Brigadiere Antonio Cezza
Brigadiere Antonio Cezza
Storia

Nel ricordo del Brigadiere Antonio Cezza

Il suo sacrificio rappresenta un esempio indelebile di eroismo e di attaccamento ai valori fondanti dell’Arma dei Carabinieri

Il 17 luglio 1990, il Brigadiere Antonio Cezza, di origini salentine ma cresciuto a Trani, nonostante fosse libero dal servizio, intervenne con altri militari per sedare una violenta rissa scoppiata nella villa comunale di Melfi trovandosi ad affrontare un noto malvivente armato di fucile che esplose contro di lui alcuni colpi. Il Brigadiere morì cinque giorni dopo nell'ospedale di Potenza a soli 26 anni. Ha offerto la propria vita per la sicurezza dei cittadini e la difesa della legalità e il suo sacrificio rappresenta un esempio indelebile di eroismo e di attaccamento ai valori fondanti dell'Arma: fedeltà e impegno al servizio della comunità. Per questo atto gli è stata conferita la Medaglia d'Argento al Valor Militare alla Memoria con la seguente motivazione: "Sottufficiale addetto al Nucleo Operativo e Radiomobile di Compagnia, appreso che in giardini pubblici della sede era in atto una grave rissa, sebbene libero dal servizio e in abiti civili interveniva prontamente insieme ad altri militari. Intercettavano noto pregiudicato armato di fucile e in atteggiamento minaccioso lo affrontava con grande sprezzo del pericolo precedendo i commilitoni. Veniva ferito mortalmente dalla proditoria e ravvicinata azione di fuoco da parte del malvivente a cui aveva intimato la resa. Fulgido esempio di elette virtù militari, altissimo senso del dovere e di generoso altruismo spinti fino al supremo sacrificio." Il Comando Provinciale Carabinieri, la cui sede è intitolata proprio al Brigadiere Cezza, ha voluto anche raffigurarne l'effige nell'Agorà degli Eroi per onorarne la memoria e rinnovare il profondo rispetto per il coraggio, la dedizione e il senso del dovere che lo hanno contraddistinto.

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