
Palazzo di città
Un minuto di silenzio per le vittime della strage di Parigi
All'ultima seduta del Consiglio Comunale
Canosa - mercoledì 18 novembre 2015
19.01
La seduta del Consiglio comunale del 17 novembre 2015, si è aperta con un minuto di silenzio, in memoria delle vittime della strage di Parigi del 13 novembre scorso. Il Presidente del Consiglio, Pasquale Di Fazio, ha poi discusso del primo punto all'ordine del giorno, relativo alla surroga del consigliere dimissionario, Antonio Sabatino, con il primo dei non eletti della lista civica "Io Sud", Sabino Iacobone, che nel frattempo ha cambiato casacca, entrando a far parte della lista civica 'Condividiamo', e quindi, aderendo al "Gruppo misto" del Consiglio comunale. Il neo-consigliere Iacobone ha quindi preso posto tra le fila dell'opposizione consiliare, prendendo la parola, subito dopo gli interventi del sindaco e di alcuni consiglieri che hanno ringraziato Sabatino per il serio contributo, fatto di competenza e professionalità, offerto fin'ora all'assise. "Sarà mia ferma intenzione far diventare funzionali e utili tutti gli strumenti forniti dal regolamento del Consiglio comunale, ponendomi come unico obbiettivo il bene dei nostri concittadini ed il bene della nostra amata Canosa", ha detto Iacobone dopo i ringraziamenti di rito.Durante il consiglio comunale, poi, è stato esaminato il problema che, a livello provinciale, riguarda lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani. "L'argomento in questione – ha dichiarato il sindaco Ernesto La Salvia - impone, data la delicatezza e le tante implicazioni, grande serenità di confronto. È vero pure che recentemente, soprattutto su questo argomento, alcuni hanno espresso opinioni che, parafrasando la matematica, stanno alla politica come l'arte alla pornografia. Non si riesce a comprendere quali siano le ragioni profonde di un atteggiamento che è solo mistificazione e 'no' ad oltranza nei confronti dell'attività amministrativa. L'emergenza rifiuti non nasce oggi, ed è evidente che ha avuto terreno fertile nella scarsa volontà di prendere decisioni (forse pensate come impopolari?) negli ultimi venti anni. Il nostro territorio vede in uno spazio di poche migliaia di metri quadri, una concentrazione di impianti anche per "rifiuti speciali nocivi". Tali impianti sorgono a contrada Tufarelle, in una ristretta area; tanto che, verificato l'aumento di indicatori spia nei pozzi e nelle falde, non è possibile attribuire con certezza la ragione dell'aumento a questa o a quella discarica. Non è applicabile quindi il concetto previsto dalla legge che "chi inquina paga". Come è facile comprendere, questo territorio "ha già dato!".
"Abbiamo condiviso con la Regione il riconoscimento di un Parco territoriale in quella Contrada, lì dove operano le discariche: non potendo limitare il legittimo diritto degli imprenditori degli impianti ancora funzionanti a svolgere la propria legittima attività, abbiamo acconsentito che funzionassero fino al loro esaurimento, al limite delle loro capacità, senza possibili ampliamenti o deroghe. Da giugno scorso, poi, venute meno le discariche pubbliche, la Regione ci ha obbligato, dapprima, a conferire i nostri rifiuti indifferenziati, in impianti privati autorizzati ovunque presenti sul territorio regionale; poi, con una Ordinanza del 30 ottobre, la stessa ci ha ordinato di utilizzare esclusivamente quelli per rifiuti speciali non tossici e non nocivi presenti nella nostra provincia. L'Ente regionale non ci chiede a tal proposito una nostra opinione: ci ordina di farlo (si chiama Ordinanza per questo). Con i sindaci di tutte le città della provincia di Bat, come sindaci che costituiscono l'Oga, abbiamo espresso, con la delibera n. 17 del 9 novembre 2015, la chiara volontà di impedire qualunque forma di ampliamento delle discariche esistenti nel territorio provinciale, non concedendo nuove autorizzazioni a chicchessia: perché – lo ripeto - questo territorio ha già dato! La speranza è ora che possano essere riattivate quanto prima, per la loro capienza residua, le discariche pubbliche della provincia che necessitano di intervento manutentivo. Nel frattempo il costo per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti indifferenziati è per qualunque Comune di 160€ a tonnellata: anche per chi differenzia molto, come il Comune di Canosa! Purtroppo non sembra ancora vicina una soluzione migliore, se è vero che la Regione indica come destinatari dei rifiuti gli impianti privati. Evidentemente non esistono al momento alternative. Intanto l'Oga ha già incaricato un ingegnere esperto in maniera ambientale di rappresentare tutte le possibilità di conferimento e smaltimento dei rifiuti nel nostro territorio, alla luce della normativa vigente: ed ancora aspettiamo di sapere da dove provenga il combustibile solido secondario "css" che, ci dicono, alimenta da tempo una cementeria a soli 20 km da Canosa. Concludo con una osservazione: non so quanto sia "ecologico" sotterrare immondizia, delegando ai nipoti improbabili e future bonifiche; so però che il problema deve essere affrontato perché non basta tacere magari per paura di perdere il consenso elettorale. È necessario un confronto politico-tecnico che, partendo dal presupposto che i rifiuti si possono ridurre ma non eliminare (almeno nel breve periodo), rendano oggi la filiera il meno pericolosa possibile e non ne facciano fonte, per pochi, di smisurato guadagno.A chi dice di sapere che i "rifiuti sono fonte di corruzione e malaffare", lo invitiamo caldamente a dire quello che sa nelle opportune sedi giudiziarie, perché non si faccia solo qualunquismo ma si onori il ruolo di rappresentanza e coerenza politica".
