Mons.Luigi Mansi
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Religioni

Mons. Luigi Mansi, figlio «di una famiglia lontana da fronzoli e ribalte»

Le linee guida del neo Vescovo della Diocesi di Andria

Sabato scorso, nel Duomo di Cerignola(FG) si è celebrata l'ordinazione episcopale di Mons.Luigi Mansi, Vescovo eletto per la Diocesi di Andria, Canosa di Puglia e Minervino Murge. Alla celebrazione eucaristica presieduta da S.E. Mons. Nunzio Galantino, segretario generale della CEI, sono intervenuti i consacranti S. E. Mons. Adriano Bernardini, Nunzio Apostolico in Italia, S. E. Mons. Raffaele Calabro, Amministratore Apostolico di Andria, alla presenza delle autorità civili, militari ed ecclesiastiche ed una folta partecipazione delle comunità diocesane. Significative e toccanti le linee guida dell'episcopato espresse nella cerimonia di ordinazione episcopale dal neo Vescovo della Diocesi di Andria

"Rendo grazie a colui che mi ha santificato, Cristo Gesù, per avermi ritenuto degno di chiamarmi al ministero".

"""Queste parole, tratte dalla lettera di S.Paolo a Timoteo, - esordisce Mons. Luigi Mansi - volli che fossero stampate sulla immaginetta-ricordo della mia Ordinazione Presbiterale avvenuta il 29 giugno dell'anno santo 1975, per l'imposizione delle mani del Papa, il beato Paolo VI. Le stesse parole le feci riprodurre sulla immaginetta ricordo del mio 25° di sacerdozio. Son passati ben 40 anni da allora e non riesco a trovare parole diverse da queste per esprimere il mio stato d'animo in questo momento particolarissimo della mia vita di credente e di ministro ordinato. Sì, ancora e sempre, nello stupore e nella gioia, rendo grazie… Quasi non mi sembra vero che questa Cattedrale, nella quale ho ricevuto il battesimo il lontano 9 maggio 1952 e che mi ha visto bambino e adolescente nella mia crescita umana, cristiana e vocazionale, che fece da cornice alla mia prima messa, ora sia stata chiamata ad accogliere questo straordinario evento di grazia e di fede che è la mia Ordinazione Episcopale. Saluto con particolare deferenza S.E. Rev.ma Mons.Adriano Bernardini, Nunzio Apostolico in Italia, e lo ringrazio per l'onore che ha dato a me e a questa santa Chiesa di essere qui stasera, così come saluto tutti gli eccellentissimi vescovi, venuti anche da lontano.

Rendo perciò grazie al buon Dio per il dono della vita, ricevuta dentro alla mia famiglia, semplice e buona, per gli anni della fanciullezza e della adolescenza vissuti tra mille sacrifici per la prematura scomparsa della figura paterna, ma sempre vissuti nella fede solida, semplice ed essenziale della mia famiglia, lontana da fronzoli e ribalte. La mia casa era qui, subito alle spalle di questa cattedrale, e non ho mai dimenticato che un mio educatore del Seminario regionale ebbe a dirmi un giorno: «Sei cresciuto all'ombra dell'Eucaristia». Ne ho fatto un programma di vita.

Rendo grazie a Cristo buon pastore per gli anni della formazione, per tutti i sacerdoti e formatori, che mi hanno accompagnato con amorevolezza e pazienza verso gli Ordini Sacri. Rivedo nella mia grata memoria tanti volti e tanti nomi. Davvero tanti! Alcuni già godono della pienezza di Dio nella Chiesa del cielo. Qualcuno è anche presente qui stasera. Da ciascuno ho imparato qualcosa, non faccio nomi solo perché sono davvero tanti e temo di dimenticare qualcuno. Ma sono infinitamente grato a tutti, tutto quello che sono lo devo a loro!

