Valle d'Aosta Champdepraz - Viering -
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Religioni

Dal ricamo del ghiaccio al fuoco del cuore, cristallo rilucente di Dio

Le riflessioni di Don Salvatore Sciannamea

Dalla Valle d'Aosta innevata arrivano le riflessioni di don Salvatore Sciannamea, che dal 6 ottobre scorso è il parroco delle comunità di Issogne e di Champdepraz, assegnato temporaneamente come "fidei donum" della Diocesi di Andria. Il messaggio appena giunto pregno di significati s'intitola "Dal ricamo del ghiaccio al fuoco del cuore, cristallo rilucente di Dio" verso il Santo Natale.
"""Carissimi, la neve così abbondante, scesa dal cielo, oltre che a rinvigorire i nostri ghiacciai e rifornire le nostre sorgenti, graffia i nostri rumori, apportando un sublime silenzio a ciò che ci circonda. Un chiarore e una dolce armonia avvolge i nostri paesaggi, di uno splendore che apre al fiabesco ed all'incanto. Dobbiamo pagare un omaggio a tale bellezza che ci fa mettere in discussione alcuni nostri stili di vita, fondati sulla velocità e sull'efficientismo. I nostri archi di pietra si colorano di bianco quasi a ricordarci che dobbiamo essere ponti, ricoperti di una nuova purezza, quella che va accolta, come dono, dal cielo. Scorci inattesi aprono all'immissione nella Valle e gioielli di ghiaccio, rilucenti come cristalli, annunciano qualcosa di nuovo. C'è un nuovo passaggio; non quello che hanno varcato i galli, i franchi, i francesi, da Napoleone fino ai Savoia, da Annibale fino agli alpini o milioni di pellegrini sulla via Francigena. Un nuovo passaggio che ci interroga sulle nostre frane, su una nuova rete di protezione, per assicurare gli itinerari del nostro pellegrinaggio, come i pastori a Betlemme. Siamo in cammino come loro, invitati a lasciare i nostri recinti. C'è una rete fatta di gentilezza e protezione, come i rigagnoli che giungono a fondo valle, flutti che donano vitalità alle nostre terre, come la neve che alimenta le sorgenti. La sublimità dei nostri castelli, il loro ovattato silenzio, il bianco della neve che li avvolge, sono un richiamo al silenzio ed allo stesso tempo alla regalità, quella del vero Re, il Signore Gesù.

Prepariamoci dunque, nel silenzio, ad accogliere il Re dei re, non nella regalità di un trono, ma nella povertà di una mangiatoia, non nella forza e nella arroganza, ma nell'umiltà e nella debolezza, non nel dominio dispotico, ma nel servizio e nel nascondimento di un Dio che non fa rumore e sceglie di nascere in un rifugio, la cui corona sono gli animali, proprio come tanti ambienti dei nostri villaggi. I ricami di ghiaccio che adornano le nostre fontane, che avvolgono i nostri torrenti, siano segno del ricamo del cuore, quello di fuoco, per accogliere Gesù, il Dio che ci salva, l'Emmanuele, il Dio con noi. La neve, come una danza, ha unito cielo e terra, come in un abbraccio d'amore che fonde armonicamente il tutto. Adesso il nostro cuore deve danzare, unendo il silenzio assordante al grido di liberazione che sale da ogni uomo. L'orizzonte di Dio si fonde con quello dell'uomo, affinché rinasca la speranza, la gioia e la liberazione. Come i nostri paesi, abbarbicati maestosamente sui monti, esprimono panoramicamente una sublime bellezza, possa il nostro cuore abbarbicarsi alla grotta del Divin Bambino, per riflettere il suo incanto, la sua incommensurabile maestà e la straordinaria tenerezza di un Dio che ci giudica nel silenzio di un infante, poiché ogni arroganza tace dinanzi a tale AMORE, aprendosi al Mistero. Non lasciarti confondere dal rumore, dalle luci, dalle nenie…

Dio viene nel silenzio, nel nascondimento, nel buio, nella dimenticanza degli uomini. Viene in una grotta per morire in un sepolcro, è posto su una mangiatoia di legno per essere deposto da una croce, avvolto in fasce per essere avvolto morto, in un lenzuolo. Dio muore facendosi bambino, per morire ancora, diventando uomo e tutto questo solo per AMORE. Non permettere al Natale che diventi la festa dell'ipocrisia! È Natale quando entri nella grotta del tuo cuore, quando permetti a Dio di entrare nel tuo sepolcro. Possa tu scoprire che è Natale dove c'è più buio e meno luci, proprio perché lì ha scelto di nascere Dio, nelle tenebre del mondo e nel buio del nostro intimo. È solo lì che puoi trovare il vero sole, Gesù, la Luce del mondo. Ti auguro dunque di camminare nelle tenebre del tuo rancore, della tua tristezza, della tua arroganza, dell'orgoglio e della vanità per lasciarti illuminare dal perdono, dalla gioia, dall'umiltà e dal dono che dona senso e significato a ciò che hai ed a ciò che sei. So anche che saprai perdonare la fermezza di queste parole per il bene che già ti abita. Auguri di buon cammino per vivere felicemente il vero Natale. Auguri di cuore! Con affetto il tuo parroco amico e fratello Salvatore"""

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