Desolata al Festival Internazionale “Trieste Photo Days”
Desolata al Festival Internazionale “Trieste Photo Days”
Eventi e cultura

La Desolata al Festival Internazionale “Trieste Photo Days”

Presentato il progetto dal freelance Marcello Martinucci

Le foto della Desolata sono in mostra a Trieste nell'ambito del "Trieste Photo Days", Festival Internazionale che espone oltre 2.000 opere in musei e sedi cittadine, con fotografi affermati ed emergenti. Le prime stime degli organizzatori riportano che nel 2025 sono stati raggiunti numeri record: 10.685 fotografie singole, 643 progetti & portfolio e 90 libri inviati da oltre 5.000 fotografi da tutto il mondo. Inaugurata l'8 ottobre la mostra intitolata "Fotografie Urbane: Trieste e le città nel mondo" sarà visitabile fino al 15 novembre 2025 presso la sede del Mercato Coperto in via Giosuè Carducci n.36. "The Desolata: Grief and Devotion in Black and White" annuncia il manifesto esposto a Trieste a cura di Marcello Martinucci che è stato per la prima volta a Canosa di Puglia, lo scorso 19 aprile, nella mattinata del sabato per assistere e fotografare la processione a conclusione dei riti della settimana pugliese. "La Desolata: Il Dolore e la Devozione in Bianco e Nero" il titolo del progetto in italiano con 9 fotografie esposte e scattate :"Nella quiete del Sabato Santo, le strade di Canosa di Puglia si animano di un'onda silenziosa e potente: centinaia di donne vestite di nero, veli impenetrabili sul volto, accompagnano la Madonna Desolata nella sua ricerca disperata del Figlio." Come riportano i dettagli della descrizione tradotta dall'inglese da Marcello Martinucci per il Festival Internazionale della Fotografia a Trieste: "È un rito antico, dove il dolore sacro si mescola alla tradizione, e il lutto individuale diventa corale. Questa serie fotografica cattura l'essenza della Processione della Desolata attraverso un bianco e nero che esalta contrasti profondi: il candore delle mani, levate in preghiera o strette in segno di sofferenza, risplende sul nero dei vestiti, simbolo di lutto e devozione. Ogni scatto è un frammento di un racconto collettivo, dove il sacro si fa umano e il dolore si trasforma in arte. Le immagini, ci invitano a riflettere sul legame eterno tra madre e figlio, sulla fede che diventa gesto, e sulla bellezza - conclude Martinucci - struggente di una tradizione che resiste al tempo."

Trieste è la seconda tappa per Marcello Martinucci (59 anni), laureato in informatica, freelance di origini salernitane, residente a Reggio Emilia, dopo aver partecipato a Modena alla mostra "Tresigallo metafisica ", a luglio scorso. Appassionato di nuove tecnologie, "mi sono innamorato della fotografia durante i viaggi di lavoro. La voglia di immortalare momenti speciali, luoghi, persone attraverso la fotografia, la mia passione principale." Ha tra l'altro dichiarato Marcello Martinucci nel corso della presentazione del suo progetto con la promessa di tornare a Canosa l'anno prossimo per i riti della settimana santa pugliese e visitare i siti e parchi archeologici, invitando, al contempo, alla mostra "Trieste Photo Days" che racchiude diario, viaggio e rivelazioni dell'obiettivo fotografico che cattura la bellezza con precisione, raffinatezza e massima attenzione ai dettagli.
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