Teresa e Papa Leone XIII
Teresa e Papa Leone XIII
Le lettere di Agata Pinnelli

Teresa di Lisieux, la Santa della quotidianità

Un cammino accessibile a tutti

Il primo ottobre, la comunità parrocchiale di Santa Teresa di Gesù Bambino a Canosa di Puglia festeggia la sua santina, "Teresa di Lisieux", in un'atmosfera di spiritualità, ma nello stesso tempo di fraternità, convivialità, dove tutti sono invitati al banchetto dell'amore di Cristo, l'Eucarestia, di cui siamo i suoi commensali prediletti, senza alcuna misura e distinzioni, con la nostra fragilità, con i nostri piccoli sforzi. L'emblema di tale cammino è la nostra "Santina", la quale, pur nella consapevolezza totale della sua piccolezza non si è arresa, ha impostato la sua vita in un cammino di santità, sintesi di amore, dono, servizio, sofferenza e piccolezza di fronte allo sconfinato amore di Cristo per ciascuno di noi.

"Dio sa cosa fare, quello che siamo e quello che abbiamo speso. Dio non potrebbe ispirare desideri irrealizzabili, quindi nonostante le mie piccolezze posso aspirare alla santità…. L'ascensore che mi deve innalzare fino al cielo sono le tue braccia, o Gesù. Per questo non ho bisogno di crescere, anzi bisogna che io resti piccola, che io lo diventi sempre di più" – diceva Teresa di Lisieux. Come per Maria la sua grande arma era il silenzio (… amava custodire ogni cosa in cuor suo, la sua gioia e le sue pene). La riservatezza fu la sua forza e il punto di partenza della sua perfezione esterna e interiore, ma altrettanto singolare era anche la sua ponderatezza. Il suo modo di andare da Dio lo chiamava "la sua piccola via". La propria vita doveva essere semplice per servire da modello alle "piccole anime". Per camminare occorre essere poveri di spirito e semplici; la piccola via consisteva nell'umiltà e si traduceva attraverso uno spirito d'infanzia. Infatti è il cuore del Vangelo stesso che Lei ha riscoperto "… Se non diventerete come bambini non entrerete nel regno dei cieli".

Era sempre consapevole di essere una persona ordinaria e diceva che il Signore aveva fatto buona cosa ricordandoci che ci sono molte dimore nella casa del Padre Suo e se c'è quella delle grandi anime, quella dei padri del deserto e dei martiri della penitenza, ci deve essere anche quella dei fanciulli. Il nostro posto è custodito là, se noi amiamo molto Lui Gesù con il Padre Celeste e lo Spirito d'Amore. Da qui emerge come suor Teresa di Gesù Bambino era un'anima molto semplice che si è fatta santa con mezzi ordinari, pertanto la sua vita doveva essere di modello alle piccole anime.

Non era raro che in paesi cattolici parecchie donne prendessero insieme i voti. Le sorelle di Teresa di Gesù Bambino non sono un'eccezione. Era insito in quella scelta non solo la vocazione religiosa, ma, nello stesso tempo, era il mezzo per sfuggire alla "formula di un padre e di un marito, ai pericoli e alle preoccupazioni della maternità". Pertanto in questo modo si assicurano per sempre una madre e delle sorelle. La comunità del Carmelo di Lisieux descritta da Ida Gorris ci fa comprendere quale fosse allora il livello dell'educazione femminile. Questa comunità è descritta senza finzioni: tutte erano delle emigrate dal loro patrimonio interiore che ne determinava la loro estraneità alla vita intellettuale dell'epoca e dalle dinamiche che plasmano la realtà quotidiana, allevata inoltre in una atmosfera di chiusura, timidezze monastiche, sofferenti inconsapevoli di denutrizione intellettuale e culturale.

Dato questo status delle monache e delle donne viene naturale chiedersi come la giovanissima carmelitana Teresa era inserita nel dramma della modernità. Poteva condividere slanci ed intenti? Se la sua esperienza di vita e di cultura viene considerata in base a parametri di presenza educata e informata, la risposta è netta: Teresa è assente. Si approfondisce la sua presenza penetrando in una dimensione non diversa ma piuttosto non prontamente percettibile, proprio perché offuscata dallo spirito del tempo (zeitgeist). Il Cardinale Martini lo coglie e lo spiega dicendo che c'è molta somiglianza tra la penetrazione nelle tenebre della non credenza e la notte dei mistici, per cui fa riferimento all'espressione di S. Teresa che si sentiva partecipe della mensa degli increduli.

Voleva essere santa senza diventare grande. Per essere profondamente umile suor Teresa di Gesù Bambino si sentiva "incapace di percorrere il duro cammino della perfezione e si sforzò pertanto di diventare sempre più piccola, affinché Dio si prendesse completamente cura delle sue cose e la prendesse tra le sue braccia, come succede nelle famiglie per i bambini più piccoli. Voleva essere santa, ma senza diventare grande poiché, come le piccole malefatte dei bambini non fanno adirare i genitori, così le imperfezioni delle anime e gli errori non sono imputabili loro come colpa, secondo le parole della Scrittura "ai piccoli si perdona per pietà" (cf sap. , 6,6). In linea su quanto affermato, si guardava bene dal sentirsi perfetta e che gli altri la considerassero come tale, perché sarebbe cresciuta e Dio l'avrebbe lasciata camminare da sola.

"I bambini non lavorano per farsi una posizione – diceva – se sono saggi lo fanno per far contenti i propri genitori. Allo stesso modo non occorre lavorare per diventare santi, ma per far piacere a Dio". La piccola via, percorsa da S. Teresa non è riduttiva, ma è la strada che ci aiuta a trovare senso e santità nel nostro semplice agire quotidiano se la fertilizziamo con il concime dell'amore che cancella ogni aridità del nostro cammino.
Agata Pinnelli
Canosa: Festa di Santa Teresa del Bambin GesùSanta Teresa del Bambin Gesù- CanosaTeresa e Papa Leone XIII - Canosa di PugliaChiesa S.Teresa del Bambin Gesù Canosa
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