
Territorio
Puglia: In attivo il saldo delle imprese agricole
È quanto emerge da un’analisi di Coldiretti Puglia
Canosa - martedì 21 ottobre 2025
10.00
È in attivo il saldo delle imprese agricole in Puglia (+0,23%), in controtendenza rispetto al dato nazionale in leggera flessione, nonostante il mix micidiale dell'aumento dei costi di produzione e del clima pazzo che continua a mettere a rischio i raccolti. È quanto emerge da un'analisi di Coldiretti Puglia, su dati Movimprese relativi al terzo trimestre 2025, elaborati da Unioncamere e InfoCamere sulla base del Registro delle Imprese, che conta in Puglia 73.685 aziende agricole iscritte alle Camere di Commercio.
Un risultato che conferma la resilienza delle aziende agricole pugliesi, ma anche la necessità di sostenere il settore con misure incentivanti, come quelle indicate da Coldiretti al Governo per favorire crescita, occupazione e competitività. Necessari strumenti per affrontare le difficoltà che alcune filiere e territori stanno attraversando, come anche adeguate misure di sostegno per affrontare i cambiamenti climatici e le crisi aziendali, così da garantire alle imprese la possibilità di continuare a operare con stabilità e sicurezza.
In merito alla riduzione della pressione fiscale IRPEF per i redditi fino a 50.000 euro, Coldiretti ribadisce l'importanza di accompagnare tale misura con la conferma dell'esonero dal prelievo IRPEF sui redditi agrari e dominicali dei coltivatori diretti e degli imprenditori agricoli professionali iscritti alla gestione previdenziale agricola. Fondamentale, inoltre, introdurre forme di detassazione del lavoro agricolo, per dare un segnale concreto in busta paga, in particolare ai giovani impegnati nel settore.
Tra le proposte è stata indicata la possibilità di trasferire direttamente in busta paga, per i giovani nei primi cinque anni di impiego, l'importo dei versamenti contributivi dovuti. Una misura che aumenterebbe la liquidità delle aziende, stimolando consumi e investimenti personali, ma anche un incentivo demografico, a sostegno della scelta di costruire una famiglia. Tutto questo deve partire dal riconoscimento di un adeguato valore economico al lavoro dei giovani.
Coldiretti evidenzia la necessità di rafforzare le politiche di internazionalizzazione per valorizzare le filiere del Made in Italy agroalimentare, anche attraverso un potenziamento del ruolo dell'ICE e delle altre agenzie. È necessario individuare nuove risorse per investimenti destinati sia al mantenimento dei mercati consolidati, sia – e soprattutto – allo sviluppo di quelli emergenti. L'internazionalizzazione rappresenta infatti una risposta concreta alle sfide della competitività globale. Di rilievo anche la proroga e il rafforzamento del credito d'imposta 4.0, insieme all'ampliamento della platea delle imprese agricole riconosciute come energivore, al fine di contenere l'impatto dei costi energetici. Coldiretti propone inoltre l'estensione al settore brassicolo delle norme su enoturismo e oleoturismo, e l'inserimento stabile del lavoro occasionale in agricoltura, dopo i risultati positivi della fase sperimentale.
Un risultato che conferma la resilienza delle aziende agricole pugliesi, ma anche la necessità di sostenere il settore con misure incentivanti, come quelle indicate da Coldiretti al Governo per favorire crescita, occupazione e competitività. Necessari strumenti per affrontare le difficoltà che alcune filiere e territori stanno attraversando, come anche adeguate misure di sostegno per affrontare i cambiamenti climatici e le crisi aziendali, così da garantire alle imprese la possibilità di continuare a operare con stabilità e sicurezza.
In merito alla riduzione della pressione fiscale IRPEF per i redditi fino a 50.000 euro, Coldiretti ribadisce l'importanza di accompagnare tale misura con la conferma dell'esonero dal prelievo IRPEF sui redditi agrari e dominicali dei coltivatori diretti e degli imprenditori agricoli professionali iscritti alla gestione previdenziale agricola. Fondamentale, inoltre, introdurre forme di detassazione del lavoro agricolo, per dare un segnale concreto in busta paga, in particolare ai giovani impegnati nel settore.
Tra le proposte è stata indicata la possibilità di trasferire direttamente in busta paga, per i giovani nei primi cinque anni di impiego, l'importo dei versamenti contributivi dovuti. Una misura che aumenterebbe la liquidità delle aziende, stimolando consumi e investimenti personali, ma anche un incentivo demografico, a sostegno della scelta di costruire una famiglia. Tutto questo deve partire dal riconoscimento di un adeguato valore economico al lavoro dei giovani.
Coldiretti evidenzia la necessità di rafforzare le politiche di internazionalizzazione per valorizzare le filiere del Made in Italy agroalimentare, anche attraverso un potenziamento del ruolo dell'ICE e delle altre agenzie. È necessario individuare nuove risorse per investimenti destinati sia al mantenimento dei mercati consolidati, sia – e soprattutto – allo sviluppo di quelli emergenti. L'internazionalizzazione rappresenta infatti una risposta concreta alle sfide della competitività globale. Di rilievo anche la proroga e il rafforzamento del credito d'imposta 4.0, insieme all'ampliamento della platea delle imprese agricole riconosciute come energivore, al fine di contenere l'impatto dei costi energetici. Coldiretti propone inoltre l'estensione al settore brassicolo delle norme su enoturismo e oleoturismo, e l'inserimento stabile del lavoro occasionale in agricoltura, dopo i risultati positivi della fase sperimentale.