2019 Funerali V.B. CC Mario Cerciello Rega
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Cronaca

Siamo pagati per servire, non per morire

Uccio Persia, segretario generale del COISP di Bari interviene con una nota

La Polizia di Stato tutta, in questi giorni, si stringe al dolore che ha colpito l'Arma dei Carabinieri per la tragica morte del 35enne Mario Rega Cerciello. Ucciso nell'adempimento del dovere con otto coltellate. Una violenza inaudita che grida giustizia. "Siamo pagati per servire, non per morire" dichiara Uccio Persia, massimo esponente del Sindacato di Polizia COISP sul territorio di Bari e provincia. "Ormai è una prassi comune e vergognosamente accettata da tanti, il fatto che un uomo dello Stato, nell'esercizio delle sue mansioni di garantire sicurezza subisca un'aggressione. Molti lo danno per scontato ed alcuni lo chiamano 'rischio del mestiere'. Noi poliziotti non ci stiamo più a fare statistica. E' una vera e propria escalation che attesta a 76 episodi di violenza subiti da inizio giugno, più di un'aggressione al giorno, con più di 139 feriti. Il dato è pressoché allarmante e passa nell'indifferenza totale dell'opinione pubblica e di una parte della politica che sembra molto più interessata ad attaccare, svilire, sminuire, il tentativo di ridare il giusto peso e autorità a chi ha il compito di garantire la sicurezza dei cittadini. Passa spesso un'informazione distorta. Circolano in rete video che registrano l'atto finale del poliziotto, del carabiniere che, per reagire ad una violenza fa uso della forza. Nessuno ha voglia di chiedersi cosa sia accaduto prima. Polizia violenta, Polizia prepotente: ormai sono slogan comuni di quelli che vorrebbero un Paese nel caos. Inviterei volentieri questa gente a farsi un giro per le stazioni ferroviarie delle grandi città o per Bari, Piazza Umberto, pieno centro, dove sostano quotidianamente personaggi che non hanno nulla da perdere e sarebbero capaci di uccidere per una manciata di euro. Contro l'illegalità è una lotta impari. Le leggi ci sono ma sono difficilmente applicabili alla realtà, che vede una tutela assoluta per chi commette reati a scapito di chi li subisce, comprese le Forze dell'Ordine. Mi chiedo chi di voi sarebbe disposto a salire su un ring per battersi con un avversario che non ha regole? E' un match perso in partenza e guai a non porre attenzione alla proporzione, al calcolo dell'intensità, della forza con cui si cerca di immobilizzare il delinquente. Ogni volta che un uomo delle Forze dell'Ordine interviene deve mettere in conto che probabilmente dovrà poi ricorrere ad un avvocato per tutelare il proprio operato. Penso che questo sia assurdo per chiunque abbia un po' di buon senso".

"Abbiamo ricevuto notizia che nei giorni scorsi a Canosa di Puglia," - prosegue il segretario generale del COISP di Bari Uccio Persia - "una pattuglia della Polizia di Stato, mentre inseguiva il presunto autore di un tentato furto, questi pur di sottrarsi al controllo degli operatori non ha esitato a speronare l'auto di servizio danneggiandola. I fatti si svolgevano sotto gli occhi dei passanti. Gli operanti riuscivano con grande professionalità e non poca difficoltà a bloccare il giovane nei pressi della propria abitazione, a quel punto i poliziotti venivano ostacolati nel portare a termine l'intervento, a causa dell'arrivo di familiari ed amici dell'individuo inseguito; nello specifico, il padre del fermato dopo essersi armato di una falce e di un'ascia, minacciava di morte gli agenti e si si scagliava contro uno di essi, con il chiaro intento di ferirlo ed impedire che lo stesso adempiesse al proprio dovere. L'agente riusciva, fortunatamente, a schivare il fendente, evitando un ulteriore possibile tragedia. Non essendoci la possibilità di ricevere l'ausilio di altri colleghi nell'immediatezza, in quanto sul territorio non erano presenti altre pattuglie delle forze dell'ordine, gli operanti, desistevano dal procedere al fermo del giovane che nel frattempo, con la complicità dei parenti e di gente del vicinato, si era dato alla fuga. Gli agenti, a questo punto, data la situazione critica, erano costretti ad abbandonare il luogo per tutelare la propria incolumità. Alla luce dei fatti narrati viene da chiedersi se la gente che ha usato violenza e ostacolato l'azione degli uomini dello Stato che svolgevano il proprio lavoro, siano gli stessi che percepiscono dallo stesso Stato il Reddito di Cittadinanza. E ora di dire basta! Non ci stiamo più a questo gioco al massacro, nel silenzio di tutti. Nei prossimi giorni è intenzione di questa segreteria inviare una nota dettagliata degli accadimenti alla Segreteria Nazionale COISP e al Sig. Questore Bari Dr. Giuseppe Bisogno, quale Autorità Provinciale di Pubblica Sicurezza, affinché siano messe in atto le strategie operative necessarie".

Il segretario generale del COISP di Bari Uccio Persia conclude : "Gli operatori di Polizia necessitano di strumenti normativi, di protocolli di intervento chiari e di adeguato equipaggiamento. Uno strumento efficace sarebbe sicuramente il 'Taser', tra l'altro, ancora in fase di sperimentazione, che eviterebbe il contatto fisico durante gli interventi in cui l'aggressore risultasse armato o in possesso di coltelli o oggetti di uguale livello di pericolosità. Tutti gli operatori durante il controllo del territorio dovrebbero essere dotati di giubbotti antitaglio sottocamicia. Chiaramente, oltre agli strumenti suddetti, bisognerebbe lavorare sugli organici, attualmente esigui e con un personale che ha un'età media che si avvicina ai 50 anni di età: l'unica soluzione è l'assunzione di nuovo personale".
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