Mons. Luigi Mansi
Mons. Luigi Mansi
Religioni

Lo sguardo di fede ci dice che davvero non manca nessuno!

Mons. Luigi Mansi ha presieduto la Santa Messa Crismale

Nella Cattedrale di Andria, stasera si è celebrata la Santa Messa Crismale con la presenza del presbiterio diocesano e di una rappresentanza delle comunità religiose e parrocchiali di Andria,Canosa di Puglia e Minervino Murge. La celebrazione Eucaristica è stata presieduta dal Vescovo della Diocesi di Andria .Mons. Luigi Mansi: """Quest'anno celebriamo la Messa Crismale in un contesto liturgico diverso da quello abituale""". - Ha esordito così Mons. Mansi nell'omelia tenuta, in occasione della Messa Crismale : """ In genere questo momento è vissuto nel clima spirituale e liturgico della Settimana Santa, nel giorno che precede la celebrazione del mistero di morte e risurrezione del Signore Gesù. Oggi, invece, il contesto è il tempo pasquale che, peraltro, volge al suo termine. E abbiamo dovuto rinviarla, come sapete, a causa degli eventi legati alla diffusione del coronavirus. E, pur di non rinunciare alla grazia di questa particolare celebrazione, abbiamo anche accettato di farlo con alcune limitazioni. Tanti nostri fratelli e sorelle che negli anni scorsi affollavano la nostra Chiesa Cattedrale per questa particolare celebrazione, vi hanno dovuto rinunciare. Sentiamo spiritualmente presenti accanto a noi le nostre comunità, tutte intere; bambini, ragazzi, giovani, adulti, anziani, ammalati. Lo sguardo di fede ci dice che davvero non manca nessuno! E intanto domenica prossima sarà Pentecoste e faremo così solenne memoria della presenza e dell'azione dello Spirito Santo nella Chiesa e con la Chiesa per il mondo.

In questa celebrazione benediremo gli olii con i quali celebreremo i Sacramenti lungo questo anno liturgico. E così facciamo memoria di quello che siamo: popolo sacerdotale, profetico e regale. Vorrei soffermarmi per questa riflessione soprattutto sul carattere sacerdotale del popolo cristiano. Proviamo a chiederci: che significa essere "popolo sacerdotale"? Significa che abbiamo tutti, come Chiesa, un compito esaltante: consacrare il mondo a Dio, a cominciare da quella parte di mondo nella quale il Signore ci ha posti. Di questo compito, se è vero che tutti siamo operatori attivi e responsabili, è altrettanto vero che noi ministri ordinati siamo custodi, educatori attenti e premurosi, siamo soprattutto servi. Ricordiamo sempre, cari fratelli presbiteri e diaconi, che non siamo ordinati per noi, ma siamo servi. E non perché ci piace e nella misura o nel modo che ci piace, ma perché siamo stati scelti, chiamati e consacrati per questo. Scelti, chiamati e consacrati per aiutare il popolo sacerdotale ad avere come ideale unico di vita quello che Gesù ha detto di sé nel vangelo che abbiamo appena ascoltato: "Mi ha consacrato con l'unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi e proclamare l'anno di grazie del Signore".
E allora cari fratelli presbiteri, vorrei con voi soffermarmi a meditare alcune note che devono caratterizzare il nostro esser servi.
  • Siamo innanzitutto servi fedeli, che si sono consegnati al servizio del Signore e della Chiesa liberamente, senza avanzare pretese o rivendicazioni per noi;
  • Siamo servi umili, cioè desiderosi, come il Maestro, di servire e non di essere serviti, di mettere cioè la nostra vita nelle sue mani;
  • Siamo servi mansueti, che modellano la propria esistenza a immagine di Lui, sommo Pastore che per amore si fa agnello immolato;
  • Siamo servi docili, che non cercano, attraverso il servizio, di affermare sé stessi, ma vivono con un unico grande desiderio: permettere a Colui di cui siamo immagine e messaggeri, di sprigionare la sua forza trasformante e salvifica;
  • Siamo servi zelanti che non si sottraggono al lavoro pastorale, ma ad esso si dedicano con generosità e passione e a tempo pieno;
  • Siamo servi integerrimi che rifuggono da ogni ambiguità e da ogni compromesso con lo spirito del mondo e le sue logiche;
  • Siamo insomma servi che non amano operare ognuno per conto proprio, ma che amano il "gioco di squadra", nel quale, pur nel riconoscimento delle capacità e dei doni di ciascuno, siamo tutti intenti a costruire l'unica Chiesa del Signore Gesù, a servizio degli uomini del nostro tempo e del nostro territorio. Sì, siamo tanti e – direi per fortuna – diversi, ma siamo impegnati in un'unica esaltante impresa: testimoniare Cristo e donarlo al mondo. Questo e solo questo ci deve rendere ogni giorno felici.
Fra poco, carissimi Confratelli, rinnoveremo le promesse che abbiamo fatto il giorno della nostra ordinazione sacerdotale. Tra l'altro vi chiederò: "Volete unirvi intimamente al Signore Gesù, modello del nostro sacerdozio, rinunziando a voi stessi e confermando i sacri impegni che, spinti dall'amore di Cristo avete assunto liberamente verso la sua Chiesa"? E noi, certamente trepidanti e gioiosi, ripeteremo, come il primo giorno, ancora una volta il nostro: "Sì, lo voglio!".
Dunque, il programma che ci siamo dati, cari Confratelli, quando da giovani abbiamo detto il primo sì al Signore e consacrato a Lui la nostra esistenza, deve rimanere immutato. Pertanto, l'unico nostro desiderio, l'unica nostra aspirazione, l'unico sogno che dobbiamo coltivare ogni giorno di più è che a sera, concludendo il nostro servizio ministeriale della giornata, possiamo dire al Signore nella nostra preghiera le parole che chiudono il brano evangelico di oggi: "Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato". E che sia davvero così, cari fratelli e confratelli.
E a voi, carissimi fedeli del Popolo santo di Dio, pregate per i vostri Sacerdoti e Diaconi perché si realizzino queste alte aspettative e la nostra Chiesa possa vivere giorni sempre più belli! AMEN!"""
  • Mons. Luigi Mansi
  • Diocesi di Andria
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