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Palazzo di città
Olio tunisino: il Consiglio comunale chiama l'Unione Europea
A difesa dell'olio extra vergine d'oliva
Canosa - martedì 20 ottobre 2015
18.11
Il Comune di Canosa di Puglia(BT) chiama in causa l'Unione Europea a difesa dell'olio extra vergine d'oliva. Il Consiglio comunale ha infatti approvato, nel corso dell'ultima seduta, un ordine del giorno che impegna il sindaco ad "assumere ogni utile e necessaria iniziativa politico-istituzionale nei confronti dei livelli governativi perché in sede europea sia compiutamente tutelato il prodotto d'eccellenza italiana e affinché non si dia corso alla proposta tesa a consentire l'accesso supplementare di 35 mila tonnellate di olio d'oliva tunisino". Una delibera proposta dai Consiglieri di minoranza (fittiani) ed integrata da un emendamento del primo cittadino di Canosa. "Non basta dire no a logiche che non appartengono alla nostra potestà decisionale- ha dichiarato il sindaco di Canosa, Ernesto La Salvia - , ma che evidentemente vengono da molto lontano. Quello che possiamo pretendere è che ci sia "garanzia" per i nostri prodotti, e che chiunque e qualunque olio si voglia importare sia reso riconoscibile, perché diverso dalle nostre produzioni. In primis per l'alta qualità del nostro prodotto".
"Lo scorso 17 settembre, infatti - cita la delibera -, la Commissione Europea ha presentato una proposta volta a consentire l'accesso temporaneo supplementare di olio d'oliva tunisino nel mercato della UE. Questa decisione, come affermato dagli stessi operatori del settore, è grave per i produttori e per il mercato dell'olio extravergine di oliva di qualità perché di fatto, alle 57mila tonnellate già previste da un precedente accordo stipulato con la Tunisia, se ne aggiungeranno altre 35mila tonnellate. Considerato che questo scenario, che ha già trovato alcune iniziative politico-istituzionali in sede europea, del Parlamento italiano e della Regione Puglia, è motivo di profonda preoccupazione in quanto gli effetti sull'olivicoltura italiana e pugliese, in particolare, sarebbero disastrosi dal punto di vista economico. I nostri produttori di olio extra vergine di oliva, per di più, da sempre vivono una condizione economico-produttiva mai adeguatamente remunerativa. Alle difficoltà meteorologiche si aggiungono quindi quelle di mercato, quelle congiunturali.. Vulnerabilità che incidono pesantemente su un tessuto particolarmente vocato e caratterizzato come è il nostro. Tali decisioni comunitarie, pertanto, oltre a viziare il mercato, colpirebbero pesantemente la nostra comunità locale che dalla produzione olivicola trae un importante contributo per l'economia locale. La politica europea, inoltre, non tiene conto dei riflessi che certe iniziative possono avere sul piano economico, come dimostrato pochi mesi fa anche dalla diffida all'Italia per la fine del divieto di detenzione e utilizzo di latte in polvere, latte concentrato e latte ricostituito per la fabbricazione di prodotti lattiero-caseari, un'altra eccellenza del Made in Italy agroalimentare". Il Consiglio comunale impegna, così, il sindaco ad "assumere ogni utile e necessaria iniziativa politico-istituzionale nei confronti dei livelli governativi perché in sede europea sia compiutamente tutelato un prodotto d'eccellenza italiana, simbolo della Puglia e del nostro territorio, particolarmente incidente sull'economia degli agricoltori; e affinché non si dia corso alla proposta tesa a consentire l'accesso supplementare di 35 mila tonnellate di olio d'oliva tunisino".
"Invitiamo a dare piena attuazione alle previsioni della legge "Salva Olio" - cita l'emendamento proposto dal sindaco Ernesto La Salvia, che integra, nel concreto, la delibera. "Ad iniziare dal cosiddetto "tappo antirabbocco"- prosegue -, passando per i criteri specifici dell'ammissione al regime di perfezionamento attivo per gli oli di oliva vergini, fino alla nuova norma contro il segreto delle importazioni agroalimentari. E per la stessa ragione chiediamo l'intervento della Regione Puglia e del Governo Italiano in sede di Consiglio Europeo, affinché l'olio tunisino, ammesso all'importazione senza dazio, sia accompagnato da misure di tracciabilità e di commercializzazione che ne impediscano la possibilità di essere etichettato come di origine UE o, peggio, come di origine italiana. Chiediamo, inoltre, maggiore trasparenza, nonostante sia obbligatorio indicare, per legge, l'origine in etichetta a decorrere dal 1 luglio 2009, con la richiesta di riportare in etichettatura, con caratteri più grandi, posto nel retro bottiglia la dicitura "Olio con miscele di olio di oliva non comunitari". Si ritiene inoltre doveroso l'immediata attivazione del Piano Olivicolo Nazionale, approvato nel luglio scorso, che prevede lo stanziamento di 32 milioni di euro nel prossimo triennio, finalizzati all'incremento produttivo e al sostegno alla commercializzazione dell'olio "made in Italy". "Ci impegneremo per attuare tutte le misure necessarie ad impedire che l'incremento dell'import di olio tunisino in Europa determini una strutturale riduzione dell'export di olio canosino e pugliese", conclude il sindaco La Salvia.
