
Territorio
Puglia: Fari accesi sulla strategia ‘al ribasso’ dei prezzi dell’olio
Servono regole più forti per fermare speculazioni
Puglia - mercoledì 12 novembre 2025
15.41
Fari accesi in Puglia sulla strategia 'al ribasso' dei prezzi dell'olio che in 1 anno sono scesi del 27%, con le frodi che si scoprono sempre troppo tardi, per cui servono regole più forti per evitare che le speculazioni prendano forma e tolgano valore al settore. A denunciare lo scenario speculativo che sta interessando il mondo dell'olio è Coldiretti Puglia, quando la campagna olivicola – olearia è appena iniziata, per cui servono misure di rafforzamento dei sistemi di tracciabilità e controllo, anche in considerazione dei gravi squilibri produttivi e dell'aumento dei prezzi internazionali dell'olio extravergine d'oliva che hanno caratterizzato l'ultimo anno.
Tutto il bacino del Mediterraneo registra un aumento di produzione – insiste Coldiretti Puglia – che ha aperto la strada a manovre speculative che si registrano ogni anno, come nel caso della cosiddetta speculazione Borges, con olio tunisino rimesso sul mercato come prodotto spagnolo per oltre 200 milioni di euro. L'Italia, pur essendo l'unico Paese dotato di un sistema di tracciabilità completo per l'olio, resta scoperta sul fronte delle olive, per le quali non esiste ancora un obbligo di registrazione dei movimenti abbinato al fascicolo aziendale del produttore. Da qui la proposta di estendere il Sian a livello europeo, per garantire controlli omogenei e in tempo reale su tutta la filiera.
Altro punto critico riguarda il 'traffico di perfezionamento attivo', che consente importazioni agevolate di olio proprio durante la raccolta nazionale. "Non si capisce perché si debba importare quando ancora non si conosce il livello della produzione interna perché posticipare l'inizio delle importazioni sarebbe una misura di buon senso per evitare distorsioni di mercato", incalza Alfonso Cavallo, presidente di Coldiretti Puglia, nel proporre "di introdurre il documento di trasporto elettronico per le olive, come previsto dalla legge 206/2023 sulla tracciabilità, e di ridurre i tempi di classificazione degli oli per garantire maggiore trasparenza".
"Le speculazioni in campagna vanno stanate anche sui banchi di vendita al consumo. In una bottiglia di olio venduta sugli scaffali della grande distribuzione anche a 5 euro è impossibile sia contenuto olio extravergine di oliva perché con quei prezzi non si coprono neanche i costi di produzione. L'olio extravergine di oliva made in Italy non può essere venduto da 8-9 euro al litro in su", aggiunge Pietro Piccioni, direttore di Coldiretti Puglia, nel sottolineare che "bisogna guardare con più attenzione le etichette, acquistare oli sulla cui etichetta è esplicitamente indicato che siano stati ottenuti al 100 per 100 da olive italiane e che sia indicata la campagna di raccolta o di acquistare direttamente da aziende olivicole e frantoiani che fanno della tracciabilità il fiore all'occhiello aziendale".
Coldiretti e UNAPROL richiamano infine l'attenzione sul ruolo strategico dell'olivicoltura italiana, che garantisce 50 milioni di giornate lavorative e presidia aree interne e difficili del Paese. È un settore che vale non solo per il mercato ma per la tenuta sociale dei territori. Va protetto da chi vuole sfruttare il marchio Italia senza rispettarne le regole. Pur essendo oggi il terzo produttore mondiale, l'Italia mantiene una leadership qualitativa grazie alle oltre 500 varietà autoctone e a una capacità produttiva che nessun altro Paese può eguagliare senza costi aggiuntivi, ma per difendere questo immenso valore servono controlli europei più stringenti, tracciabilità completa e regole che premino la qualità e non la speculazione.
Ma c'è poca chiarezza anche nei ristoranti dove andrebbero fatte rispettare le normative vigenti in una situazione in cui nei locali – conclude Coldiretti Puglia – è fuorilegge 1 contenitore di olio su 4 (22%) che non rispetta l'obbligo del tappo antirabbocco, entrato in vigore con la Legge 30 Ottobre 2014, n. 161 che prevede anche sanzioni e la confisca del prodotto.
