
Le Pillole
Il gelso bianco di casa mia nei PAT
Parliamo ai ragazzi nelle scuole mescolando storia, agricoltura, commercio, agroalimentare
giovedì 25 dicembre 2025
22.49
Ho letto con immutabile orgoglio Canosino che il gelso è stato dichiarato "Prodotto Agroalimentare Tradizionale" della Regione Puglia, vista la determina del Dipartimento Agricoltura, Sviluppo rurale ed ambientale del 16 dicembre 2025 . Il mio grazie ripetuto ai Canosini che testardamente studiano, lottano , lavorano per dare visibilità alla nostra Canosa e nello specifico alla dottoressa Antonia Sinesi ed al dottor Bartolo Carbone. Hanno vinto la battaglia a Bari del nostro gelso, citandomi insieme a Giusy Del Vento , Antonella e Franco Caprio. Nel 2018, ho scritto "Il gelso bianco di casa mia", poliomielite, sofferenza, sfida, Fede, cardini di vita e pensieri dal 1950 al 1970. Il libro era nato con lo scopo di raccontare 20 anni di un diversamente abile a Canosa di Puglia e ricordare il mio gelso e l'insegnamento contadino di mia madre Savina. Stavo lasciando Canosa, stavo per partire per l'università a Roma, stavo seduto sulla chianca del mio angolo di "buen ritiro" , sotto l'ombra vigorosa del gelso di casa mia. Mamma Savina si avvicinò, come faceva spesso quando mi vedeva pensieroso, e, per la prima volta, tralasciò il naturale dialetto e in un arrangiato italiano mi disse: "vola figlio mio, ma non dimenticare le tue radici e torna!" L'incrocio dei nostri occhi fu incrocio di lacrime, non ho mai dimenticato le mie radici ma la vita, il lavoro mi hanno portato lontano da Canosa, ma quando torno, morti mamma e papà, mi sincero che il mio gelso è li che mi aspetta nell'ortale, rinvigorito dalla potatura che detto da Roma ogni anno.
Il "morus alba" è pianta vecchia di 4000 anni originaria della Cina Settentrionale importata in Italia da due monaci inviati in Cina da Ruggero II re di Sicilia per scoprire la magia dei bachi e della seta. Ruggero II, nipote di Boemondo d'Altavilla che riposa vicino al Santo Vescovo Sabino a cui è dedicata la Cattedrale di Canosa . Vetustà e storia legano Canosa al gelso. Nel libro citato, un capitolo è dedicato al "primo amore", all'incontro con Tina, mia compagna di vita dal 1968, moglie dal 1976. Pensando a Dante citavo il quinto canto dell'Inferno, Paolo e Francesca. Oggi, onorando il gelso di Canosa di Puglia, abbondante intorno al Battistero di San Giovanni ricorderò le Metamorfosi di Ovidio e la triste successiva morte di Piramo e Tisbe sotto un gelso, luogo di appuntamento per fuggire a famiglie contrarie all'amore dei due giovani. Il gelso è albero dei pellegrini, dei viandanti, da ristoro, nutrimento, da ombra protettiva a chi stanco di un mondo vorticoso, disordinato, pericoloso, sente il bisogno di fermarsi, di raccogliersi nel silenzio. Il mio invito è riscoprire questo frutto pendente, inventiamoci una "parata del gelso", parliamo ai ragazzi nelle scuole di gelso, bachi, seta, mescolando storia, agricoltura, commercio, agroalimentare. Ripensiamo alla bachicoltura, ad una produzione artigianale della seta, che dopo il vassallaggio verso acetato di viscosa e raion del secolo scorso, può tornare, in simbiosi con il cotone, di grande attualità per la industria tessile.
Nunzio Valentino
Il "morus alba" è pianta vecchia di 4000 anni originaria della Cina Settentrionale importata in Italia da due monaci inviati in Cina da Ruggero II re di Sicilia per scoprire la magia dei bachi e della seta. Ruggero II, nipote di Boemondo d'Altavilla che riposa vicino al Santo Vescovo Sabino a cui è dedicata la Cattedrale di Canosa . Vetustà e storia legano Canosa al gelso. Nel libro citato, un capitolo è dedicato al "primo amore", all'incontro con Tina, mia compagna di vita dal 1968, moglie dal 1976. Pensando a Dante citavo il quinto canto dell'Inferno, Paolo e Francesca. Oggi, onorando il gelso di Canosa di Puglia, abbondante intorno al Battistero di San Giovanni ricorderò le Metamorfosi di Ovidio e la triste successiva morte di Piramo e Tisbe sotto un gelso, luogo di appuntamento per fuggire a famiglie contrarie all'amore dei due giovani. Il gelso è albero dei pellegrini, dei viandanti, da ristoro, nutrimento, da ombra protettiva a chi stanco di un mondo vorticoso, disordinato, pericoloso, sente il bisogno di fermarsi, di raccogliersi nel silenzio. Il mio invito è riscoprire questo frutto pendente, inventiamoci una "parata del gelso", parliamo ai ragazzi nelle scuole di gelso, bachi, seta, mescolando storia, agricoltura, commercio, agroalimentare. Ripensiamo alla bachicoltura, ad una produzione artigianale della seta, che dopo il vassallaggio verso acetato di viscosa e raion del secolo scorso, può tornare, in simbiosi con il cotone, di grande attualità per la industria tessile.
Nunzio Valentino

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