Emiliano
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Amministrazioni ed Enti

Il metodo democratico che ha guidato il nostro agire in questi anni va preservato

Il presidente Michele Emiliano all’inaugurazione della 88a Fiera del Levante

"""Signore e Signori, benvenuti all'inaugurazione della 88a Fiera del Levante. Cari amici, mi dispiacerà l'anno prossimo non essere più con voi a fare questo discorso dopo 21 inaugurazioni della Fiera del Levante. Sono stati anni esaltanti, sin dalla prima volta nel 2004 quando Berlusconi mi disse "bel discorso, ma la prossima volta legga più lentamente se no non si capisce niente". Ero spaventato e volevo a tutti i costi finire in fretta! Sono stati giorni vissuti con entusiasmo, coinvolgimento e, a volte, anche con una buona dose di stress. Ci siamo misurati a parlare seriamente di politica e di economia, dei risultati raggiunti e delle cose che ancora avevamo da fare. Sempre in amicizia, con rispetto, evocando i giovani che stavamo chiamando a fare parte della nuova classe dirigente e ringraziando i più esperti che passavano ad altri più importanti incarichi. Questi venti anni ci hanno consentito di verificare insieme di cosa siamo capaci e di quello che non siamo riusciti a fare. Anche di ciò di cui è stato capace il centrosinistra pugliese che ha evitato le sindromi nazionali che gli impediscono dal 2006 di vincere le elezioni politiche. Possiamo dire di avere affermato un nostro modello di governo! Sin dal 2004, quando vincemmo le elezioni di Bari, abbiamo sempre vinto tutto e trasformato la Puglia in un'attrattiva ed interessante regione italiana del terzo millennio. Abbiamo voluto proporre un modello diverso da quello che in passato privilegiava la figura dell'uomo solo al comando che determinava tutto, persino chi dovesse essere il sindaco di un paesino. Leader isolati che, invece di generare fiducia, finivano per alimentare tensioni e spinte contrarie. Noi abbiamo scelto un percorso fatto di ascolto e partecipazione, convinti che le decisioni più solide nascano sempre da un lavoro comune.

Scrivemmo programmi di governo condivisi dal basso, in forum ai quali partecipavano migliaia di persone e definimmo piani strategici con l'aiuto delle Università e del Politecnico. Ci aprimmo ai migliori uomini e donne di Puglia senza chiedere loro da dove venissero, verificando con attenzione solo dove intendevano andare assieme alla loro comunità. I partiti, in profonda crisi, non presero bene la cosa ed etichettarono come trasformismo la nostra capacità attrattiva, paragonandola alle pratiche parlamentari di Giolitti e De Pretis che ovviamente erano tutt'altra cosa, svolgendosi ad elezioni già avvenute e non prima al momento della costruzione del progetto politico. Sulla base di questo patrimonio abbiamo fondato e fatto crescere un nuovo partito, il Partito Democratico che in Puglia si è radicato con maggior forza e intensità rispetto ad altrove e che oggi è il protagonista centrale di quello che è avvenuto e soprattutto di quello che avverrà. È stato così che l'asse politico della regione si è progressivamente spostato, trasformando quella che un tempo veniva definita 'l'Emilia Nera' in una terra dove il centrosinistra governa ancora oggi e dove l'esito elettorale appare spesso ampiamente prevedibile già prima del voto. Non si è trattato semplicemente di un fenomeno ideologico: è stato, soprattutto, un movimento di popolo, vivo e partecipato. I pugliesi hanno semplicemente valutato che la classe dirigente faticosamente costruita a partire dal 2004, fosse la più affidabile, perché collegiale, aperta verso programmi di coalizione rigorosamente concordati e chiari nei dettagli sin da prima delle elezioni. Nessuna fantasiosa figura carismatica ha mai contato davvero più del programma e del patto di governo che ci unisce, garantito quest'ultimo da presidenti vincolati agli impegni e ai valori della coalizione di partenza.

