
M5S, per discarica Contrada Tufarelle si eviti un nuovo scempio ambientale
La nota degli europarlamentari Valentina Palmisano e Mario Furore e della coordinatrice provinciale BAT Letizia Morra
mercoledì 30 aprile 2025
23.52
iReport
"La Commissione Europea ha ribadito l'inosservanza delle autorità italiane nel conformarsi all'articolo 14 della direttiva relativa alle discariche di rifiuti. La Regione Puglia demanda alla Provincia. Ed in questo vulnus di responsabilità non possono essere i cittadini a pagare, per l'ennesima volta, scelte non condivise e che rischiano di arrecare ulteriori danni ambientali. Ci riferiamo all'annosa questione della discarica, ed in particolare all'ipotesi di ampliamento della discarica Contrada Tufarelle, tra Canosa di Puglia e Minervino Murge". Lo dichiarano in una nota gli europarlamentari del Movimento Cinque Stelle Valentina Palmisano e Mario Furore (entrambi firmatari di un'interrogazione presentata alla Commissione Europea) e la coordinatrice provinciale BAT e consigliera comunale di Canosa di Puglia del M5S Letizia Morra. "I risultati dell'ultimo piano di caratterizzazione hanno confermato che l'area è interessata da fenomeni di potenziale inquinamento del suolo e delle falde acquifere, a causa del superamento dei valori soglia di contaminazione sia per gli inquinanti organici sia per quelli inorganici. Nonostante questo la Provincia delegata dalla Regione ha dato il via libera. Anche su questo non sono poche le nostre riserve in quanto spetterebbe alla Regione determinare questo tipo di autorizzazioni. Ci troviamo difronte ad un qualcosa di anomalo ai danni del territorio e dei cittadini". I tre esponenti del Movimento Cinque Stelle evidenziano un altro elemento: "In risposta alla nostra interrogazione, ieri il commissario Jessika Roswall ha spiegato che 'secondo le informazioni più recenti condivise dalle autorità italiane, la chiusura della discarica Cobema a Contrada Tufarelle, in Puglia, è prevista entro il 15 maggio 2025'. Purtroppo, però, in Italia ed in Puglia si continua ad andare in direzione opposta. Regione e Provincia – concludono Palmisano, Furore e Morra – devono evitare l'ennesimo scempio ambientale in una zona già da oltre 30 anni fortemente contaminata".