Spartito Inno della Desolata
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Eventi e cultura

L’Inno della Desolata in the world

Dopo il concerto di Berlino anche al Ravenna Festival. A cura di Bartolo Carbone

Si apprende da più fonti, articoli stampa e video on line, che l'Inno della Desolata, patrimonio storico, musicale e di devozione popolare di Canosa di Puglia (BT), è stato cantato in diverse manifestazioni di rilievo anche a livello internazionale.
Il 13 marzo 2013 è stata la Banda di Ruvo di Puglia, con il pianista Livio Minafra ed il gruppo musicale barese Faraualla, che si è esibita in concerto alla Philharmonie Berlin Chamber Music Hall di Berlino, nell'ambito dell'Unterwegs-Weltmusik Mit Roger Willemsen, proponendo musiche del sud Italia ispirate alle processioni della Settimana Santa.
Per l'occasione sono state proposte musiche composte da : Luigi Cirenei (1881-1946) tra gli artefici a nobilitare il suono della banda; Antonio Amenduni (1896-1988) e Alessandro Amenduni (1904-2002), i fratelli di Ruvo di Puglia(BA) autori di marce funebri di altissimo livello artistico, per pathos e profonda ispirazione; il canosino Domenico Iannuzzi (1862 – 1929) 1°clarinettista della Banda "Conte di Torino" e autore dell'Inno della Desolata su testo poetico di Jacopone da Todi (1233-1306).

Nell'ambito de "La Settimana Santa in Puglia" il concerto è stato replicato il 17 marzo scorso a Ruvo Di Puglia(BA) con il M° Michele Di Puppo, direttore per la parte musicale tradizionale ed il trombettista Pino Minafra, direttore e compositore per la parte musicale contemporanea.
Nel 1993, da un'idea di Pino Minafra "vero ambasciatore nel mondo della musica" è nato il progetto "La Banda" per cercare di salvare dall'oblio una grande tradizione musicale tipica del Sud Italia che ha prodotto un suono originale e unico al mondo.
L'intento del compositore e trombettista ruvese è stato quello di documentare su disco ottico la tradizione musicale classica della banda con arie d'opera, marce sinfoniche e musiche della settimana santa e nello stesso tempo di proiettare la banda nel suono contemporaneo, facendola confrontare con i linguaggi musicali più innovativi grazie alla presenza di compositori e solisti di valore internazionale.

Il primo lavoro discografico dal titolo "Passione e Morte - La musiche della Settimana Santa a Ruvo di Puglia" è stato pubblicato nel 1994 mentre il secondo cd "La Banda - Musica sacra della Settimana Santa" nel 2011. Questo progetto storico culturale, che festeggia quest'anno il ventennale della fondazione, è stato realizzato anche grazie al sostegno di Puglia Sounds, impegnata nel promuovere lo sviluppo del sistema musicale pugliese ed a valorizzare tutte le attività collegate al comparto.
A pochi mesi di distanza dal concerto ruvese, il 6 luglio scorso, la Banda di Ruvo di Puglia affiancata da Livio Minafra e dal Quartetto Vocale Faraualla ha partecipato con un ricco programma musicale alla XXIVa Edizione del Ravenna Festival svoltasi nei Giardini Pubblici della città romagnola.
La manifestazione ravennate tra le più significative e longeve del panorama nazionale, ha celebrato le "Alchimie Popolari", seguendo una linea intrapresa negli anni scorsi dedicando ampio spazio alle bande musicali.

In merito il maestro Riccardo Muti, fondatore del Ravenna Festival, ha dichiarato che la «Banda non è sinonimo di qualità inferiore, né di strumenti popolari e di bocca buona con cui ci si può arrangiare. Al contrario, sono strumenti nobili, pensate a Verdi quanto deve alle bande che ascoltava da ragazzo, e che lui usa per annunciare l'arrivo del re Duncano nel Macbeth». Il percorso musicale intitolato "Tradizione e Innovazione" promosso dalla Banda di Ruvo di Puglia, nei più importanti festival europei di jazz, musica classica e contemporanea, ha pienamente dimostrato l'attualità e il vigore di questo suono caldo, vivo e generoso, ancora tutto da esplorare oltre che da preservare.
L'UNESCO di recente ha approvato che il fenomeno delle Bande al Sud Italia è Patrimonio Immateriale Mondiale dell'Umanità.

