
Storia
La "Grande Storia" narrata nella sua interezza
A Barletta, presentato il saggio "Le trappole Balcaniche dalla Dalmazia al Friuli" di Giuseppe Dicuonzo
BAT - giovedì 9 ottobre 2025
22.35
Larga partecipazione di pubblico, con molti rappresentanti di associazioni d'arma, combattentistiche, socio- culturali e volontariato alla presentazione del saggio "Le trappole Balcaniche dalla Dalmazia al Friuli " scritto dal Cav. Dott. Giuseppe Dicuonzo (Sansa) che si è svolta a Barletta presso il Salone della Chiesa Santa Maria degli Angeli, lo scorso 3 ottobre. L'incontro storico-culturale è stato organizzato e promosso dall'Associazione Nazionale Insigniti Onorificenze Cavalleresche (ANIOC) Delegazione Comunale di Barletta, dalle Associazioni Libero Comune di Zara in Esilio, Dalmati italiani nel mondo. L'incontro aperto dal Cavaliere Savino Dibenedetto delegato ANIOC-Barletta, ha visto il giornalista Pino Curci in veste di moderatore e il professore Sabino Redavid, relatore storico che hanno dialogato con l'autore Giuseppe Dicuonzo. E' nato a Pola nel 1944 in un rifugio antiaereo quando sulla stessa città imperversavano i bombardamenti alleati, sopravvissuto ai pesanti bombardamenti, alle persecuzioni tedesche ed allo sterminio della pulizia etnica e del genocidio dei partigiani delle formazioni titine cui erano in qualche caso aggregate formazioni partigiane rosse italiane. Nel 1946, Giuseppe Dicuonzo ha attraversato con i genitori l'Adriatico sbarcando esule ad Ortona a Mare e raggiungendo poi Barletta con un treno merci. Ha pubblicato articoli e curato ricerche, conferenze e libri su argomenti prevalentemente storici della Venezia Giulia e Dalmazia, vincendo premi letterari internazionali.
"Il mondo è un libro, e quelli che non viaggiano ne leggono solo una pagina". La metafora del viaggio di Sant'Agostino, come fonte di conoscenze e di esperienze, non è passata inosservata sulla copertina del saggio "Le trappole Balcaniche dalla Dalmazia al Friuli " per Edizioni Nuova Prhomos che narra la grande storia dalla viva voce di uno dei suoi protagonisti Giuseppe Dicuonzo (Sansa). Il libro si sviluppa entro una pluralità di tematiche che mettono a fuoco le lacerazioni del popolo delle terre del Nord Est d'Italia e l'autore, con rigidissimo rigore intellettuale, evidenzia quanto accaduto a guerra finita e pertanto in periodo di pace descrivendo in maniera minuziosa i vari campi di concentramento ma anche vari sacrifici umani compiuti da coloro che volevano difendere l'italianità delle terre del Nord Est non solo dell'Istria e della Dalmazia ma anche del Friuli. È un lavoro come evidenziato nella presentazione che costituisce il ricordo-testimonianza della storia delle terre orientali d'Italia che hanno insanguinato le vicende storiche di questo territorio.
A fare da colonna sonora alla serata: "l'Inno di Mameli" che ha aperto l'incontro; il "Va pensiero" di Giuseppe Verdi, l' inno ufficiale degli esuli giuliano-dalmati; "La campana di San Giusto", un brano musicale patriottico scritto da Giovanni Drovetti in riferimento ad una delle campane della Cattedrale di Trieste, particolarmente cara agli irredentisti italiani durante la prima guerra mondiale che vide l'Italia partecipare a questo conflitto per completare l'unità nazionale con l'annessione del Trentino-Alto Adige e della Venezia Giulia; e, in conclusione dell'incontro, la canzone "Vola colomba" di Nilla Pizzi che racconta la storia, facendo commuovere e cantare per il suo messaggio 'patriottico' e di speranza veicolato dalla simbolica colomba bianca, da sempre rappresentante di pace e liberazione.. Con il saggio "Le trappole Balcaniche dalla Dalmazia al Friuli " l'autore Giuseppe Dicuonzo conserva la memoria storica della comunità giuliano –dalmata in quanto i drammatici avvenimenti trattati formano parte integrante della sua vicenda nazionale che "devono essere radicati nella memoria di ciascuno di noi " e poi spiegati e tramandati alle future generazioni.
"Il mondo è un libro, e quelli che non viaggiano ne leggono solo una pagina". La metafora del viaggio di Sant'Agostino, come fonte di conoscenze e di esperienze, non è passata inosservata sulla copertina del saggio "Le trappole Balcaniche dalla Dalmazia al Friuli " per Edizioni Nuova Prhomos che narra la grande storia dalla viva voce di uno dei suoi protagonisti Giuseppe Dicuonzo (Sansa). Il libro si sviluppa entro una pluralità di tematiche che mettono a fuoco le lacerazioni del popolo delle terre del Nord Est d'Italia e l'autore, con rigidissimo rigore intellettuale, evidenzia quanto accaduto a guerra finita e pertanto in periodo di pace descrivendo in maniera minuziosa i vari campi di concentramento ma anche vari sacrifici umani compiuti da coloro che volevano difendere l'italianità delle terre del Nord Est non solo dell'Istria e della Dalmazia ma anche del Friuli. È un lavoro come evidenziato nella presentazione che costituisce il ricordo-testimonianza della storia delle terre orientali d'Italia che hanno insanguinato le vicende storiche di questo territorio.
A fare da colonna sonora alla serata: "l'Inno di Mameli" che ha aperto l'incontro; il "Va pensiero" di Giuseppe Verdi, l' inno ufficiale degli esuli giuliano-dalmati; "La campana di San Giusto", un brano musicale patriottico scritto da Giovanni Drovetti in riferimento ad una delle campane della Cattedrale di Trieste, particolarmente cara agli irredentisti italiani durante la prima guerra mondiale che vide l'Italia partecipare a questo conflitto per completare l'unità nazionale con l'annessione del Trentino-Alto Adige e della Venezia Giulia; e, in conclusione dell'incontro, la canzone "Vola colomba" di Nilla Pizzi che racconta la storia, facendo commuovere e cantare per il suo messaggio 'patriottico' e di speranza veicolato dalla simbolica colomba bianca, da sempre rappresentante di pace e liberazione.. Con il saggio "Le trappole Balcaniche dalla Dalmazia al Friuli " l'autore Giuseppe Dicuonzo conserva la memoria storica della comunità giuliano –dalmata in quanto i drammatici avvenimenti trattati formano parte integrante della sua vicenda nazionale che "devono essere radicati nella memoria di ciascuno di noi " e poi spiegati e tramandati alle future generazioni.