Mara Navarria
Mara Navarria
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Quando lo sport è anche una questione di famiglia

Dal Meeting di Rimini, gli interventi di campioni di varie discipline

Confronto conclusivo allo Sport Village del Meeting di Rimini di sabato scorso sul tema "Sport e famiglia", con gli interventi di campioni di varie discipline a cui Davide Giuliani, giornalista del TG Meeting, ha chiesto quanto abbia inciso il "fattore famiglia" sulle rispettive carriere ad alto livello. La prima a prendere la parola è stata la campionessa di scherma Mara Navarria, recente bronzo di spada a squadre ai mondiali di Budapest, che a Londra, Olimpiadi 2012 scoprì di essere in attesa di Emanuele. Ma lei ha investito su questo e la sua attività sportiva ha fatto un salto di qualità, arrivando anche al primo posto nella classifica di coppa del mondo. Cosa è cambiato dunque nella sua storia? Quale è diventata la sua consapevolezza come atleta, come donna e come mamma? «Tornai da Londra senza medaglie, ma con l'idea che sarei diventata mamma. E' stata la cosa più bella in quel momento. La Federazione mi ha aiutato. Dopo il parto in aprile, in agosto andai ai mondiali e arrivai al sesto posto. Ora il tempo che dedico alla scherma è più consapevole. La maternità mi ha dato una nuova energia, un equilibrio, una capacità di organizzarmi negli allenamenti come nella vita privata».

Marco Marchei ha preso parte alle maratone di Mosca '80 e Los Angeles '84 ed è stato il primo italiano a giungere quarto alla maratona di New York. Come si cresce un figlio o, come nel sua caso, una figlia campione a sua volta? «Diventando insegnante di educazione fisica ho cominciato a trasmettere il mio amore per lo sport. Ci sono situazioni che mettono a disagio i genitori che voglio avviare i figli alla pratica. I genitori sono fondamentali a qualsiasi livello per la pratica sportiva, ma devono anche imparare a non intromettersi nelle scelte societarie. Noi siamo una famiglia che ha creduto che lo sport potesse aggiungere valore alla vita». A Valentina Marchei, pattinatrice sul ghiaccio che ha partecipato ai Giochi Olimpici Invernali nel 2014 e 2018, la domanda come invece vive tutto questo da figlia. «Siamo sempre stati molto competitivi. Volevo sempre andare, vincere. Crescere con un papà sportivo è crescere con una persona che ti lecca le ferite. Ho imparato a far pattinare il cuore e non solo i miei sogni».

«Qual è il ruolo del Csi nel far crescere anche il ruolo delle famiglia a fianco dei giovani atleti?» ha chiesto poi Giuliani al presidente Csi Vittorio Bosio. «Mettiamo a disposizione delle famiglie strumenti educativi. Se la nuova legge delega di riforma dello sport potrà aiutare, come nelle intenzioni dei promotori, lo sport di base? Io sono come San Tommaso, e finche non vedo non credo. Ne abbiano sentite tante di promesse in questi anni, ma le società sportive di base sono state lasciate da sole. Uno sport per tutti farebbe bene anche allo sport di vertice».

Per Alex Giorgetti, pallanuotista, già campione del mondo, ambassador Fondazione Laureus Sport for Good Italia Onlus, lo sport ha acquisito anche un nuovo valore grazie alla fede. «Vedevo negli occhi di miei amici una felicità che mi mancava, ed avevo vinto il mondiale… Ho conosciuto Paolo Brosio e sono partito per un pellegrinaggio a Medjugorie. La Madonna mi ha cambiato come uomo non come atleta. Ora, tornato da una vacanza della Cdo Sport, posso dire di considerarla la mia vera famiglia. L'amore è per me il vero concetto dello sport. C'è sempre una soluzione ad ogni cosa, non bisogna aver paura. E quella soluzione è Dio».
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