggi, infatti, il concetto di piccolo impianto non è quasi mai stato contemplato nelle normative sull'eolico a livello nazionale o regionale. I problemi aperti sono di due tipi: le autorizzazioni per la costruzione dell'impianto e la disciplina del suo collegamento alla rete elettrica preesistente.
In Italia parlare di "impianti eolici" significa implicitamente pensare ad enormi centrali di potenza con torri alte da 40 a 60 m. Non è possibile allora pensare ad una diffusione degli impianti mini-eolici sul territorio, senza prevedere lo sviluppo di procedure ad hoc, che tengano conto delle innegabili differenze rispetto alle grandi centrali.
Ci troviamo di fronte ad un vuoto normativo, che alcune Amministrazioni più virtuose stanno cercando di colmare con specifici provvedimenti. Esemplare è il caso della Toscana, che con la recentissima Legge Regionale sull'Energia, ha finalmente introdotto il tema dei piccoli impianti eolici. Il caso della Regione Toscana dimostra che comportamenti virtuosi e innovativi sono possibili. Chissà che i vuoti normativi a livello nazionale non possano essere riempiti da iniziative locali coraggiose di questo genere.

Mentre in tutta la Puglia si discute, ed anche nella nostra città si discute di mega impianti che, vista la mole degli investimenti necessari, sono accessibili solo alle multinazionali del settore, nessuno pensa a normare lo sviluppo di questi mini impianti utili alla gran parte della popolazione. Che ci convenga aspettare prima di progettare impianti di grandi dimensioni? Ogge occorre una approfondita riflessione !
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