La Salvia
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Palazzo di città

La nostra città non è un’isola nel mare delle difficoltà nazionali.

Le dichiarazioni del sindaco La Salvia

Tra i punti all'ordine del giorno approvati il 30 luglio dal Consiglio comunale di Canosa, in una seduta fiume, durata oltre 10 ore, vi è il "Ripiano del maggior disavanzo derivante dall'attività di riaccertamento straordinario dei residui di cui all'art.3, comma 7, del D.Lgs. nr. 118/2011 e risultante dalla voce "Totale parte disponibile" del prospetto di cui all'allegato 5/2 al D.Lgs. nr. 118/2011"; le "tariffe Tari 2015", la conferma dell'aliquota dell'addizionale "Irpef 2015" e dell'aliquota Imu anno 2015, la determinazione della aliquota Tasi per l'anno 2015. "Nonostante il taglio operato dal governo – dichiara il primo cittadino, Ernesto La Salvia prosegue il percorso di risanamento e di messa in sicurezza dei conti pubblici, garantendo tutti i servizi fondamentali. Le scelte che l'Amministrazione sta compiendo, tese a ridurre costi e spese, sono indispensabili al fine di superare le difficoltà legate al passato ed accentuate dalla minore contribuzione da parte dello Stato".

"Tra le maggiori spese legate a debiti dell'Ente risalenti agli anni precedenti – prosegue il sindacoe i minori contributi ricevuti quest'anno dallo Stato, il deficit del Comune rispetto all'anno 2014 è di circa un milione e cinquantamila euro. Ieri il Consiglio comunale ha approvato le percentuali di tassazione confermando la stessa aliquota degli anni passati per Tari, Imu e Irpef, ma non per la Tasi (la nuova imposta comunale istituita dalla Legge di stabilità 2014, che riguarda i servizi comunali rivolti alla collettività, come ad esempio la manutenzione stradale o l'illuminazione comunale, ndr), dalla quale, per ogni decimo percentuale ci si aspetta un gettito di cinquantamila euro. Questa tassa svilupperà, quindi, nelle casse comunali, circa trecentomila euro di maggiori entrate".

"Arrivare a mettere mano alla tassazione ed immaginare che sia l'unico strumento messo in atto, però, è falso. Infatti i rimanenti settecentomila euro sono stati individuati attraverso pesanti tagli al bilancio su capitoli di spesa oramai ridotti al lumicino. Ci sarebbe stata un'altra possibilità: quella di ridurre la spesa per i servizi come l'energia elettrica, gli autobus, la manutenzione delle strade. Ma non si può offrire meno servizi ai cittadini, costringendoli ad alternative ben più costose. La nostra città non è un'isola nel mare delle difficoltà nazionali. E subisce il riverbero di quanto si decide nella Capitale. Gli oneri maggiori vengono sempre più riversati sui Comuni, e quindi sulla gente. La sensazione è che si voglia smantellare quello che una volta si chiamava Stato sociale; le città più ricche potranno maggiormente contribuire, magari con gli insediamenti industriali, ai bilanci comunali; i paesi più poveri, che hanno meno insediamenti produttivi, con una disoccupazione percentualmente maggiore e magari con una età media più avanzata, sembrano destinati a rimanere indietro. Forse qualcosa cambierebbe se, con uno scatto di orgoglio, anziché continuare a strapparci le vesti, facendo polemiche inutili, si facilitasse ogni tipologia di progetto finalizzato a dare lavoro. L'arrivo tardivo delle comunicazioni contabili ci ha impedito purtroppo di concludere il bilancio partecipato. Se fossimo riusciti a non aumentare nulla o meglio a diminuire la tassazione ci sentiremmo certamente più sereni – conclude il primo cittadino -; comunque ci fa star tranquilli aver contenuto lo strumento impositivo solo per coprire il 30% del buco di bilancio. Mentre per coprire gli altri 700 mila euro abbiamo eseguito tagli su ogni tipo di spesa dell'Ente, continuando a garantire tutti i servizi al cittadino ed un minimo di gestione che evitasse l'implosione delle strutture gestite dal Comune".
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