Le lettere di Agata Pinnelli

Vittorio Bari: una voce, vibrazione dell’anima

È l’arte, quando diventa canto, amore e preghiera

È ciò che ha mostrato nel suo breve, ma intenso percorso di vita umana ed artistica, Vittorio Bari (1974-2012), cantante lirico di Palo del Colle (BA), scomparso prematuramente all'età di 38 anni, al quale da poche ore è stato attribuito il "Premio Diomede alla Memoria 2014", l'alto riconoscimento al personaggio pugliese che ha prodotto con la sua opera culturale e sociale una ricaduta positiva sulla conoscenza e valorizzazione del territorio di Canosa di Puglia e della regione. Il canto, che con la musica e l'interpretazione scenica è un'arte bella e nobilitatrice di cuori, fa sempre da piacevole intermezzo e da degna cornice alla promozione territoriale nelle varie manifestazioni culturali, scientifiche e religiose, catturando, quasi rigenerandola, l'attenzione e il coinvolgimento emotivo del pubblico, alimentando quella "curiositas" di conoscere le radici, i luoghi di questi personaggi diventati simbolo del "territorio". Non solo, le presenze di Vittorio Bari nella nostra città hanno innalzato un ponte culturale con le realtà più lontane: il musicista Marco Frisina, di fama internazionale per la sua bella musica, è una di queste realtà con cui i cittadini canosini e pugliesi si sono rapportati in uno scambio di relazioni culturali, ma soprattutto umane, sigillate da una umiltà che accarezza il cuore. Ricordiamo con commozione durante l'ultimo concerto al Teatro Lembo sulla Divina Commedia il suo intervento telefonico con cui affettuosamente esprimeva quella presenza spirituale che, come la musica, abbraccia tutti in una comunicazione silenziosa, ma intensa. Infatti, in occasione della prima Edizione del Concorso Internazionale di Canto Niccolò Piccinni di Bari, vinto da Annalisa Carbonara, soprano di Bitetto, con cui condivise gioiosamente la sua vittoria come fosse lui stesso ad averla conseguita, da fiero artista del Sud """Un concorso di canto a Bari? – commentò Vittorio Bari in una recensione - Finalmente! Finalmente dopo il rogo del teatro Petruzzelli viene offerto a noi artisti del sud una importante possibilità per mostrare le nostre qualità e il nostro valore. Trentacinque i giovani in gara, provenienti da ogni parte d'Italia e del mondo, sette i finalisti, fra i primi quattro vincitori, ben tre artisti del Sud, segno questo che la nostra terra non è avara di talenti e che urge più che mai creare le condizioni perché nuovi artisti possano fiorire, crescere e affermarsi a livello nazionale ed internazionale. Per concludere l'augurio rivolto a tutti i giovani artisti del Sud di avere sempre la forza, l'entusiasmo e la volontà per non cedere di fronte all'incomprensione e alla indifferenza che spesso le istituzioni dimostrano nei confronti di queste attività culturali""". Sono parole ardenti che testimoniano la sua fiera appartenenza al nostro territorio, coniugata alla necessità di promuoverlo fuori dai confini locali, proprio attraverso la valorizzazione dei talenti nostrani. Questo è lo spirito che anima "La Fondazione Vittorio Bari", voluta ardentemente dall'artista e realizzata con "religiosa determinazione" dai familiari, libera da finalità lucrose, ma orientata all'insegna della solidarietà, della rieducazione al senso del bello e alla crescita culturale nelle sue varie sfaccettature che ieri come oggi costituiscono la garanzia di un futuro che permetta all'uomo di vivere con dignità. Infatti, Vittorio Bari nelle sue esperienze didattiche guidava i ragazzi a scoprire la grandezza dell'amore di Dio proprio attraverso la bellezza delle arti come il teatro, la musica, la poesia.

