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Il 25 Aprile, festa della Liberazione!

Anche la popolazione civile insorge e vaste zone dell’Italia. Canosa celebra l'anniversario della Liberazione d'Italia per non dimenticare


Anche quest'anno l'Amministrazione comunale di Canosa celebra l'anniversario della Liberazione d'Italia per non dimenticare e per rinnovare i sentimenti di pace interna e tra i popoli. Il programma di questo "25 aprile" prevede il raduno presso il Palazzo di Città di tutti i partecipanti per la formazione di un corteo che sfilerà lungo le vie cittadine fino a giungere al Cippo dedicato alle vittime civili (via Salita dei Mulini) e al Monumento dei Caduti (Villa Comunale) dove saranno depositate delle corone di alloro. Seguirà un concerto per coro e banda con il coro filarmonico "Padre Antonio Maria Losito" e la banda filarmonica "Giuseppe Verdi" di Canosa, diretti dal maestro Vitaliano Iannuzzi.
A conclusione della manifestazione, il sindaco della Città, Francesco Ventola, terrà un discorso evocativo sul periodo che ha segnato la storia del nostro Paese.

Brevi note storiche:
Il 25 aprile 1945 i partigiani liberano Milano dall'occupazione dei nazisti e dai fascisti. Anche la popolazione civile insorge e vaste zone dell'Italia settentrionale - e molte città - vengono liberate prima dell'arrivo delle truppe anglo-americane che, dopo aver superato l'ultimo ostacolo della Linea Gotica in Toscana, incalzano le truppe tedesche in ritirata nella pianura Padana. In Europa, intanto, l'Armata Rossa sovietica dilaga in territorio tedesco e giunge alle porte di Berlino mentre gli anglo-americani, dopo lo sbarco in Normandia, avanzano attraverso il Belgio; Hitler, di fronte alla disfatta, si suicida nel suo bunker. Più di cinque anni dopo l'invasione tedesca della Polonia, dunque, la guerra mondiale giunge al suo epilogo (il Giappone invece si arrenderà solo in settembre, dopo lo sgancio di due bombe atomiche da parte degli americani).In Italia, l'ultimo inverno di guerra è terribile. Gli Alleati sono bloccati sulla Linea Gotica, che taglia la penisola da est ad ovest all'altezza della Toscana, mentre le atrocità dei nazisti ai danni della popolazione civile si moltiplicano. Solo all'inizio della primavera il generale Alexander lancia l'offensiva finale: il 21 aprile gli anglo-americani entrano a Bologna e si aprono definitivamente la strada verso la valle del Po. Le bande partigiane, contemporaneamente, attaccano le città ancora occupate, dove la popolazione civile insorge contro i nazisti e i fascisti. Entro il 25 aprile i centri maggiori (Milano, Bologna, Genova, Venezia) vengono liberati, alcuni giorni prima dell'arrivo delle truppe alleate.

L'ultimo atto del fascismo è il tentativo di fuga prima e la fucilazione poi di Benito Mussolini. All'inizio dell'insurrezione di Milano il dittatore è ancora in città e, di fronte al precipitare degli eventi, tenta di concordare col Comitato di liberazione nazionale una resa onorevole. I dirigenti del Cln-Ai però sono irremovibili nel pretendere la resa senza condizioni. Mussolini allora decide la fuga, travestito da soldato tedesco e sotto la scorta delle SS, verso la Svizzera (col progetto di riparare poi in Spagna, ancora governata dal generale Franco). Giunto nei pressi della frontiera, però, a causa delle difficoltà di superare il confine, il gruppo si unisce a un distaccamento tedesco in ritirata. A Dongo il dittatore viene riconosciuto e catturato da un gruppo di partigiani.

La ricostruzione dettagliata delle ultime ore di vita del duce dopo la cattura e le circostanze della sua esecuzione sono tutt'oggi al centro di un fitto dibattito storiografico e ancora non è stata fatta piena luce su molti dettagli. Secondo la versione ufficiale egli viene subito fucilato per ordine del Cln-Ai, insieme all'amante Claretta Petacci che lo ha seguito nella fuga. Il 29 aprile i loro corpi vengono esposti, insieme a quelli di altri gerarchi, in Piazzale Loreto a Milano, appesi a testa in giù alla tettoia di un distributore di benzina (nello stesso luogo dove in precedenza erano stati ammucchiati i cadaveri di 15 partigiani).Nei giorni seguenti si verificano varie esecuzioni sommarie e si consumano molte vendette contro "repubblichini" e collaborazionisti, ritenuti autori o complici delle violenze commesse negli anni dell'occupazione. Si conclude così, con questo tragico epilogo, un periodo caratterizzato da venti anni di dittatura fascista e da cinque anni di guerra.

Centro Studi sulla Liberazione


Onore ed un particolare ricordo ai nostri soldati "Martiri di Cefalonia" che rifiutarono di consegnare le armi ed arrendersi ai tedeschi!
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