Ufficio Stampa Francesca Lombardi
"Abbiamo condiviso con la Regione il riconoscimento di un Parco territoriale in quella Contrada, lì dove operano le discariche: non potendo limitare il legittimo diritto degli imprenditori degli impianti ancora funzionanti a svolgere la propria legittima attività, abbiamo acconsentito che funzionassero fino al loro esaurimento, al limite delle loro capacità, senza possibili ampliamenti o deroghe. Da giugno scorso, poi, venute meno le discariche pubbliche, la Regione ci ha obbligato, dapprima, a conferire i nostri rifiuti indifferenziati, in impianti privati autorizzati ovunque presenti sul territorio regionale; poi, con una Ordinanza del 30 ottobre, la stessa ci ha ordinato di utilizzare esclusivamente quelli per rifiuti speciali non tossici e non nocivi presenti nella nostra provincia. L'Ente regionale non ci chiede a tal proposito una nostra opinione: ci ordina di farlo (si chiama Ordinanza per questo). Con i sindaci di tutte le città della provincia di Bat, come sindaci che costituiscono l'Oga, abbiamo espresso, con la delibera n. 17 del 9 novembre 2015, la chiara volontà di impedire qualunque forma di ampliamento delle discariche esistenti nel territorio provinciale, non concedendo nuove autorizzazioni a chicchessia: perché – lo ripeto - questo territorio ha già dato! La speranza è ora che possano essere riattivate quanto prima, per la loro capienza residua, le discariche pubbliche della provincia che necessitano di intervento manutentivo. Nel frattempo il costo per il trattamento e lo smaltimento dei rifiuti indifferenziati è per qualunque Comune di 160€ a tonnellata: anche per chi differenzia molto, come il Comune di Canosa! Purtroppo non sembra ancora vicina una soluzione migliore, se è vero che la Regione indica come destinatari dei rifiuti gli impianti privati. Evidentemente non esistono al momento alternative. Intanto l'Oga ha già incaricato un ingegnere esperto in maniera ambientale di rappresentare tutte le possibilità di conferimento e smaltimento dei rifiuti nel nostro territorio, alla luce della normativa vigente: ed ancora aspettiamo di sapere da dove provenga il combustibile solido secondario "css" che, ci dicono, alimenta da tempo una cementeria a soli 20 km da Canosa. Concludo con una osservazione: non so quanto sia "ecologico" sotterrare immondizia, delegando ai nipoti improbabili e future bonifiche; so però che il problema deve essere affrontato perché non basta tacere magari per paura di perdere il consenso elettorale. È necessario un confronto politico-tecnico che, partendo dal presupposto che i rifiuti si possono ridurre ma non eliminare (almeno nel breve periodo), rendano oggi la filiera il meno pericolosa possibile e non ne facciano fonte, per pochi, di smisurato guadagno.A chi dice di sapere che i "rifiuti sono fonte di corruzione e malaffare", lo invitiamo caldamente a dire quello che sa nelle opportune sedi giudiziarie, perché non si faccia solo qualunquismo ma si onori il ruolo di rappresentanza e coerenza politica".
Ufficio Stampa Francesca Lombardi