"""I veri artisti – affermava Vittorio Bari attore, cantante e musicista – sono convinti che nella ricerca dell'arte e del bello si imbocca inevitabilmente la strada che ti porta ad incontrare la suprema Bellezza di Dio, in ogni sua manifestazione, dall'amore alla gioia, al dolore, al sacrificio …""". È stato un artista sempre in viaggio alla continua ricerca e conoscenza di sé per penetrare e dissetarsi con la luce di Dio in cui tutto si placa, tutto si realizza in una profonda armonia di amore e gioia. La sua vita è stata un dono: grazie alla sua arte gustava e faceva gustare con il cuore ciò che era invisibile agli occhi, facendolo vibrare con le corde della sua musica e del suo canto, svelando un mondo palpitante di emozioni, conoscenze, percezioni che non si possono materializzare proprio come l'onnipotenza di Dio visibile soltanto attraverso il dono della creazione. Dopo le esperienze scolastiche a Palo del Colle (BA), Vittorio Bari si iscrive al Conservatorio N. Piccinni di Bari, sede distaccata di Monopoli presso il quale, il 24 settembre 1997, si diploma in canto, con il massimo dei voti e la lode. Partecipa a numerosi concorsi nazionali ed internazionali conseguendo vari riconoscimenti tra cui la borsa di studio "Valerio Gentile", quale migliore diplomato in canto nella Regione Puglia. Ha seguito numerosi corsi di perfezionamento con importanti docenti come Katia Ricciarelli, nel canto lirico; Claudio Desderi sulla vocalità mozartiana; Giorgio Albertazzi sul perfezionamento teatrale in qualità di cantante-attore, riscuotendo il suo personale apprezzamento.

Le sue interpretazioni lirico operistiche corredate da recensioni di varie testate giornalistiche regionali e nazionali, applaudite da platee nazionali ed internazionali, richiamano:
il progetto del Conservatorio di Lecce "Il teatro musicale da Camera" che lo ha portato sui palchi tedeschi nelle città di Wolfsburg e di Wolfenbuettel, nell'ambito delle manifestazioni dell'anno Lessinghiano 2004 con la rappresentazione delle opere buffe "I due baroni di Rocca Azzurra", "Misogino", "Filosofo di campagna";
la stagione teatrale al Piccinni di Bari con l'opera mozartiana "Idomeneo", diretto dal maestro A. Bosman in cui Vittorio Bari ha dato prova di una vocalità efficace e ben inquadrata, doti interpretative altamente coinvolgenti che hanno scolpito con sicurezza ed intensità espressiva il ruolo interpretato;
"Le Nozze di Figaro" che vede la regia di M. Scaparro, direttore del "Theatre des italiens" a Parigi e avente in allestimento opere con attori M. Scaccia e G. Albertazzi, in cui il giovane talento pugliese V. Bari è impegnato al fianco di grandi protagonisti della scena teatrale internazionale;
"Manon Lescaut", la cui regia è firmata da G. Vacis che mette in atto una rilettura cinematografica e multimediale della lirica e tra i personaggi caratteristi, il tenore pugliese Vittorio Bari interpreta il ruolo del "maestro di ballo", trasformato in un orsacchiotto onirico, dominato da uno stato fantastico che altera una lancinante riflessione esistenzialistica e pertanto rappresenta uno dei momenti più umoristici del dramma pucciniano; i festival della Valle d'Itria e di Matera rispettivamente con le opere di Donizetti "Pietro il Grande" e di Haendel "Catone in Utica".