LE VOCI DI COSTO DI UNA BOTTIGLIA DI OLIO (al netto di ammortamento, margine azienda, trasporto):
BOTTIGLIA da 0,75: 0,65 euro + IVA per bottiglia basica in vetro;
TAPPO: 0,15 euro + Iva il tappo antirabbocco;
ETICHETTA: 0,40 euro in su;
IMBOTTIGLIAMENTO: 0,50 euro a bottiglia;
PREZZO OLIO EVO: minimo euro 8,00 all'ingrosso.
Tutto il bacino del Mediterraneo registra un aumento di produzione – insiste Coldiretti Puglia – che ha aperto la strada a manovre speculative che si registrano ogni anno, come nel caso della cosiddetta speculazione Borges, con olio tunisino rimesso sul mercato come prodotto spagnolo per oltre 200 milioni di euro. L'Italia, pur essendo l'unico Paese dotato di un sistema di tracciabilità completo per l'olio, resta scoperta sul fronte delle olive, per le quali non esiste ancora un obbligo di registrazione dei movimenti abbinato al fascicolo aziendale del produttore. Da qui la proposta di estendere il Sian a livello europeo, per garantire controlli omogenei e in tempo reale su tutta la filiera.
Altro punto critico riguarda il 'traffico di perfezionamento attivo', che consente importazioni agevolate di olio proprio durante la raccolta nazionale. "Non si capisce perché si debba importare quando ancora non si conosce il livello della produzione interna perché posticipare l'inizio delle importazioni sarebbe una misura di buon senso per evitare distorsioni di mercato", incalza Alfonso Cavallo, presidente di Coldiretti Puglia, nel proporre "di introdurre il documento di trasporto elettronico per le olive, come previsto dalla legge 206/2023 sulla tracciabilità, e di ridurre i tempi di classificazione degli oli per garantire maggiore trasparenza".
"Le speculazioni in campagna vanno stanate anche sui banchi di vendita al consumo. In una bottiglia di olio venduta sugli scaffali della grande distribuzione anche a 5 euro è impossibile sia contenuto olio extravergine di oliva perché con quei prezzi non si coprono neanche i costi di produzione. L'olio extravergine di oliva made in Italy non può essere venduto da 8-9 euro al litro in su", aggiunge Pietro Piccioni, direttore di Coldiretti Puglia, nel sottolineare che "bisogna guardare con più attenzione le etichette, acquistare oli sulla cui etichetta è esplicitamente indicato che siano stati ottenuti al 100 per 100 da olive italiane e che sia indicata la campagna di raccolta o di acquistare direttamente da aziende olivicole e frantoiani che fanno della tracciabilità il fiore all'occhiello aziendale".
Coldiretti e UNAPROL richiamano infine l'attenzione sul ruolo strategico dell'olivicoltura italiana, che garantisce 50 milioni di giornate lavorative e presidia aree interne e difficili del Paese. È un settore che vale non solo per il mercato ma per la tenuta sociale dei territori. Va protetto da chi vuole sfruttare il marchio Italia senza rispettarne le regole. Pur essendo oggi il terzo produttore mondiale, l'Italia mantiene una leadership qualitativa grazie alle oltre 500 varietà autoctone e a una capacità produttiva che nessun altro Paese può eguagliare senza costi aggiuntivi, ma per difendere questo immenso valore servono controlli europei più stringenti, tracciabilità completa e regole che premino la qualità e non la speculazione.
Ma c'è poca chiarezza anche nei ristoranti dove andrebbero fatte rispettare le normative vigenti in una situazione in cui nei locali – conclude Coldiretti Puglia – è fuorilegge 1 contenitore di olio su 4 (22%) che non rispetta l'obbligo del tappo antirabbocco, entrato in vigore con la Legge 30 Ottobre 2014, n. 161 che prevede anche sanzioni e la confisca del prodotto.
LE VOCI DI COSTO DI UNA BOTTIGLIA DI OLIO (al netto di ammortamento, margine azienda, trasporto):
BOTTIGLIA da 0,75: 0,65 euro + IVA per bottiglia basica in vetro;
TAPPO: 0,15 euro + Iva il tappo antirabbocco;
ETICHETTA: 0,40 euro in su;
IMBOTTIGLIAMENTO: 0,50 euro a bottiglia;
PREZZO OLIO EVO: minimo euro 8,00 all'ingrosso.

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