
Territorio
L’inquinamento da plastica è una crisi globale
L'appello da tutto il mondo dei referenti Plastic Free per trovare un accordo nei negoziati ONU sul trattato globale contro l’inquinamento da plastica
Italia - mercoledì 13 agosto 2025
16.52
I lavori della quinta sessione dell' Intergovernmental Negotiating Committee (INC-5) sul trattato globale per fermare l'inquinamento da plastica sono fermi. Le divergenze emerse tra i Paesi, che rischiano di diventare un ostacolo difficilmente superabile, riguardano questioni centrali: dai meccanismi di finanziamento alla portata vincolante del testo, fino alla menzione degli effetti delle microplastiche sulla salute umana e perfino al titolo stesso del trattato. Arabia Saudita e altri Paesi del Golfo, Stati Uniti e Cina mantengono una posizione di assoluta intransigenza, respingendo ogni tentativo di mediazione. In questo contesto di stallo, i referenti internazionali di Plastic Free Onlus, associazione ambientalista italiana nata nel 2019 e oggi presente in oltre 40 Paesi, hanno diffuso un video-appello rivolto ai delegati dell'INC, chiedendo di agire "con coraggio, determinazione e responsabilità" per approvare un accordo forte e vincolante, senza compromessi al ribasso e senza ulteriori ritardi. "L'inquinamento da plastica è una crisi globale che sta avvelenando oceani, cibo, acqua e perfino i nostri corpi – dichiara Luca De Gaetano, Fondatore e Presidente di Plastic Free Onlus –. I negoziati in corso sono un momento cruciale: la comunità internazionale non può permettersi un trattato annacquato o rinvii che comprometterebbero il futuro delle prossime generazioni". Nel video diffuso sui social, i referenti dell'associazione hanno invitato i negoziatori a "non lasciare che siano le lobby industriali a scrivere il nostro futuro" e ad "ascoltare le voci delle persone, dei bambini e della comunità scientifica in tutto il mondo".
"Ogni giorno di ritardo è un passo indietro nella lotta a un inquinamento che non conosce confini – conclude De Gaetano –. Chiediamo a tutti i delegati di mettere da parte interessi di parte e di lavorare per un testo ambizioso, efficace e realmente vincolante. Il mondo sta finendo il tempo a disposizione: serve agire ora, prima che sia troppo tardi". I negoziati proseguiranno in questa sessione fino alla sera di giovedì 14 agosto, nella speranza di giungere a un testo condiviso. L'obiettivo iniziale di concludere i lavori entro la fine del 2024 non è stato raggiunto e, a oggi, il processo appare ancora in alto mare. L'unica possibilità concreta per sbloccare lo stallo sembra essere l'eliminazione dal trattato degli articoli più controversi, come quello sui limiti alla produzione della plastica, rinviando invece alle future COP (Conferenze tra le parti) la definizione di aspetti più organizzativi, su cui in questo momento non si sta trovando convergenza.
"Ogni giorno di ritardo è un passo indietro nella lotta a un inquinamento che non conosce confini – conclude De Gaetano –. Chiediamo a tutti i delegati di mettere da parte interessi di parte e di lavorare per un testo ambizioso, efficace e realmente vincolante. Il mondo sta finendo il tempo a disposizione: serve agire ora, prima che sia troppo tardi". I negoziati proseguiranno in questa sessione fino alla sera di giovedì 14 agosto, nella speranza di giungere a un testo condiviso. L'obiettivo iniziale di concludere i lavori entro la fine del 2024 non è stato raggiunto e, a oggi, il processo appare ancora in alto mare. L'unica possibilità concreta per sbloccare lo stallo sembra essere l'eliminazione dal trattato degli articoli più controversi, come quello sui limiti alla produzione della plastica, rinviando invece alle future COP (Conferenze tra le parti) la definizione di aspetti più organizzativi, su cui in questo momento non si sta trovando convergenza.