Violenza di genere
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Regione Puglia: nuova strategia contro la violenza di genere

Prevenzione, responsabilità e comunità al centro dell’azione pubblica

La violenza di genere è un fenomeno complesso, radicato nelle relazioni affettive, nei ruoli familiari e negli stereotipi culturali che ancora oggi strutturano la società. Non si tratta solo di un'emergenza da tamponare: è una realtà quotidiana che interroga profondamente le istituzioni, la cultura, le comunità. Per questo il dipartimento Welfare della Regione Puglia ha scelto di adottare una strategia integrata, generativa e strutturale, che supera la logica dei singoli progetti per costruire una rete stabile, coordinata e qualificata di servizi e azioni, capace di rispondere sia ai bisogni di protezione immediata sia alle esigenze di trasformazione culturale a lungo termine. Con uno stanziamento complessivo di oltre 5 milioni di euro, il dipartimento Welfare regionale rilancia la propria azione a favore della prevenzione e del contrasto della violenza sulle donne, consolidando le attività dei Centri Antiviolenza (CAV), sostenendo i costi delle case di emergenza e delle case rifugio e rafforzando lo strumento della dote per l'empowerment e l'autonomia.

Tra gli interventi innovativi, invece, particolare rilevanza assumono la realizzazione sperimentale di due case rifugio ad integrazione sociosanitaria per l'accoglienza di donne con problematiche legate alla tossicodipendenza o con disturbi psichici ed il potenziamento dei servizi offerti dalle case rifugio esistenti con particolare attenzione ad attività socio educative per i minori, interventi a sostegno della relazione madre/figlia/o nonché orientamento e supporto alla ricerca attiva di lavoro, in raccordo con i centri per l'impiego.

In considerazione degli esiti del monitoraggio realizzato annualmente sui servizi antiviolenza, si è altresì programmato di potenziare gli interventi per favorire l'autonomia abitativa. Il target sarà quello delle donne prese in carico dai Centri antiviolenza e/o dimesse dalle case rifugio che non dispongono di un alloggio o il cui alloggio è divenuto impraticabile per ragioni di sicurezza personale e che potranno essere accolte in alloggi messi a disposizione dall'Agenzia Regionale per la Casa e l'Abitare. L'intervento, reso possibile grazie alla collaborazione con ARCA, avrà natura sperimentale, nell'ottica di verificarne gli esiti ai fini di un suo consolidamento.

Ai 5 milioni si aggiungono infine oltre 338 mila euro provenienti dal Fondo per le politiche relative ai diritti e alle pari opportunità destinati specificamente al rafforzamento dei CUAV, che rappresentano oggi un tassello fondamentale del sistema antiviolenza. È qui che si prova a interrompere la spirale della violenza agendo sul comportamento dell'uomo maltrattante, con l'obiettivo di renderlo consapevole, responsabile, e - quando possibile - di accompagnarlo in un percorso di cambiamento reale.

Nel 2024 i Centri CUAV pugliesi hanno registrato quasi 300 accessi, circa il doppio rispetto all'anno precedente.

Proprio per questo, il lavoro dei CUAV è prezioso: perché si colloca in quel territorio di confine in cui si può ancora intervenire prima che la violenza si ripeta, prima che diventi tragedia.

"La violenza di genere non è solo un fatto privato, ma una questione pubblica che ci riguarda tutti. Dobbiamo proteggere le donne, ma anche lavorare sulle radici culturali della violenza. I CUAV sono strumenti delicati ma potentissimi: aiutano gli uomini a guardarsi allo specchio, a capire cosa stanno facendo, a cambiare. È una delle sfide più difficili ma anche più civili che una regione possa affrontare." - Dichiara Michele Emiliano, Presidente della Regione Puglia.

L'impianto strategico della Regione Puglia è basato sulla connessione tra tutti gli attori della rete antiviolenza: centri per donne, case rifugio, ambiti sociali, magistratura, scuole, sanità, associazioni, consultori, e CUAV.

"Non si può parlare di prevenzione se non si lavora su chi commette violenza. Ma attenzione: questo non significa spostare il focus dalle vittime. Significa agire in modo sistemico, coinvolgere tutti i soggetti della rete, educare al rispetto e promuovere relazioni libere dalla paura. La Regione Puglia non si limita a finanziare, ma prende posizione culturale." - Sottolinea Ruggiero Mennea, Consigliere delegato al Welfare della Regione Puglia.

In questo scenario, il tema centrale resta quello della responsabilità: dell'autore di violenza, che deve essere chiamato a riconoscere e riparare; delle istituzioni, che devono garantire percorsi sicuri e qualificati; delle comunità, che devono abbandonare l'omertà e promuovere nuovi modelli educativi.

"Le azioni previste comprendono consolidamento e potenziamento dei CAV, dei CUAV, delle case di emergenza e delle case rifugio, anche con ampliamento degli orari, inserimento di nuove figure professionali e maggiore presenza sui territori; formazione e supervisione professionale delle equipe, per garantire la qualità e la coerenza degli interventi; monitoraggio e raccolta dati per valutare impatto, efficacia e bisogni emergenti; campagne di comunicazione e sensibilizzazione, rivolte soprattutto agli uomini e ai giovani, per promuovere modelli relazionali alternativi alla violenza; sostegno legale alle vittime, con un contributo concreto per le spese nei percorsi giudiziari; accompagnamento concreto nei percorsi di empowerment ed autonomia, anche abitativa; " - Afferma Valentina Romano, Direttrice del Dipartimento Welfare della Regione Puglia. In un contesto sociale in cui la violenza sulle donne continua a manifestarsi in forme drammatiche e pervasive, la Regione riafferma il proprio impegno a costruire sistemi stabili, inclusivi e territorialmente integrati, capaci di promuovere il cambiamento culturale, rafforzare la prevenzione, accompagnare gli autori verso la responsabilità, e garantire protezione e sostegno alle vittime.
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