
Amministrazioni ed Enti
La forza del contoterzismo per una produttività sostenibile
Aproniano Tassinari, presidente UNCAI : “Tecnologia, conoscenza e libertà d’impresa per guidare l’agricoltura verso il futuro”
Mondo - giovedì 13 novembre 2025
21.49
L'Europa è la casa dei contoterzisti più esigenti del mondo. Da questa esigenza - prima di tutto una cultura del fare bene e del fare meglio - nasce la spinta al progresso che ad Hannover si percepisce in ogni padiglione. Agritechnica 2025, con oltre 2.800 espositori da 52 Paesi, non è soltanto la più grande fiera mondiale delle macchine agricole: è un sismografo dell'innovazione, capace di registrare ogni vibrazione del cambiamento tecnologico e umano che attraversa l'agricoltura contemporanea. «Qui si respira innovazione e progresso – osserva da Hannover, Alessandro Aprili, di ConfaVerona UNCAI –. Dopo la battuta d'arresto del Green Deal, per noi contoterzisti Agritechnica è l'occasione per riprendere con decisione il nostro cammino verso la produttività sostenibile, cioè quell'"intensificazione sostenibile" che tiene insieme tutti i significati della parola sostenibilità: economica, sociale e ambientale. Solo così il pianeta avrà un futuro». Sul palcoscenico tedesco risuonano ancora le eco delle rivolte dei trattori europei contro un Green Deal percepito come soffocante. Movimenti nati senza la regia delle grandi organizzazioni agricole, spontanei ma profondamente consapevoli: hanno segnato un risveglio, ricordando che la sostenibilità non si impone dall'alto con burocrazie statiche o dogmi ideologici. Deve germogliare dal basso, dall'esperienza concreta di chi ogni giorno lavora la terra.
Tra gli stand di Hannover si afferma con chiarezza un nuovo principio guida: "Sustainable Productivity Growth", crescita della produttività sostenibile. È un paradigma che non contrappone più economia e ambiente, ma li valuta insieme. La produttività diventa una misura del buon uso delle risorse, della tutela della biodiversità e del contributo alla sicurezza alimentare globale. E per raggiungere questi obiettivi occorre saper collaborare, creando reti tra istituzioni, industria, accademia e campo. «Ma la produttività – precisa Aprili – deve e resterà sempre la prima voce per importanza nel bilancio di un'azienda agricola. Su quella si fonda la possibilità di investire, innovare e produrre qualità, quantità e sicurezza. Dobbiamo garantire autonomia al settore. Industria, agromeccanici e agricoltori non possono aspettare l'azione della politica o della Commissione europea: devono, come hanno già fatto in passato, prendere l'iniziativa per definire insieme il futuro dell'agricoltura». Un concetto che Aproniano Tassinari, presidente UNCAI, ribadisce con forza: «Ad Hannover si respira il potere dell'innovazione e si riconosce la direzione da seguire. Il progresso tecnologico può e deve combinarsi con un uso efficiente e intelligente delle risorse, soprattutto umane. È questa la via per aprire nuovi mercati, garantire redditività e contribuire all'adattamento climatico». Ma Tassinari lancia anche un monito: «Finora l'Unione europea ha regolamentato intelligenza artificiale e gestione dei big data senza considerare nella sua interezza la complessità delle molteplici strade che il digitale può tracciare. Digitale e AI non aprono una sola via: la mediazione consiste nel saper scegliere e accompagnare quella più adatta ai terreni, ai territori e alle nostre aziende agricole. Per questo servono nuovi canali di raccordo tra istituzioni, industria, mondo accademico e campo, capaci di testare, adattare e rendere operativa l'innovazione prima che diventi norma».
Oggi la sfida si gioca su tre fronti interconnessi: digitalizzazione e Intelligenza Artificiale, automazione totale con sistemi intelligenti capaci di autoapprendimento, e efficienza energetica sostenibile, dal campo fino ai sistemi di post-raccolta e insilaggio. La regolazione deve essere alleata dell'innovazione, non un freno: e per farlo occorrono mediatori capaci di tradurre la tecnologia in strumenti realmente applicabili sul campo. Per UNCAI, il messaggio di Agritechnica 2025 è netto: la sostenibilità non è l'opposto dell'efficienza, ma il risultato di una recta ratio facibilium agromeccanica - una rinnovata e rafforzata professionalità per ettaro lavorato, dove conoscenza, competenza e tecnologia si intrecciano. «In un'Europa ancora divisa tra regole e libertà, tra piani verdi e libertà d'impresa, il contoterzismo si conferma la chiave di volta che tiene insieme produttività, responsabilità e sapere», conclude Tassinari. Una forza silenziosa ma decisiva, che trasforma l'innovazione in progresso reale.
Tra gli stand di Hannover si afferma con chiarezza un nuovo principio guida: "Sustainable Productivity Growth", crescita della produttività sostenibile. È un paradigma che non contrappone più economia e ambiente, ma li valuta insieme. La produttività diventa una misura del buon uso delle risorse, della tutela della biodiversità e del contributo alla sicurezza alimentare globale. E per raggiungere questi obiettivi occorre saper collaborare, creando reti tra istituzioni, industria, accademia e campo. «Ma la produttività – precisa Aprili – deve e resterà sempre la prima voce per importanza nel bilancio di un'azienda agricola. Su quella si fonda la possibilità di investire, innovare e produrre qualità, quantità e sicurezza. Dobbiamo garantire autonomia al settore. Industria, agromeccanici e agricoltori non possono aspettare l'azione della politica o della Commissione europea: devono, come hanno già fatto in passato, prendere l'iniziativa per definire insieme il futuro dell'agricoltura». Un concetto che Aproniano Tassinari, presidente UNCAI, ribadisce con forza: «Ad Hannover si respira il potere dell'innovazione e si riconosce la direzione da seguire. Il progresso tecnologico può e deve combinarsi con un uso efficiente e intelligente delle risorse, soprattutto umane. È questa la via per aprire nuovi mercati, garantire redditività e contribuire all'adattamento climatico». Ma Tassinari lancia anche un monito: «Finora l'Unione europea ha regolamentato intelligenza artificiale e gestione dei big data senza considerare nella sua interezza la complessità delle molteplici strade che il digitale può tracciare. Digitale e AI non aprono una sola via: la mediazione consiste nel saper scegliere e accompagnare quella più adatta ai terreni, ai territori e alle nostre aziende agricole. Per questo servono nuovi canali di raccordo tra istituzioni, industria, mondo accademico e campo, capaci di testare, adattare e rendere operativa l'innovazione prima che diventi norma».
Oggi la sfida si gioca su tre fronti interconnessi: digitalizzazione e Intelligenza Artificiale, automazione totale con sistemi intelligenti capaci di autoapprendimento, e efficienza energetica sostenibile, dal campo fino ai sistemi di post-raccolta e insilaggio. La regolazione deve essere alleata dell'innovazione, non un freno: e per farlo occorrono mediatori capaci di tradurre la tecnologia in strumenti realmente applicabili sul campo. Per UNCAI, il messaggio di Agritechnica 2025 è netto: la sostenibilità non è l'opposto dell'efficienza, ma il risultato di una recta ratio facibilium agromeccanica - una rinnovata e rafforzata professionalità per ettaro lavorato, dove conoscenza, competenza e tecnologia si intrecciano. «In un'Europa ancora divisa tra regole e libertà, tra piani verdi e libertà d'impresa, il contoterzismo si conferma la chiave di volta che tiene insieme produttività, responsabilità e sapere», conclude Tassinari. Una forza silenziosa ma decisiva, che trasforma l'innovazione in progresso reale.
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