Cinghiale
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Cronaca

Emergenza cinghiali: "La Regione dia il via libera alla caccia di selezione".

Le dichiarazioni del consigliere regionale Stea

"Recenti fatti di cronaca stanno riportando alla ribalta in modo eclatante le problematiche connesse alla presenza di branchi di cinghiali, con danni agli ecosistemi agro-forestali nonché ai manufatti e, soprattutto seri rischi per l'incolumità delle persone, non solo in aperta campagna, ma anche nelle nostre città, come dimostrano gli avvistamenti nelle periferie di Bari e Barletta". E' quanto scrive il consigliere della Regione Puglia, Gianni Stea (Gruppo Ap-Ncd-Lista Schittulli), in una nota inviata all'assessore all'Agricoltura, Caccia e Pesca, Leonardo Di Gioia. "Le popolazioni di cinghiale attualmente presenti sul territorio regionale sono in forte espansione. Una problematica non affatto risolvibile con costosissimi piani di cattura e traslocazione dei cinghiali, da destinare obbligatoriamente alla macellazione (come fatto dal Parco Nazionale dell'Alta Murgia), ma che deve essere gestita con continuità nel tempo. A questo punto è opportuno prendere a modello chi, prima di noi, ha fronteggiato il problema mediante la caccia di selezione prevista dalla L.n. 157/92 e dall'art. 11- quaterdecies comma 5 L. n. 248/2005".

Gianni Stea spiega che la "caccia di selezione, praticata con successo nella quasi totalità delle Regioni italiane da quanti sono in possesso delle necessarie abilitazioni, ha rappresentato lo strumento più rapido in grado di contenere numericamente la specie, riducendo enormemente i costi degli indennizzi per i danni patiti dagli agricoltori e le spese di prevenzione degli stessi, tanto che oggi la comunità scientifica la ritiene la forma più efficace ed economicamente sostenibile per gestire correttamente la specie". Il consigliere regionale quindi chiede all'assessore Di Gioia di procedere con urgenza alla modifica al Calendario venatorio 2015-2016, prevedendo il prelievo del cinghiale sulla base di specifici piani di abbattimento selettivi anche mediante la forma di "caccia di selezione" e nei periodi indicati dai documenti tecnici pubblicati dall'ISPRA, come peraltro richiesto dalla Federazione Regionale dell'ARCICACCIA, per arginare l'espansione della popolazione di cinghiale presente sull'intero territorio regionale ed in particolare nell'Area Metropolitana di Bari, in modo da scongiurare anche problemi di sicurezza per le persone.

"In generale – prosegue Stea diventa indispensabile promuovere ogni iniziativa per raggiungere un accordo operativo con tutti gli Enti competenti (Regione Puglia, Parchi Nazionali, ASL, Area Metropolitana e Province e ATC), affinché, trattandosi di popolazioni che insistono soprattutto su terrori a livelli di protezione e uso differente, vengano individuate, aree di gestione omogenee in cui attuare strategie concordate, condivise ed economicamente sostenibili dai diversi Enti. E' comunque necessario che il territorio, su base provinciale, venga suddiviso in distretti, in funzione della reale vocazione per la specie e delle forme di caccia a cui sottoporla, e precisamente in: a) aree idonee (aree boscate di notevole estensione), dove consentire il prelievo mediante la caccia in battuta/braccata/girata; b) aree problematiche (aree dove le coltivazioni agrarie s'inframezzano ad aree boscate di ridotte dimensioni, spesso contigue ai Parchi Nazionali e Regionali) dove consentire il prelievo mediante la caccia di selezione; c) aree non idonee (aree dove sono presenti coltivazioni di pregio o prossime a centri abitati, a grosse arterie di comunicazione, dove procedere agli interventi di eradicazione della specie".
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