Ufficio Stampa Francesca Lombardi
"Lo scorso 17 settembre, infatti - cita la delibera -, la Commissione Europea ha presentato una proposta volta a consentire l'accesso temporaneo supplementare di olio d'oliva tunisino nel mercato della UE. Questa decisione, come affermato dagli stessi operatori del settore, è grave per i produttori e per il mercato dell'olio extravergine di oliva di qualità perché di fatto, alle 57mila tonnellate già previste da un precedente accordo stipulato con la Tunisia, se ne aggiungeranno altre 35mila tonnellate. Considerato che questo scenario, che ha già trovato alcune iniziative politico-istituzionali in sede europea, del Parlamento italiano e della Regione Puglia, è motivo di profonda preoccupazione in quanto gli effetti sull'olivicoltura italiana e pugliese, in particolare, sarebbero disastrosi dal punto di vista economico. I nostri produttori di olio extra vergine di oliva, per di più, da sempre vivono una condizione economico-produttiva mai adeguatamente remunerativa. Alle difficoltà meteorologiche si aggiungono quindi quelle di mercato, quelle congiunturali.. Vulnerabilità che incidono pesantemente su un tessuto particolarmente vocato e caratterizzato come è il nostro. Tali decisioni comunitarie, pertanto, oltre a viziare il mercato, colpirebbero pesantemente la nostra comunità locale che dalla produzione olivicola trae un importante contributo per l'economia locale. La politica europea, inoltre, non tiene conto dei riflessi che certe iniziative possono avere sul piano economico, come dimostrato pochi mesi fa anche dalla diffida all'Italia per la fine del divieto di detenzione e utilizzo di latte in polvere, latte concentrato e latte ricostituito per la fabbricazione di prodotti lattiero-caseari, un'altra eccellenza del Made in Italy agroalimentare". Il Consiglio comunale impegna, così, il sindaco ad "assumere ogni utile e necessaria iniziativa politico-istituzionale nei confronti dei livelli governativi perché in sede europea sia compiutamente tutelato un prodotto d'eccellenza italiana, simbolo della Puglia e del nostro territorio, particolarmente incidente sull'economia degli agricoltori; e affinché non si dia corso alla proposta tesa a consentire l'accesso supplementare di 35 mila tonnellate di olio d'oliva tunisino".
"Invitiamo a dare piena attuazione alle previsioni della legge "Salva Olio" - cita l'emendamento proposto dal sindaco Ernesto La Salvia, che integra, nel concreto, la delibera. "Ad iniziare dal cosiddetto "tappo antirabbocco"- prosegue -, passando per i criteri specifici dell'ammissione al regime di perfezionamento attivo per gli oli di oliva vergini, fino alla nuova norma contro il segreto delle importazioni agroalimentari. E per la stessa ragione chiediamo l'intervento della Regione Puglia e del Governo Italiano in sede di Consiglio Europeo, affinché l'olio tunisino, ammesso all'importazione senza dazio, sia accompagnato da misure di tracciabilità e di commercializzazione che ne impediscano la possibilità di essere etichettato come di origine UE o, peggio, come di origine italiana. Chiediamo, inoltre, maggiore trasparenza, nonostante sia obbligatorio indicare, per legge, l'origine in etichetta a decorrere dal 1 luglio 2009, con la richiesta di riportare in etichettatura, con caratteri più grandi, posto nel retro bottiglia la dicitura "Olio con miscele di olio di oliva non comunitari". Si ritiene inoltre doveroso l'immediata attivazione del Piano Olivicolo Nazionale, approvato nel luglio scorso, che prevede lo stanziamento di 32 milioni di euro nel prossimo triennio, finalizzati all'incremento produttivo e al sostegno alla commercializzazione dell'olio "made in Italy". "Ci impegneremo per attuare tutte le misure necessarie ad impedire che l'incremento dell'import di olio tunisino in Europa determini una strutturale riduzione dell'export di olio canosino e pugliese", conclude il sindaco La Salvia.
Ufficio Stampa Francesca Lombardi