
Territorio
Educare le nuove generazioni a scegliere e consumare cibo sano
I vantaggi della Dieta Mediterranea per una cultura della prevenzione
Puglia - domenica 25 maggio 2025
14.35
Grande attenzione ad uno stile di vita sano, fondato sulla corretta alimentazione e sulla prevenzione, con i punti ristoro di Coldiretti e Campagna Amica che forniscono la merenda a Km0 a tutti i partecipanti alla 'Corsa di Sant'Alberto", una gara podistica di 10 chilometri a Pietramontecorvino (FG), competitiva e non, dove è attiva la raccolta firme per una legge di iniziativa popolare che introduca l'obbligo dell'indicazione del Paese d'origine in etichetta per tutto il cibo in commercio nell'UE. A darne notizia è Coldiretti Puglia, in occasione della manifestazione sportiva a Pietramontecorvino in provincia di Foggia. Educare le nuove generazioni a scegliere e consumare cibo sano – aggiunge Coldiretti Puglia - significa investire nella salute di oggi e di domani, costruendo una cultura della prevenzione che parta dalla tavola. I vantaggi della Dieta Mediterranea sono minacciati dai rischi legati ai nuovi sistemi di etichettatura, come il Nutriscore. Questo sistema, promosso dalle multinazionali, penalizza proprio i prodotti simbolo della dieta mediterranea, focalizzandosi su alcune sostanze nutritive come zucchero, grassi e sale, senza considerare le quantità effettive assunte. È emblematico il fatto che alcuni prodotti tipici del Made in Italy siano catalogati con un "E" rosso (il punteggio di gran lunga peggiore), mentre l'olio extravergine d'oliva, universalmente riconosciuto come un elisir di lunga vita, è passato da poco ad ottenere una "B" rispetto alla "C" con la quale era entrato. Al contrario, bevande gassate e cibi ultra trasformati, spesso privi di ingredienti naturali e di ricetta conosciuta, ottengono il punteggio più alto con la lettera "A" e il bollino verde.
Il sistema fuorviante, sottolinea Coldiretti, dovrebbe essere definitivamente bloccato dalla nuova Commissione Europea, poiché, paradossalmente, finisce per escludere alimenti naturali e sani che fanno parte della tradizione alimentare da secoli, a favore di prodotti artificiali di cui, in alcuni casi, non si conosce nemmeno la composizione. Un patrimonio della Dieta Mediterranea che va difeso rispetto ai rischi connessi all'attuale norma dell'ultima trasformazione prevista dal codice doganale dei cibi che permette ai prodotti esteri di diventare 100% italiani con lavorazioni anche minime, dalle cosce di maiale olandesi che diventano prosciutti tricolori ai semilavorati cinesi usati nei trasformati di frutta e ortaggi. Questo scandalo è peraltro favorito dalla scarsità di controlli a livello comunitario. Meno del 10% dei prodotti agroalimentari in arrivo in Europa dai Paesi extra Ue si stima, infatti, sia sottoposto a verifiche fisiche, ovvero tese a testarne la salubrità, e non solo la documentazione allegata, con porti "colabrodo" come quello di Rotterdam dove c'è una totale inadeguatezza dei controlli e passa di tutto. Da qui l'iniziativa di Coldiretti ha portato oltre diecimila agricoltori alle frontiere, dal Brennero ai porti di Civitavecchia, Salerno e Bari, per chiedere un cambio di passo, con una raccolta di firme per una legge popolare che garantisca l'introduzione dell'obbligo dell'indicazione del Paese d'origine in etichetta su tutti i prodotti alimentari in commercio nell'Unione Europea. E' possibile sottoscrivere la proposta di legge in tutti i mercati contadini di Campagna Amica, negli agriturismi e in tutte le sedi territoriali ma anche sul web.
Il sistema fuorviante, sottolinea Coldiretti, dovrebbe essere definitivamente bloccato dalla nuova Commissione Europea, poiché, paradossalmente, finisce per escludere alimenti naturali e sani che fanno parte della tradizione alimentare da secoli, a favore di prodotti artificiali di cui, in alcuni casi, non si conosce nemmeno la composizione. Un patrimonio della Dieta Mediterranea che va difeso rispetto ai rischi connessi all'attuale norma dell'ultima trasformazione prevista dal codice doganale dei cibi che permette ai prodotti esteri di diventare 100% italiani con lavorazioni anche minime, dalle cosce di maiale olandesi che diventano prosciutti tricolori ai semilavorati cinesi usati nei trasformati di frutta e ortaggi. Questo scandalo è peraltro favorito dalla scarsità di controlli a livello comunitario. Meno del 10% dei prodotti agroalimentari in arrivo in Europa dai Paesi extra Ue si stima, infatti, sia sottoposto a verifiche fisiche, ovvero tese a testarne la salubrità, e non solo la documentazione allegata, con porti "colabrodo" come quello di Rotterdam dove c'è una totale inadeguatezza dei controlli e passa di tutto. Da qui l'iniziativa di Coldiretti ha portato oltre diecimila agricoltori alle frontiere, dal Brennero ai porti di Civitavecchia, Salerno e Bari, per chiedere un cambio di passo, con una raccolta di firme per una legge popolare che garantisca l'introduzione dell'obbligo dell'indicazione del Paese d'origine in etichetta su tutti i prodotti alimentari in commercio nell'Unione Europea. E' possibile sottoscrivere la proposta di legge in tutti i mercati contadini di Campagna Amica, negli agriturismi e in tutte le sedi territoriali ma anche sul web.