Iscrizione tomba madre Boemondo
Iscrizione tomba madre Boemondo
Storia e dintorni

La Madre di Boemondo ci scrive

L’epigrafe dell’Arca di Alberada

Correva l'anno 2011 nel IX Centenario della morte del Principe Normanno Boemondo nel 1111, quando abbiamo elaborato una delle tante ricerche storiche, apportando nuove conoscenze e fonti al patrimonio culturale di Canosa e del territorio. Avevamo già ricevuto il 27 Novembre 2010 un diploma di Attestato dai LIONS CLUB come "riconoscimento per aver contribuito con la sua opera al progresso dell'immagine storica e culturale del nostro Territorio". Chiedemmo di partecipare e concorrere volontariamente al progetto, ma non ci fu data la possibilità di intervenire, al punto che uno stesso Canonico disse: "facciamolo parlare!". Incresciosa posizione della Cultura, che a volte si è ripetuta in altri momenti anche recenti, che hanno visto espropriate le ricerche e scoperte culturali, che non pretendono di sostituirsi agli autorevoli studiosi ufficiali, ma che conferiscono dignità al mondo della ricerca storica e culturale. Non sappiamo se si tratta ieri come oggi di un pregiudizio "ad personam" o "ad rem", ma in entrambi i casi, senza riferimento ad alcuno, si tratta di meschinità che impoverisce l'animo nel primo caso e l'intelletto ed il sapere nel secondo caso. Peccato!

Nello studio del "Dux Calabriae et Apuliae" avevamo contattato l'autorevole Padre Gerardo Cioffari, ricevendo preziose conoscenze. Avevamo contattato il Comune di San Marco Argentano ricevendo il 9 febbraio un plico documentale e culturale dall'Assessore alla Cultura, Dott.ssa Annamaria Di Cianni e porgendo un legame con il Centro Studi Normanno Svevi. Negli studi del Principe d'Antiochia avevamo contattato Antiochia, "Antiakya" in Turchia da cui ci scrisse Padre Domenico Bertogli, presente da 25 anni, con foto e conoscenze sulla "facciata normanna della Grotta di San Pietro allargata dai Crociati".

Avevamo contattato il prestigioso Museo di Versailles in Francia ricevendo l'offerta con un costo per il file di un manifesto della figura di Boemondo, da poter esporre nel Mausoleo o nella Cattedrale di Canosa: è il "tableau exposé dans les "Salles dei Croisades" du Musée de Versailles", che avremmo inserito con onore nel Centenario di Canosa di Puglia. Avevamo in esclusiva le fotografie donate dallo studio Gianni D'Alessandro e la scansione e traduzione delle epigrafi della cornice del Mausoleo Boemondo con la professionalità di padre Gerardo Cioffari da Bari e della Professoressa Giulia Giorgio, che comunque sono state accolte con prestigio dal Liceo Statale Enrico Fermi di Canosa. Avevamo la ricerca inedita delle fonti dell'Archivio Storico Comunale, che abbiamo in seguito divulgato in parte. Avevamo in seguito contattato telefonicamente dopo complessa ricerca il Prof. Michele Cilla, autore della Tesi di Laurea del 1989-90 presso il Dipartimento di Storia dell'Architettura di Firenze, di cui abbiamo la pubblicazione del sunto, preziosa per le competenti conoscenze. Avevamo contattato la Chiesa della Santissima Trinità di Venosa, promossa nel Centenario e ricevendo la foto dell'epigrafe dell'Arca di Alberada Madre di Boemondo. Peccato! .... ob amorem patriae nell'anno in cui portammo la scuola di Canosa al Quirinale con un progetto dell'Unità d'Italia.

