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Il primato del pubblico sugli interessi privati è la sola vera risposta alla marginalizzazione dei territori
La nota di Pier Paolo Caserta, candidato al Consiglio regionale con Puglia Pacifista e Popolare,
lunedì 10 novembre 2025
9.30
iReport
Come membro dell'Esecutivo nazionale di Risorgimento Socialista, partito impegnato nella prospettiva di ricostruzione di una sinistra di classe e perciò alieno da qualsiasi formula moderata o "campo largo", ho accettato in piena continuità di intenti la candidatura a consigliere regionale nella lista Puglia Pacifista e Popolare, a sostegno della candidatura di Ada Donno a presidente della regione Puglia. La motivazione è corroborata dalla mia biografia, di canosino d'adozione e insegnante. Nel quadro delle prossime elezioni regionali pugliesi, Puglia Pacifista e Popolare rappresenta un'opzione seria e dignitosa per quanti non si riconoscono nel pessimo duopolio
Destra / centro-sinistra. La lista è formata da tre partiti strutturati: RS, Partito Comunista Italiano e Potere al Popolo e sostenuta anche da ampie componenti dei movimenti per la Pace e per l'ambiente.
Le ragioni e la prospettiva politica di Puglia Pacifista e Popolare sono racchiuse negli aggettivi chiamati a qualificarla: "pacifista" e "popolare". Il primo punto del programma di PPeP mette al centro la Pace. L'obiettivo prioritario è di portare la Puglia fuori dal sistema della guerra, compiendo una netta scelta di campo radicata nei principi fondativi dell'internazionalismo e dell'antimperialismo. Strettamente complementare è la priorità di restituire protagonismo, diritti effettivi e partecipazione alle classi lavoratrici e popolari, sempre più messe ai margini da una politica oligarchica nell'essenza, che si è fatta espressione di interessi privati e clientelari a discapito dell'interesse pubblico.
Le aree interne della BAT hanno scontato una progressiva e crescente marginalizzazione, con effetti drammatici anche in termini di salute pubblica, come conseguenza non certo di un destino inevitabile, ma di precise scelte politiche. In molti avvertono la necessità di un riscatto della propria terra, ma si realizza un vero paradosso quando questa spinta viene indirizza verso il sostegno e il voto proprio a quelle forze che, a livello sia locale che regionale, hanno dato libero corso agli interessi privati, il cui straripare deve essere considerata la causa più rilevante alla base della situazione attuale.
Il riscatto, piuttosto, può passare solo per la rottura del legame con le oligarchie, le clientele, i comitati d'affari che tengono in scacco i territori, e con i loro referenti politici che, ancora una volta, si presentano agli elettori chiedendone il voto, grazie al quale continueranno a tutelare quegli stessi interessi dei quali sempre sono stati garanti.
Nelle aree periferiche ci si cura con maggiori difficoltà a causa dello smantellamento della Sanità pubblica regionale (carenza di presidi ospedalieri, lunghi tempi di attesa per accedere alle prestazioni sanitarie, migrazione sanitaria), e per giunta si muore di più e prima anche come conseguenza delle scellerate politiche industriali e ambientali, basti pensare alle discariche della BAT, i cui effetti sulla salute delle comunità territoriali e sull'ambiente sono assodati. E si aggiunga ancora, a completare il quadro, la condizione del sistema dei trasporti. Anche in questo caso, le scelte politiche hanno amplificato le distanze, costringendo a tempi ingiustificatamente lunghi per raggiungere l'università, il lavoro e i luoghi nevralgici della regione o del Paese.
Tutto questo dimostra che i problemi non sono mai isolati, sono interconnessi. Il nodo centrale è lo stesso in tutti gli ambiti: il settore privato, per sua natura, si preoccupa solo di ciò che è profittevole e riduce o dismette tutto ciò che non lo è; deve, pertanto, essere subordinato all'interesse pubblico. Soltanto Puglia Pacifista a Popolare pone al centro del suo programma la necessità di una radicale inversione di tendenza del modello neoliberista, riportando sotto la piena gestione pubblica, nella misura delle competenze regionali, settori vitali quali la Sanità, i trasporti, il diritto alla casa e all'abitare, il Lavoro, le politiche industriali e ambientali.