A partire dal 2003 incontra il musical: è "Frollo" nel musical "Notre Dame de Paris" di Riccardo Cocciante, uno spettacolo amatoriale, organizzato e diretto dalla professoressa A. Grande di Bitonto, affascinata dal teatro tanto da approfondire studi di regia e organizzare un suo gruppo teatrale. Unico artista professionista. """…Nel personaggio di Frollo Vittorio si impone con quella sua silhouette, volto arcigno, occhi penetranti e quella estensione vocale che si espande, avvolgendo il pubblico nei sentimenti più strazianti e dolorosi di una passione che non può avere vita. Non si può non negare a lui di avere dato un tocco di grandezza operistica che gli è congeniale per la preparazione tecnica ed interpretativa che ha. Hai futuro!…""". Sono le parole vibranti e profetiche della regista A. Grande. Neanche lui stesso avrebbe potuto immaginare, come anche il teatro amatoriale ha la sua grande importanza per nutrire la passione teatrale in ogni sua forma e decretare il successo di un sogno, proprio come afferma il grande regista operistico M. Scaparro, direttore anche del Centro Europeo di Teatro D'Arte a Firenze che insieme al linguista Tullio De Mauro cura il laboratorio interregionale delle lingue del teatro. Nella stagione teatrale 2006/2007 ha rivestito i panni di Mr Sheinkopf nel musical "FAME-Saranno Famosi" in una tournée che ha toccato le principali città italiane. "Questa è la mia prima esperienza sul palcoscenico ad alto livello, (Teatroteam) – dichiara Vittorio Bari – ho incontrato il mondo del musical con un piccolo allestimento del Notre Dame di Paris in cui interpretavo Frollo. Lì mi sono innamorato di questa forma di espressione. Prima, da cantante lirico, la snobbavo, a torto".

Nel 2009 è stato Fra Pappina, nella Commedia Musicale di Mons. Marco Frisina "Il miracolo di Marcellino", messo in scena nel Teatro Sistina di Roma e nel teatro Palabrescia. Nel 2007 e 2008 ha ricoperto i ruoli del Conte Ugolino e di San Tommaso D'Aquino nella "Divina Commedia", l'opera-musical di Mons. Marco Frisina che, dal gennaio 2009 sino ad ottobre 2011, lo ha scelto per rivestire il ruolo del protagonista: Dante. In questa veste Vittorio si è esibito nel "Grimaldi Forum" di Montecarlo ed in tutti i più importanti teatri italiani, ivi compresa la "magica" Arena di Verona e il Teatro Lembo di Canosa (2012). "Posso dire – afferma il nostro grande artista conterraneo – che qui nasce Vittorio Bari come cantante e attore professionista, finalmente riconosciuto, quindi con una popolarità che probabilmente neanche l'Opera mi avrebbe dato. Il mondo del musical è seguito moltissimo. Lo spettacolo della Divina Commedia è andato in scena per quasi cinque anni. Abbiamo girato l'Italia da Nord a Sud. In una prima fase recitavo la parte del Conte Ugolino e S. Tommaso D'Aquino. Successivamente ho ricevuto il ruolo da protagonista vestendo i panni di Dante per oltre 150 repliche. In tutto questo tempo ho avuto la possibilità di plasmare il personaggio, di migliorarlo ogni volta. Dietro i personaggi che ho interpretato si nasconde un mondo infinito. Credo che sia proprio questa la grandezza della poesia e del poeta Dante. Però amo l'opera e continuerò ad amarla per sempre. Ho dovuto abbandonarla per forze di cose. Adesso faccio ben poco di opera, più che altro faccio romanze da salotto, soprattutto la liederistica, un repertorio tutto particolare scritto dai più grandi compositori dell'ottocento (lieder sta per canzone), un repertorio che mi si addice molto proprio per la mia capacità di disegnare le parole con la mia voce: quando canto ho sempre davanti l'idea di avere una tavolozza da riempire con dei colori, ogni frase è una pennellata. Ho sempre cercato di perfezionare, di metterci un dettaglio in più: mi piace molto farlo quando canto".

Sono parole sublimi dichiarate nell'ultima intervista della sua vita, da cui traspare la nobiltà del suo sentire, della sua creatività artistica, emotiva e poetica che ha saputo trasfondere nelle sue interpretazioni invitandoci a disegnare, amare e pregare con lui.
Agata Pinnelli
Vittorio BariVittorio BariVittorio Bari
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