Import Export
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Territorio

Le imprese a scuola di internazionalizzazione

Record di richieste dalla Puglia

Le piccole imprese della Puglia hanno voglia di esportare. E per farlo sono disposte ad imparare. Proviene dalla Puglia il massimo picco di richieste per candidarsi ad Export Lab, un percorso formativo destinato a 25 piccole e medie imprese manifatturiere e di servizi, start-up, consorzi, reti d'impresa e poli tecnologici della regione, con l'obiettivo di renderle più competitive sui mercati esteri, attraverso l'acquisizione di conoscenze e competenze specialistiche e organizzative. In Puglia si sono candidate 90 imprese (di cui 60 inserite in graduatoria come da bando). Un record se si considera che in Calabria hanno fatto domanda 33 imprese; 58 in Sicilia e 53 in Campania, regioni, queste ultime due, con un numero di abitanti e di imprese ben più elevato rispetto alla Puglia.

I dati sono emersi nel corso del convegno inaugurale dedicato al "Piano Export Sud", un programma realizzato da ICE-Agenzia, che rientra nelle misure previste dal Piano di Azione e Coesione, messo a punto dalla Direzione Generale per l'Incentivazione delle Attività Imprenditoriali del ministero dello Sviluppo economico. Si tratta del più rilevante intervento mai programmato a sostegno dell'internazionalizzazione delle imprese del Mezzogiorno. Il piano destina infatti a quattro regioni, Puglia, Calabria, Campania e Sicilia, 50 milioni di euro per sostenere l'internazionalizzazione delle imprese. Il percorso formativo Export Lab è uno dei progetti pilota del programma e rappresenta la prima delle nove linee di intervento di cui si compone l'intero Piano Export Sud. Tre linee sono dedicate a tutoraggio e formazione (oltre al progetto pilota Export Lab, anche azioni di formazione per la gestione della proprietà intellettuale e seminari tecnico-formativi e di primo orientamento ai mercati internazionali) e sei finalizzate ad iniziative promozionali (partecipazione a manifestazioni fieristiche, azioni di incoming presso distretti e aree produttive; azioni sui media e sulle reti commerciali estere; eventi di partenariato internazionali; borsa dell'innovazione dell'alta tecnologia; progetto pilota "Verso il Mediterraneo").

"Per una piccola impresa – ha spiegato l'assessore allo Sviluppo economico Loredana Capone – è difficile affrontare un mercato estero. Per questa ragione abbiamo condiviso in pieno il programma dell'Ice. Anche le piccole imprese avranno così la possibilità di cercare nuove opportunità in un mercato estero. Ma il nostro obiettivo è anche un altro: fare della Puglia un territorio che tutto insieme compete. Ecco perché dopo questo primo bando, che è sperimentale, ne uscirà un altro, a settembre, nel quale sarà valorizzata la distribuzione territoriale delle imprese. Così la nostra strategia basata su ricerca, innovazione e internazionalizzazione moltiplicherà il suo potenziale sui mercati esteri restituendo vantaggi in tutti i territori. Se le imprese poi si presentassero in reti, potrebbero moltiplicare in modo esponenziale il risultato perché sarebbero molto più forti sui mercati".

Le 25 imprese che parteciperanno al percorso formativo provengono soprattutto dal settore dell'alta tecnologia, ma anche dall'agroalimentare, dall'arredo e dalle costruzioni. Il percorso formativo, iniziato il 30 maggio, durerà circa 9 mesi. Si articola in tre fasi: formazione in aula, affiancamento ed incubazione all'estero. "L'export pugliese – ha aggiunto il presidente dell'Ice-Agenzia Riccardo Monti – è il meglio dell'Italia in piccolo. È un mix sano di prodotti farmaceutici, aerospaziali, tessili, agroalimentari. Con il piano Export Sud noi puntiamo ad aumentare le esportazioni nelle regioni meridionali mediante iniziative integrate e trasversali, formative e di promozione. L'importante dotazione finanziaria che abbiamo individuato nell'ambito delle misure previste dal Piano Azione Coesione favorirà una più intensa proiezione internazionale delle nostre imprese in modo da beneficiare della attesa accelerazione della domanda e del miglioramento del ciclo economico internazionale. Nel Piano abbiamo previsto molti incoming perché non c'è niente di meglio che spiegare il prodotto italiano nel paese in cui nasce. Progettiamo di portare almeno 10mila imprese meridionali sui mercati esteri".
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