Cardinale Giacomo Lercaro
Cardinale Giacomo Lercaro
Il Pensare tra bellezza e verità

La Chiesa è di tutti ma è specialmente dei poveri

Lettera al Cardinale Giacomo Lercaro

Eminentissimo Cardinale Lercaro,
grazie per la tua testimonianza. Hai insegnato alla Chiesa a non essere neutrale, neanche quando altri cardinali benedivano la guerra in Vietnam, facendoti servo dell'Evangelo di pace. La tua vita è stato un annuncio di pace specialmente ai giovani. Giovanissimo sacerdote hai più volte rischiato la vita per salvare gli ebrei. Tu, parroco e uomo delle relazioni, capivi le persone, andando oltre i principi ed abbracciando la concretezza. Sei stato un uomo secondo lo Spirito, distinguendo l'ideologia materialista dalle persone con le loro sofferenze. Vescovo degli ultimi, hai conquistato Bologna, ricevendo addirittura la cittadinanza onoraria dagli "acerrimi nemici" che, alla fine, con le lacrime, hanno riconosciuto, in te, il vero difensore del bene sociale. Hai aperto i giardini ai bambini, contro tutti, e più ancora, hai concesso tutto l'episcopio, dando asilo ai giovani abbandonati. Oltre 500 giovani hai accolto lí, nella tua casa. Il monito di Giovanni XXIII: "La Chiesa è di tutti ma è specialmente dei poveri" è il riassunto di tutto il tuo indirizzo evangelico. La loro eminente dignità esigeva il tuo rispetto, come per Gesù, fattosi povero. Hai messo, nel Concilio, al centro la povertà di Cristo che era salvifica, coinvolgendo la Chiesa tutta. La Chiesa stessa non solo doveva incarnare la povertà, ma anche mostrarla. Per questo hai indicato una povertà effettiva di denaro, ma più ancora di potere. La povertà doveva abbracciare la Chiesa nei mezzi, nelle compromissioni e in ogni forma di privilegio. La Chiesa, a tuo parere, doveva liberarsi da tutte le sue sovrastrutture storiche, per giungere alla purezza evangelica. Doveva spogliarsi culturalmente da ogni potere e arroganza, dalla pretesa di essere maestra. La spogliazione per essere Chiesa Universale era più bruciante e faticosa della semplice spogliazione dei beni. Il tuo progetto ha fatto paura! Era troppo pericoloso parlare di Chiesa povera. Il Concilio ci ha donato una chiesa per i poveri, ma non povera. Sei stato riconosciuto autorevolmente, soprattutto dai vescovi del terzo mondo, ma da Roma, la tua linea, successivamente, non fu accettata. Hai condannato l'indifferenza, il silenzio e la neutralità, scegliendo sempre la profezia. Opprimere i poveri e non aiutarli erano peccati aberranti per te.
Amato Cardinale,
dopo atroci incomprensioni, oggi saresti felice di vedere un papa che sogna una Chiesa povera ed un fratello Vescovo, don Tonino Bello, che sotto la spinta dei cinque anni passati a Bologna, per gli studi, è diventato una sentinella dei poveri, degli ultimi, facendo sua la linea che tu avevi indicato al Concilio. Quel giovane don Tonino, che desideravi tenere a Bologna, per il quale il suo vescovo mons. Ruotolo ti disse: "Se te lo tieni me ne mandi due in cambio!". Le tue dimissioni, di cui non hai parlato mai parlato, volute da Roma e la tua sofferenza, trovino nella profezia del Vescovo di Roma e nel servo di Dio Tonino Bello, un frutto del tuo amore per i poveri. La gioia di una Chiesa reale e profumata del tuo sogno diffonda il suo buon odore. C'è ancora tantissimo da fare. Prega per questa nostra Chiesa, che non manca di profeti, ma che spesso dimentica, ancora oggi, la vera profezia. Liberaci, con la tua intercessione, dalla neutralità, per divenire sentinelle della profezia, chiesa povera, profumata del Cristo Povero. Una Chiesa non solo credente ma credibile, non solo per i poveri ma povera, libera dalle catene del potere, per essere luce e profezia per chi vive nella notte della disperazione e nel buio dell'angoscia. Grazie fratello Cardinale!

Salvatore Sciannamea
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