Nel 2003, l'UNESCO con una convenzione, ha stabilito che nel "patrimonio culturale immateriale" fanno parte: """le pratiche, le rappresentazioni, le espressioni, le conoscenze, i saperi e i saper fare, – associati agli oggetti, agli strumenti, ai manufatti e agli spazi culturali ad essi collegati – che le comunità, i gruppi e, in alcuni casi, gli individui riconoscono come facenti parte del loro patrimonio culturale.
Ciò che connota il patrimonio culturale intangibile è la trasmissione orale di generazione in generazione, nella dinamica sociale e culturale; esso è costantemente ricreato dalle comunità e dai gruppi interessati in conformità al loro ambiente, alla loro interazione con la natura e alla loro storia, e fornisce loro il senso di identità e di continuità, promuovendo così il rispetto per la diversità culturale e la creatività umana""".

Nel 2009, la Levante Editori ha pubblicato un libro dal titolo "La banda musicale di Canosa di Puglia e l'Azienda Comunale dal 1860 al 2009. Il contratto a termine degli operai musicali tra eventi, opere d'arte e curiosità." Un'opera corposa e "interdisciplinare" scritta dal professore Vitaliano Iannuzzi, titolare della cattedra di pianoforte principale presso il Conservatorio di Musica "N. Piccinni" di Bari che racchiude la storia della banda locale con riferimenti alla letteratura, alla pittura, al pianismo e sottili "divagazioni" al "turismo musicale pugliese" ed alle "passeggiate musicali", autentiche testimonianze di un patrimonio storico culturale degno della massima attenzione. Inoltre, da oltre dodici anni, il Coro Filarmonico "Enzo de Muro Lomanto" di Canosa di Puglia, insignito nel 2011 del riconoscimento di "gruppo di musica popolare e amatoriale di interesse comunale", è impegnato fattivamente nel recupero, nella valorizzazione e promozione della musica con ricerche studi e diversi concerti che hanno riproposto anche l'Inno della Desolata in una versione particolare e coinvolgente.

Di notevole interesse e importanza il lavoro musicale che dal 1995 il quartetto vocale Faraualla sta portando avanti, improntato sulle ricerche dell'uso della voce come "strumento", attraverso la pratica della polifonia e la conoscenza delle espressioni vocali di diverse etnie e di periodi storici differenti. Lo storico gruppo barese che prende il nome dalla Grava di Faraualla, la più profonda cavità carsica della Murgia(a pochi km da Altamura) e immersa nei silenzi ispiratori delle credenze popolari, è composto da :Gabriella e Maristella Schiavone, Rosa Sorice e Teresa Vallarella, accompagnate dalle percussioni di Cesare Pastanella e Pippo D'Ambrosio.

Nei concerti esegue "a cappella" numerosi brani musicali, tra i quali anche l'Inno della Desolata inserito nel programma "Alla ricerca di un folclore immaginario", resi possibile dalle quattro voci straordinarie che emozionano gli spettatori.
Tanti interpreti, svariate performance, più versioni per l'Inno della Desolata che la mattina del sabato santo in occasione della processione a Canosa di Puglia(BT) viene ripetuto più volte lungo il tragitto raggiungendo l'apice degli ascolti e delle emozioni al rientro del simulacro della Madre Desolata nella Chiesa di San Biagio e San Francesco.
Un lungo drappo nero umano, il Coro della Desolata composto da oltre trecento donne con il volto coperto dalla veletta nera, dirette dal maestro Mimmo Masotina unitamente alla Banda Filarmonica "Giuseppe Verdi" di Canosa, attualmente sotto la direzione del M° Pino Lentini, che in questi anni ha attirato le attenzioni dei media per la sua peculiarità, davvero straziante, struggente, unica nel suo genere, interpretato con grande forza e passione da donne non professioniste del canto.
Religione e cultura, costume e musica, forme e modi espressivi, costituiscono il patrimonio popolare e devozionale canosino, ancora integro che affonda le radici nell'Ottocento e ancora più indietro nel tempo, da candidare a far parte del Patrimonio Immateriale Mondiale dell'Umanità.

Bartolo Carbone
Spartito Inno della DesolataInno della Desolata, Berlino
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