Scolaresca
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Vita di città

Natale a Scuola? Il “sì” dei bambini

“Perché è bello, è vero, è buono”

Dopo la lezione formativa delle tradizioni popolari di Santa Lucia, nella Scuola intitolata in origine "S. Lucia" e ora "De Muro Lomanto", siamo approdati dal dialetto canosino del falò (la fanòve) della Vigilia al calendario di "tredici dì" al Natale. Incontriamo i bambini della Classe 1^ C di ritorno dalla visita guidata al Presepe artigianale di Giuseppe Fallacara in una stanza di abitazione. Con i Docenti e la maestra Nunzia Damiani sviluppiamo il tema del Natale a Scuola con una metodologia che valorizza il processo dell'apprendimento, la ricerca cognitiva e la coscienza del sapere. Ponendo una domanda, chiedo ai bambini ormai legati alla mia figura di maestro: "Possiamo fare il Natale con il Presepe a Scuola?". La piccola Maria con gli occhi entusiasti risponde con un gesto, alzando la mano destra con il pollice verso l'alto, seguito dalle due mani, per dire ok! Rivolgo la stessa domanda ai compagni di classe, che rispondono con un collettivo consenso con lo stesso gesto, in cui mi commuovono gli occhi illuminati dei riccioli di Giuliana e di Mariano. È un "sì" nel silenzio, nel cuore spontaneo infantile. Ma ricercando le motivazioni del "sì", seguendo la maieutica socratica che tende a "tirar fuori" a "e-ducere", a educare, chiediamo in un pensiero critico: "e per quale motivo, il Natale a Scuola?". Maria e Federica rispondono: "perché è bello!".

Proseguiamo il percorso: "cerchiamo un altro motivo": e i bambini rinforzando il concetto espresso rispondono con Daniele: "perché abbellisce la Scuola". "Va bene, il Natale è bello, ma cerchiamo un altro motivo". Ad una pausa di riflessione, presentiamo la categoria storica: "ma il Natale è vero o falso?". I bambini rispondono in coro: "è vero!". Vediamo un altro motivo, chiedendo: "è buono o cattivo?". E i bambini rispondono: "è buono!". Richiamiamo così il percorso cognitivo riprendendo i tre motivi. "Sì al Natale a Scuola; perchè è bello, è vero, è buono". Questa lezione natalizia avviene spontaneamente e in maniera veritiera alla presenza delle maestre Nunzia Damiani, Maria Antonietta Di Maria, Francesca Paradiso e siamo convinti che le stesse risposte si possano ritrovare nei bambini di tutte le Scuole di Canosa di Puglia e d'Italia. Con emozione del sapere magistrale rievochiamo indirettamente le stesse parole di Papa Francesco nel giorno 10 maggio 2014, nell'icontro con la Scuola italiana, quando trecentomila studenti erano la Classe di Piazza San Pietro. Papa Francesco dicendo "io amo la Scuola da studente, da Insegnante e poi da Vescovo", ribadisce il sapere che non può essere neutro nei valori e che educa "al vero, al bene, al bello". Sono tre categorie della psicologia cognitiva, che possiamo considerare "negli stadi universali" di Piaget, dell'epistemologia genetica cognitiva del bambino in ogni luogo, a Parigi come nell'Alto Volta.

Sono tre categorie cognitive che ritroviamo nel Saggio letterario del 2008, edito nel 2013, del Prof. Jean Pierre Changeaux, Docente al Collège de France, negli studi di neuropsicologia, a cui mi sono accostato in maniera elementare nel 1970 da Studente di Medicina con il Prof. Russo dell'Università di Bari. Il saggio si intitola: " Du vrai, du beau, du bien" (Il vero, il bello, il buono). Sono categorie dello sviluppo cognitivo che leggiamo negli studi di Howard Gardner, Docente nella Harvard University, nel saggio del 2011: "Verità, Bellezza, Bontà", "Educare alle virtù nel ventunesimo secolo". Fra le tre categorie, in questo "Mondo di Quark" sviluppato in classe 1 C a Canosa, i bambini hanno indicato una priorità: "il bello", come lo stesso filosofo Platone dell'Antica Grecia aveva studiato nel concetto della bellezza, come idea perfetta, da cui nasce l'Estetica, quella filosofica e non consumistica di oggi. Nel Medioevo il concetto del bello si lega al vero e al buono e i bambini di sei anni, oggi, l'hanno parlata in venti minuti, ponendo il bello e l'Arte al primo posto, in un mondo spesso turbato dalle cose brutte.

"Sì al Natale, al Presepe a Scuola, perché è bello, è vero, è buono!". Parola di bambini di Scuola di sei anni! Forse altri più grandi, ma meno sapienti, con il ricorrente pregiudizio laicistico, vedono solo la Religione cristiana, ma quel Bambino di Betlemme, fratello con tutti gli uomini fatti "a sua immagine", rispecchia questa categorie della persona umana che ci fanno rivivere e riscoprire laicamente che in quella povera mangiatoia di paglia Gesù a Betlemme "è bello, è vero, è buono".
Bravi, bambini! E Buon Natale a piccoli e grandi!
maestro Peppino Di Nunno
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