È così che i dati sullo sviluppo economico, sull'occupazione, sulla sanità, sul turismo, sulla cultura, sulla attrazione degli investimenti, sull'agricoltura, sulla capacità di trattamento delle acque e di gestione della siccità ci hanno assegnato un ruolo guida in tutto il Mezzogiorno. A questo si aggiungono le migliaia e migliaia di assunzioni nelle strutture della Regione Puglia, nella sanità regionale, nelle agenzie e aziende regionali, che hanno rafforzato la macchina amministrativa, rendendola più solida, efficiente e capace di dare risposte concrete ai bisogni dei cittadini. E non dimentichiamolo, hanno dato delle certezze a tantissimi figli di questa terra che hanno studiato qui o che sono rientrati in Puglia dopo aver studiato e lavorato fuori. Sono stati loro a permetterci di fare grandi passi avanti e ne sono certo, sono la base su cui si potrà costruire un futuro ancora migliore. Impegno di tutti per il futuro dovrà essere quello di lavorare per consentire a sempre più pugliesi di rientrare nella nostra terra insieme a tutti coloro che nel mondo sceglieranno la Puglia come luogo di elezione, o di non essere costretti ad abbandonarla. È così che le nostre candidature sono diventate naturali, prevedibili con largo anticipo e vincenti perché investiamo sulle persone anni ed anni prima, badando alla loro formazione, guidandole a riconoscersi come parte del processo politico che le ha espresse.

Nel 2004 sono "nati" tutti i politici più importanti del centrosinistra odierno, anche quelli che sembrano più giovani, e tutti abbiamo, con ruoli diversi, costruito con le persone di questa terra il blocco sociale e democratico che ha governato sino ad oggi in piena continuità, senza salti logici. Tutti noi siamo parte di questa storia, che abbiamo contribuito a costruire sin dall'inizio, e da essa non possiamo prescindere. La vera discontinuità non consiste nel rinnegare il passato, ma nel saperne valorizzare l'eredità per costruire un futuro ancora più solido. Ecco perché le profonde dissonanze degli ultimi mesi mi preoccupano. Quello che è successo nelle scorse settimane rimane imperscrutabile, perché non pare legato ad alcun reale tema di natura politica. E tuttavia, con la responsabilità di sempre e con l'amore per la propria terra, chi ha avuto più giudizio l'ha usato. Per il futuro dobbiamo assumerci l'impegno che episodi simili non si ripetano più. Lo comprendemmo sin dall'inizio, dal 2004, quanto fosse delicato il processo dello stare insieme per costruire un progetto comune. Per questo decidemmo di non utilizzare mai espressioni come: "se c'è lui, non ci sono io", "ci abbiamo già provato", "questa cosa è impossibile". In queste tre frasi sino a venti anni fa c'era tutta la incapacità di costruire una società pugliese diversa e sicura di sé nella quale l'identità di ciascuno non fosse ostacolo al lavoro comune. E soprattutto abbiamo smesso di pensare di non essere capaci, abbiamo dimostrato che in Puglia proviamo e riproviamo fino a che non rendiamo possibili anche le cose molto difficili. E aver superato questa prova ci ha reso più sicuri di noi stessi. Il metodo democratico che ha guidato il nostro agire in questi anni va preservato. Il vero lascito di questo percorso sta proprio qui, nel metodo partecipato che ci ha permesso di commettere meno errori di chi ci aveva preceduto e di crescere insieme.

La Puglia deve rimanere una terra consapevole dei diritti di ciascun cittadino, dove ognuno possa esprimere liberamente il proprio pensiero e scegliere da che parte stare. E io voglio continuare a difenderla, anche da semplice cittadino. Ogni candidatura dovrebbe innanzitutto nascere da un programma solido, frutto di confronto, rispetto e partecipazione, e presentato con trasparenza alla comunità. E permettetemi di dirlo, siamo in colpevole ritardo su questo, nonostante l'esperienza che abbiamo consolidato. Mettiamoci alle spalle queste settimane difficili e contraddittorie, tra tensioni, gesti eccessivi e smarrimento. Dobbiamo ritrovare unità, serietà e senso del limite. Imparare di nuovo ad essere generosi e a mantenere la parola data. Perché in questi anni abbiamo provato sempre a dire una cosa e poi farla, a prendere un impegno e poi a mantenerlo anche quando era veramente difficile riuscirci. Per il futuro impegniamoci a chiedere sempre conto di quello che viene preteso, per evitare che le condotte dei singoli sfocino nell'arbitrio. Oggi, guardandovi negli occhi, posso dire con orgoglio che la Puglia è più forte, più giusta, più prospera. Tutti siamo fieri di dirci pugliesi e questo sentimento nasce dal lavoro di migliaia di donne e uomini che hanno dato il loro contributo remando nella stessa direzione. Vorrei ringraziarli tutti uno ad uno per ogni singolo traguardo raggiunto.