Pier Paolo Caserta, insegnante, candidato al Consiglio regionale con Puglia Pacifista e Popolare, nelle circoscrizioni della BAT e di Bari
Destra / centro-sinistra. La lista è formata da tre partiti strutturati: RS, Partito Comunista Italiano e Potere al Popolo e sostenuta anche da ampie componenti dei movimenti per la Pace e per l'ambiente.
Le ragioni e la prospettiva politica di Puglia Pacifista e Popolare sono racchiuse negli aggettivi chiamati a qualificarla: "pacifista" e "popolare". Il primo punto del programma di PPeP mette al centro la Pace. L'obiettivo prioritario è di portare la Puglia fuori dal sistema della guerra, compiendo una netta scelta di campo radicata nei principi fondativi dell'internazionalismo e dell'antimperialismo. Strettamente complementare è la priorità di restituire protagonismo, diritti effettivi e partecipazione alle classi lavoratrici e popolari, sempre più messe ai margini da una politica oligarchica nell'essenza, che si è fatta espressione di interessi privati e clientelari a discapito dell'interesse pubblico.
Le aree interne della BAT hanno scontato una progressiva e crescente marginalizzazione, con effetti drammatici anche in termini di salute pubblica, come conseguenza non certo di un destino inevitabile, ma di precise scelte politiche. In molti avvertono la necessità di un riscatto della propria terra, ma si realizza un vero paradosso quando questa spinta viene indirizza verso il sostegno e il voto proprio a quelle forze che, a livello sia locale che regionale, hanno dato libero corso agli interessi privati, il cui straripare deve essere considerata la causa più rilevante alla base della situazione attuale.
Il riscatto, piuttosto, può passare solo per la rottura del legame con le oligarchie, le clientele, i comitati d'affari che tengono in scacco i territori, e con i loro referenti politici che, ancora una volta, si presentano agli elettori chiedendone il voto, grazie al quale continueranno a tutelare quegli stessi interessi dei quali sempre sono stati garanti.
Nelle aree periferiche ci si cura con maggiori difficoltà a causa dello smantellamento della Sanità pubblica regionale (carenza di presidi ospedalieri, lunghi tempi di attesa per accedere alle prestazioni sanitarie, migrazione sanitaria), e per giunta si muore di più e prima anche come conseguenza delle scellerate politiche industriali e ambientali, basti pensare alle discariche della BAT, i cui effetti sulla salute delle comunità territoriali e sull'ambiente sono assodati. E si aggiunga ancora, a completare il quadro, la condizione del sistema dei trasporti. Anche in questo caso, le scelte politiche hanno amplificato le distanze, costringendo a tempi ingiustificatamente lunghi per raggiungere l'università, il lavoro e i luoghi nevralgici della regione o del Paese.
Tutto questo dimostra che i problemi non sono mai isolati, sono interconnessi. Il nodo centrale è lo stesso in tutti gli ambiti: il settore privato, per sua natura, si preoccupa solo di ciò che è profittevole e riduce o dismette tutto ciò che non lo è; deve, pertanto, essere subordinato all'interesse pubblico. Soltanto Puglia Pacifista a Popolare pone al centro del suo programma la necessità di una radicale inversione di tendenza del modello neoliberista, riportando sotto la piena gestione pubblica, nella misura delle competenze regionali, settori vitali quali la Sanità, i trasporti, il diritto alla casa e all'abitare, il Lavoro, le politiche industriali e ambientali.
Pier Paolo Caserta, insegnante, candidato al Consiglio regionale con Puglia Pacifista e Popolare, nelle circoscrizioni della BAT e di Bari
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