Rendo grazie al Signore per questi 40 anni di vita presbiterale, perché non solo non si è ancora stancato di me, della mia povera persona, delle mie persistenti fragilità e povertà, ma perché addirittura ora mi affida nuove e ben più alte responsabilità, di fronte alle quali, lo confesso, io tremo, conoscendo quello che sono. Le responsabilità ben più alte, lo so bene, mi vengono dal fatto che oggi qui abbiamo compiuto una vera celebrazione nuziale il cui segno che mi accompagnerà per tutta la vita è questo anello che mi è stato posto al dito, fuso con le fedi nuziali dei miei genitori, una vera fede nuziale,dunque, che lega la mia vita a quella della chiesa che è in Andria. Cari fratelli e sorelle di Andria - prosegue il neo Vescovo della Diocesi di Andria-Canosa e Minervino Murge - , non vi ho scelto, né voi mi avete scelto. La verità è che il Signore, attraverso la volontà del Santo Padre Francesco, ci ha scelti l'uno per l'altra e ci ha congiunti per esprimere nella nostra unione l'amore di Cristo per la Chiesa e l'amore della Chiesa per il suo Signore, crocifisso e risorto, suo pastore e maestro. Sapete che questo tema della sponsalità del Ministero sacro mi è molto caro, ve l'ho scritto fin dal mio primo messaggio di saluto. Spero che possiamo ben condividerlo e soprattutto viverlo assieme. Con S.Paolo mi vien voglia di esclamare: Questo mistero è grande! Lo dico in riferimento a Cristo e alla Chiesa, alla Chiesa di Andria. Molte altre cose, carissimi, ce le diremo quando tra qualche giorno sarò tra voi, ma ora lasciate che esprima tutta la mia gratitudine al Signore per i doni con cui ha arricchito la mia vita presbiterale, ho già detto dei miei educatori ora mi piace riferirmi ai Vescovi che hanno accompagnato sempre con benevolenza e fiducia il mio ministero: innanzitutto Mons. Mario Di Lieto, che riposa qui in questa Chiesa e che, posso dire, mi ha conosciuto e seguito fin da bambino, appartenendo io a questa parrocchia della cattedrale. A lui, nell'ora suprema del passaggio da questo mondo al Padre, ebbi il dono di chiudere gli occhi alla scena di questo mondo. E poi l'indimenticabile Mons. Vincenzo D'Addario, del cui ministero la nostra chiesa ha goduto per soli cinque anni, ma che ha lasciato un ricordo indelebile nel mio animo, come nell'animo di tutti, per la sua umanissima amabilità. Qualche giorno fa', per soddisfare un debito di gratitudine a lungo desiderato, sono stato a pregare sulla sua tomba. Essi dopo aver guidato la chiesa terrena sono ora a godere la gioia della chiesa celeste e certamente fanno festa con noi. Poi Mons. Giovanni Battista Pichierri, anche lui sempre amabile con me, che mi ha permesso di fare l'esperienza della vita parrocchiale, come dirò fra breve. E finalmente Mons. Felice di Molfetta, che ho sempre ammirato per il suo spendersi senza misura per la nostra chiesa e che mi ha sempre seguito e circondato di affetto e di stima, affidandomi compiti e uffici sempre di grande responsabilità. Un grato e fraterno pensiero naturalmente a Mons. Luigi Renna,che da poco ha iniziato il suo ministero episcopale nella nostra Diocesi. A lui mi lega un sincero rapporto di fraterna stima e amicizia, cresciuto e fattosi solido nel tempo del lavoro insieme nel Seminario regionale.

Rendo grazie al Signore per il dono del presbiterio di questa santa Chiesa di Cerignola-Ascoli Satriano: Carissimi confratelli presbiteri e diaconi, man mano che son passati gli anni del mio ministero ho imparato sempre di più a vedervi e a sentirvi agli inizi come padri e poi come fratelli ed amici, da voi ho ricevuto sempre affetto, stima e tante fraterne e belle amicizie, e soprattutto la testimonianza di un sincero e profondo amore alla nostra Chiesa. Grazie, carissimi confratelli, a tutti e ciascuno, grazie perché tutti, indistamente, mi avete sempre voluto bene, ed io, ve lo assicuro, ho fatto altrettanto, grazie per tutto! Il divino Pastore si è compiaciuto di chiamare da questo presbiterio ben due presbiteri per il ministero episcopale nel giro di pochi anni. Questo testimonia della qualità di questo presbiterio. Rendo grazie dunque al Divino pastore anche per questo.

Ringrazio il Signore per il dono dei primi vent'anni di ministero spesi con entusiasmo e passione nella pastorale delle Vocazioni e nel Seminario diocesano, con alcuni servizi in Curia. Anni davvero belli, che mi hanno plasmato e reso particolarmente vicino e attento al mondo dei ragazzi e dei giovani, anche perché arricchito dall'insegnamento nella scuola, prima media e poi liceale. In quegli anni sono nate tante belle relazioni, colleghi, giovani, famiglie, relazioni che il tempo non solo non ha cancellato ma ha reso patrimonio ricco e indelebile della mia umanità.

Ringrazio il buon Dio per il dono degli anni brevi ma intensi trascorsi nel servizio della parrocchia dell'Altomare di Orta Nova: una emergenza che si rivelò, sul piano pastorale, una feconda provvidenza per me. Poi il dono del servizio, per ben otto anni, come parroco – rettore, del Santuario diocesano di Ripalta, che è un po' come il cuore pulsante della nostra Chiesa diocesana. Ed infine gli undici anni trascorsi nella cura pastorale della Parrocchia San Rocco di Stornara. Anni indimenticabili, nei quali posso dire di aver dato tutto me stesso e di essere stato ripagato da tanto affetto che pur a distanza di un decennio, ricordo ancora come un bellissimo capitolo della mia mia vita di uomo e di prete.