Non è stato facile. Abbiamo ereditato sfide antiche, ma abbiamo saputo trasformarle in opportunità. Abbiamo lavorato con passione, con tenacia, e con la consapevolezza che il buon governo si misura sulla capacità di migliorare concretamente la vita delle persone. Dieci anni fa, la nostra terra era segnata dalla disoccupazione. Oggi, il tasso di occupazione è cresciuto dal 45,6% al 51,2%, e la disoccupazione femminile è scesa drasticamente dal 17,2% all'11,2%. Non ci accontentiamo, il divario di genere resta ancora un tema aperto, e su quello ci stiamo concentrando, per creare le condizioni affinchè il lavoro di qualità sia un diritto per tutti. Sul fronte dell'acqua, abbiamo fatto una scelta di civiltà: l'acqua resta pubblica. Abbiamo difeso l'Acquedotto Pugliese, una società al 100% pubblica, garantendo la gestione in house del servizio idrico integrato. Grazie alla legge regionale e al riconoscimento nazionale della strategicità di AQP, abbiamo messo in sicurezza un bene fondamentale per le nostre comunità, superando anche le iniziali perplessità del Governo. E affrontato a viso aperto anche la crisi idrica, con un Piano di emergenza che ha bilanciato gli interessi di tutti i comparti, tutelando l'uso potabile prioritario. I risultati si vedono: per il quinto anno consecutivo, la Puglia vanta la più alta qualità delle acque di balneazione in Italia, con quasi il 99,7% di acque "eccellenti". Un primato che è frutto di politiche ambientali serie e rigorose.

Abbiamo dato il via a una vera e propria "rivoluzione verde". Con il piano energetico ambientale regionale (PEAR), puntiamo a ridurre le emissioni di gas serra del 55% rispetto ai valori del 1990 entro il 2030 e a coprire il 42,5% dei consumi energetici con fonti rinnovabili. Concludere il mandato sapendo che la decarbonizzazione dello stabilimento siderurgico di Taranto è un obbligo vincolante per il nuovo acquirente è uno dei risultati per me più significativi. Lo avevamo detto sin dall'inizio che quella era l'unica strada per salvaguardare il primario diritto alla salute con il lavoro e il mantenimento della produzione ritenuta strategica dallo Stato. E alla fine siamo riusciti a raggiungere una intesa tra tutti i livelli istituzionali e tra forze politiche diverse. Per la prima volta nella storia di questa vicenda industriale si realizza una prospettiva che rimette al centro della politica la vita delle persone e la loro tutela. A Taranto, per la prima volta nella storia di una vicenda industriale così critica e rilevante per l'Italia e per l'Europa intera, siamo stati in grado di raggiungere una base comune tra tutti i livelli istituzionali competenti e tra forze politiche di diversa estrazione, mettendo come nostra ostinata consuetudine al centro della politica la vita delle persone. Lo avevamo chiesto sin dall'inizio e oggi la decarbonizzazione dello stabilimento siderurgico di Taranto, è un obbligo vincolante per il nuovo acquirente.

La raccolta differenziata è passata dal 50% al 62%, e abbiamo bonificato oltre 120 ettari di aree. Stiamo ampliando le aree protette e realizzando nuove politiche abitative per l'edilizia sociale. La nostra economia è in crescita ma soprattutto la Puglia è credibile a livello internazionale. Il valore aggiunto della Puglia è aumentato dell'11,4% tra il 2015 e il 2023, superando la media del Mezzogiorno e dell'Italia ma quello che conta è che gli investimenti, pur in un momento molto critico dal punto di vista geopolitico ed economico mondiale, non solo non rallentano ma aumentano considerevolmente: sui nostri bandi per le imprese nella programmazione in corso le proposte di investimento sono raddoppiate, per i Pia triplicate rispetto allo stesso periodo della scorsa programmazione e sono tutte trainate da ricerca, sviluppo e innovazione. Siamo l'ottava regione in Italia per numero di start-up innovative, e la provincia di Bari è quinta: il 60% delle startup di Tecnonidi viene da fuori Puglia. Abbiamo ricevuto 2.471 progetti imprenditoriali per circa 3 miliardi di euro di investimenti, promuovendo la trasformazione digitale, l'internazionalizzazione e la transizione ecologica. E con misure come "NIDI", abbiamo favorito l'autoimpiego di oltre 5.000 persone, con un'attenzione particolare a giovani e donne.