Scrivemmo il 30 aprile 2011 che "la partecipazione alla Cultura è un'espressione di Democrazia ed è fonte educativa" e comunque se non de jure, ma de facto, offrimmo lezioni a Classi del Liceo Fermi recuperando in particolare la lettura della lapide storica della Cappella Palatina dei Principi Normanni nell'analisi lessicale significativa del «PERVETUSTISSIMA», che retrodatava la fondazione della Cattedrale. Abbiano stampato e donato l'ipertesto delle epigrafi superiori tradotte che riscoprimmo in latino nel Pratilli (Della Via Appia, libro IV, cap. 13, 1845), e che ancora oggi ricoprono attualità culturale, degne della intestazione di una Strada nella Toponomastica al Pratilli, scopritore della "chianca scritta" di Canosa. Fu lo stesso a vedere ed attestare la cupola ottagonale del Mausoleo, caduta nell'oblio dopo i restauri del 1905 e oggi mancante nell'architettura teologica dell'OCTAVA DIES.

Oggi a distanza di otto anni, motivati dalla Fondazione Archeologica Canosina con gli operatori Renato Tango e Ilenia Pontino con cui abbiamo in Primavera offerto uno studio dinanzi al Mausoleo Boemondo, vogliamo porgere uno studio accurato della fotografia ricevuta nel 2011 da Padre Angelo Cipollone, Direttore dell'Istituto dei Padri Trinitari di Venosa. La Tomba canosina del figlio richiama la tomba della Madre a Venosa, dove riproponiamo la lettura dell'epigrafe latina. Come mi ha insegnato il Prof. Padre Gerardo Cioffari di Bari, vogliamo prima di tutto trascrivere l'epigrafe così come è incisa sull'Arca di Alberada, monumento funebre che si trova nella Chiesa dell'abbazia della Santissima Trinità addossato alla parete sinistra del corpo longitudinale dell'edificio, all'altezza dell'ultima campata prima del presbiterio. Il monumento del XIII secolo, non contiene tanto la memoria della defunta Alberada, quanto la memoria della stirpe degli Altavilla, in particolare del figlio, con una datazione presunta, successiva al monumento, forse risalente al Cinquecento con i caratteri cubitali dell'epigrafe che riportiamo nel distico originale.

GVISCARDI CONIVX ABERADA HAC CONDITVR ARCA
SI GENITVM QVÆRES HVNC CANVSINVS HABET


Vogliamo porgere la traduzione attenendoci ad litteram del testo. Il primo verso attesta la sepoltura di Alberada di Buonalbergo nel verbo indicativo passivo conditur: « IN QUESTA ARCA È SEPOLTA ALBERADA CONIUGE DEL GUISCARDO». Il secondo verso lega Venosa a Canosa, la madre al Figlio: «SE VORRAI CERCARE IL FIGLIO, QUESTI LO CUSTODISCE CANOSA». Vogliamo sottolineare il verbo "quaeres" che corrisponde in grammatica al futuro semplice e non all'indicativo del verbo "quaerere" che sarebbe "quaeris". Il futuro del verbo assume il significato del visitatore che si reca per la memoria di Alberada e che in seguito intende cercare il Figlio Boemondo, custodito "habet" dalla Gente di Canosa, Canusinus". Come abbiamo letto dal 1985 al cospetto del Ministro dei Beni Culturali Nino Gullotti nella lapide storica del Prevosto Nicolai la sepoltura di Boemondo nella Cattedrale di San Sabino fu l'espressione testamentaria del Principe, attestata anche dal Prevosto Tortora, da noi sfogliato da anni nel testo in latino, dalla copia offertaci da Mons. Felice Bacco e comunque presente in web. Il titolo del Cap. XII, par. 11, riporta la sepoltura avvenuta accanto alla Basilica di San Sabino", "prope S. Sabini Basilicam tumulatur". E la pag. 182 riporta la volontà testamentaria: «Boamundus in suo testamento disposuisse, quod ejus ossa Canusium deportarentur et collocarentur a latere minoris portae sacrosanctae illius Basilicae». Eredi e custodi della memoria del Principe Normanno le cui gesta risuonarono nel mondo, "Boat Mundus", offriamo questo studio con le proposte del 2011, alfieri della Cultura sabiniana di Canosa.
Ob amorem patriae
Maestro Peppino Di Nunno (stilus magistri)

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  • Mausoleo Boemondo
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