Come non ringraziare poi per il dono degli otto anni trascorsi nel Seminario Regionale di Molfetta, ad accompagnare con la cura e la guida paterna i candidati al ministero presbiterale nelle Chiese di Puglia? Grazie ai tanti ex-alunni che son qui stasera, venendo da tante parti della Puglia. Posso dire che le innumerevoli ordinazioni di tanti miei figli spirituali, tanti sono qui stasera, in tante contrade della Puglia, con gli abbracci ed il commosso bacio alle mani profumate di santo Crisma, sono i ricordi più cari di questi anni, per i quali non finirò mai di ringraziare il Signore e i Vescovi pugliesi per la fiducia accordatami. Tutta la mia vita presbiterale è stata poi accompagnata dal servizio all'Azione Cattolica. Ho cominciato con l'ACR, poi i giovani ed infine gli adulti. Anche di questo rendo grazie al Signore, perché il contatto ravvicinato e prolungato nel tempo con tanti laici, mi ha fatto certamente crescere in umanità. Ed infine, da qualche anno il dono del servizio all'Unione Apostolica del Clero, questa associazione che da un secolo e mezzo opera in tante diocesi d'Italia e del mondo, per la crescita spirituale e pastorale del clero, nella prospettiva della spiritualità diocesana. In questi due anni di servizio ho potuto conoscere e apprezzare tanti confratelli Vescovi, presbiteri e diaconi in tante parti d'Italia. A tutti mi son sforzato di donare sempre parole e gesti di affettuoso e fraterno incoraggiamento. Ringrazio i membri del Consiglio nazionale che mi hanno fatto dono della loro presenza stasera qui. Ho potuto rilevare come in Italia, pur tra tante fragilità e povertà, c'è davvero un clero che ama la Chiesa e la serve con dedizione davvero grande ed encomiabile, talvolta eroica, di un eroismo silenzioso, che non arriva sui giornali o agli onori della ribalta, ma che tiene in vita e fa crescere la fede del popolo cristiano. E dopo che mi avete così tanto applaudito, chiedo al popolo di Dio di tributare un caldo applauso ai suoi preti:

Saluto con rispetto e affetto gli eccellentissimi Vescovi Pugliesi, che per la prima volta, con grande trepidazione, chiamo miei confratelli. Ad uno ad uno li ringrazio di cuore per avermi onorato oggi con la loro presenza affettuosa. Permettetemi un saluto particolarmente grato ed affettuoso a S.E.Mons. Nunzio Galantino, Segretario Generale della CEI, fraterno amico fin dai lontani anni giovanili. Con Lui abbiamo condiviso la comune passione per la Chiesa del Concilio e con questa passione dentro ci siamo formati e plasmati come credenti e poi come preti nei primi anni del ministero. Cari Confratelli Vescovi, vengo tra voi in punta di piedi, con timore e tremore, sperando e proponendomi di collaborare serenamente e fattivamente con tutti per il bene delle nostre amate Chiese.

Non manca certo il saluto alle autorità civili e militari che mi hanno onorato stasera con la loro presenza. Ad essi va tutta la mia cordiale gratitudine per questo gesto di attenzione. Certo, noi compiamo servizi diversi e distinti, ma di sicuro operiamo in unità di intenti per il bene delle nostre popolazioni, con un occhio di particolare attenzione ai più sfortunati, ai deboli, agli ultimi, come ben ci insegna Papa Francesco. Mi propongo perciò di collaborare con voi con lealtà e cordiale disponibilità. Ecco, dunque, il Signore attraverso questo lungo e multiforme servizio, - conclude Mons. Luigi Mansi - mi ha preparato al nuovo ministero che oggi mi affida, al servizio della Chiesa di Andria, che da oggi è la mia chiesa, la mia sposa. Chiedo a tutti la benevola carità di una preghiera a Cristo Buon pastore, perché io la possa amare e servire come Lui vuole, perché – come amavo dire spesso, chi mi conosce bene lo sa – io non faccia troppi danni.Grazie!"""

Il neo Vescovo, Mons.Luigi Mansi farà il suo ingresso nella Diocesi il prossimo 3 aprile, quando sarà suggellato solennemente il suo passaggio a capo della comunità di Andria, Canosa di Puglia e Minervino Murge. Un giorno importante, che acquista ulteriore significato per la sua straordinaria coincidenza con la chiusura dell'Anno Giubilare della Sacra Spina, in occasione della Festa della Divina Misericordia nel capoluogo andriese.

La cerimonia dell' ordinazione episcopale di Mons.Luigi Mansi è on line su Tele Dehon Andria : https://www.youtube.com/watch?v=n2MYz6F89NA
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