Abbiamo investito nelle connessioni urbane e extraurbane e nelle infrastrutture. Abbiamo ammodernato e messo in sicurezza la nostra rete ferroviaria, attuato un restyling di oltre 20 stazioni e la realizzazione di nuove tratte. E il welfare? La nostra Puglia è diventata la "Puglia che cura, connette, trasforma". Abbiamo investito oltre 882 milioni di euro nel rafforzamento del sistema integrato di welfare territoriale. Il Reddito di Dignità (ReD) non è solo un sussidio, ma un percorso di inclusione che ha coinvolto tantissime famiglie, promuovendo autonomia e competenze. Abbiamo esteso il ReD anche ai minori e giovani adulti sottoposti a provvedimenti dell'Autorità Giudiziaria Minorile, una misura innovativa per la loro riabilitazione sociale.

Nella sanità, abbiamo scalato la classifica nazionale sui livelli essenziali di assistenza, da ultimi diventando decimi in Italia e primi al Sud. In soli quattro anni abbiamo avviato e portato a termine i lavori per la costruzione di due nuovi e moderni ospedali: quello di Monopoli e il San Cataldo di Taranto, in totale 1000 posti letto. Due opere che rappresentano non soltanto nuove mura, ma luoghi di cura innovativi, attrezzati con le tecnologie più avanzate e pensati per dare dignità ai pazienti e migliori condizioni di lavoro agli operatori sanitari. Nel servizio sanitario regionale abbiamo realizzato oltre 10.000 nuove assunzioni e, con l'ultimo piano assunzionale attualmente in corso di applicazione, ne abbiamo autorizzate altre 3.600. Inoltre, sono state completate più di 5.000 stabilizzazioni.

E come non parlare del turismo? Se la Puglia oggi è riconosciuta in tutto il mondo come una delle mete più ambite, è perché abbiamo lavorato con una strategia chiara e un'ambizione grandissima. Dieci anni fa, non eravamo tra le prime dieci regioni per presenze turistiche. Oggi siamo sul podio, quarti in Italia per presenze turistiche con 16 milioni di pernottamenti nel 2024, il doppio rispetto al 2014. Il turismo in Puglia non è più un fenomeno estivo, ma una risorsa continua che genera occupazione e benessere per tutto l'anno. E stiamo andando avanti, con nuove sfide e un'ulteriore promozione della Puglia come destinazione turistica e cinematografica d'eccellenza, valorizzando i nostri cammini religiosi e la nostra enogastronomia, veri ambasciatori del Made in Puglia. Vi aspettavate un discorso nel quale avrei dovuto solo evidenziare le cose fatte in questi dieci anni che sono talmente tante e belle che abbiamo dovuto elencarle su una piattaforma web che potrete consultare su ladifferenzasivede.regione.puglia.it

Ed invece io devo confessarvi che ciò che penso di lasciarvi, per il momento, sia proprio questa formula democratica fondata sul primato della politica e della partecipazione da parte di tutti alle istruttorie via via più complesse ed articolate in proporzione alla loro importanza. A partire dal numero di telefono del Presidente disponibile per tutti, che in questi anni è stato uno straordinario strumento di formazione politica, non solo per me, ma per tutta la struttura impegnata a richiamare i cittadini che avevano suggerimenti e bisogni da indirizzarci. Via via risalendo fino all'ascolto permanente di associazioni, sindacati, forze politiche per arrivare alla decisione più corretta. Insistiamo nel credere in una politica fatta bene, fondata sulle regole della Costituzione, sull'amicizia, sul rispetto e sull'attenzione alle persone, considerate nella loro dignità e non come semplici follower. A chi verrà dopo di me auguro di saper proseguire questo cammino con la stessa gioia e con la necessaria autoironia che aiuti a vivere questa esperienza non solo come un peso, ma come un servizio nobile e condiviso. E mentre guardiamo al futuro della nostra regione, non possiamo dimenticare lo sguardo verso il mondo: le tragedie come quella che si sta consumando a Gaza ci ricordano ogni giorno quanto la pace, la libertà e la democrazia siano beni da difendere, e quanto sia nostro dovere custodirli con ancora maggiore cura.

Saluto tutti voi, cittadini e cittadine di questa splendida terra e del mondo: la Puglia, tanto bella quanto complessa, ricca di differenze che sono la sua forza. Governarla significa accogliere anche qualche contestazione e i pareri discordanti, perché solo dal confronto nascono la lucidità e la capacità di portarla avanti con coraggio e amore. Viva la Puglia!"""
E' il discorso del presidente della Regione Puglia Michele Emiliano all'inaugurazione della 88^ Fiera del Levante di Bari
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