.jpg)
Stilus Magistri
Madonna della Fonte nella festa del 5 agosto a Canosa
Radici bizantine della Salus Populi Romani
lunedì 4 agosto 2025
18.12
Il 5 agosto si celebra a Canosa di Puglia la memoria liturgica della Madonna della Fonte, icona bizantina del XII sec. venerata nella Basilica Cattedrale di San Sabino. Il Parroco Mons. Felice Bacco ci dice sapientemente: "ho confermato quello che ho trovato", promuovendo la celebrazione nel sito archeologico del Battistero di San Giovanni di radici bizantine. Le radici affondano in tempi remoti, che costituiscono un ponte di sacra cultura bizantina che ritroviamo nel culto della Salus Populi Romani, venerata a Roma nella Basilica di Santa Maria Maggiore, dove è sepolto Papa Francesco, legato a Lei nel culto mariano. E ritroviamo l'icona venerata con Papa Leone XIV nella sera del Giubileo dei Giovani in Tor Vergata. In vita di Papa Francesco abbiamo contattato il Reverendo di Santa Maria Maggiore, che evoca il dipinto di San Luca secondo la tradizione, descrivendo la pioggia di petali bianchi che avviene il 5 agosto dal centro del soffitto della Chiesa, in memoria del prodigio di Nostra Signora della Neve. Oggi 4 agosto abbiamo rinnovato il contatto con la Basilica ricevendo in condivisione la celebrazione e ricevendo gli auguri da un padre Francescano dell'Immacolata, proveniente dall'Africa, che trasmettiamo alla comunità.
Radici di storia e di fede marina del 5 agosto
Il più antico martirologio in lingua latina, quello Geronimiano, Martyrologium Hieronymianum, documento primario del IV secolo per la Storia della Chiesa, cita il 5 agosto quale anniversario della dedicazione della Basilica romana sull'Esquilino, all'indomani della definizione del dogma della maternità divina, la Vergine Maria Theotokos, riconosciuta nel Concilio di Efeso del 431. E il culto rimanda anche alla Madonna della neve, venerata anche nel territorio di Foggia con il nome di persona al femminile "Nivia", nei fiocchi di neve a Roma in piena estate. Nella notte tra il 4 e 5 agosto del 358 d.C., la Vergine apparve in sogno a un nobile patrizio di nome Giovanni e gli chiese di costruire una chiesa nel punto dove avrebbe trovato neve fresca. Effettivamente il giorno dopo, sul colle romano dell'Esquilino, si verificò il prodigio e una candida coltre di neve ricoprì l'area dove oggi sorge la Basilica di Santa Maria Maggiore, il più antico santuario mariano d'Occidente, l'unica Basilica di Roma a conservare la struttura originaria paleocristiana del IV secolo. Il culto nella ricorrenza è associata alla Dedicatio Sanctae Mariae ad Nives.
SALUS POPULI ROMANI
L'icona bizantina della Salus Populi Romani è un dipinto (117 x 79 cm) di legno di cedro.
Le lettere in greco in alto sullo sfondo dorato identificano Maria come Madre di Dio, come è solito in arte bizantina. L'icona riporta l'acronimo della MADRE di DIO MP ΘY, abbreviazione per Mèter Theoù, Madre di Dio.
L'opera rappresenta la Vergine, che indossa un manto azzurro scuro filettato d'oro sopra ad una veste violacea, con il Bambino Gesù in braccio: Gesù, con aureola crociata, regge un libro (Evangelario) nella mano sinistra, e con la destra fa un gesto di benedizione bizantina.
La mano benedicente bizantina con il pollice unito all'anulare è un gesto iconografico che simboleggia la doppia natura di Cristo, divina e umana. Le tre dita unite (pollice, indice e medio) rappresentano la Trinità, mentre le due dita (indice e medio) unite insieme rappresentano le due nature di Cristo: umana e divina.
La stessa mano orante è stata riscoperta negli affreschi della Cattedrale di San Sabino, sotto gli stucchi marmorizzati del 1903, ad attestare le radici bizantine della Crocifissione del Golgota, come ci riportano l'Arch. Michele Menduni scopritore presso Archivio Centrale di Stato di Roma e il sapiente Don Felice Bacco nella rimozione degli intonaci.
Nella Salus Populi Romani la figura di Gesù inoltre, ha gli occhi rivolti verso la madre che invece si rivolge, con lo sguardo, direttamente all'osservatore, anche Lei con la mano destra benedicente.
La mano sinistra della Vergine Maria porta una mappula azzurra, una sorta di fazzoletto di lino ricamato cerimoniale in origine un simbolo consolare, dopo imperiale.
Il manipolo, o mappula, era anticamente un elegante fazzoletto di lino tenuto in mano in segno di dignità: ha radici in greco 'ὀθόνη, asciugatoio.
Il dialetto canosino riporta questo latinismo della "mappòne" domestica, come scriviamo nel Libro Sulle Vie dei Ciottoli del dialetto canosino del 2015.
Papa Francesco nel 2024 la chiama Vergine della Tenerezza e della Consolazione che irradia la Misericordia divina e la "Salvezza" , SALUS, quale Corredentrice.
Possiamo connotare che la festa di Maria SS.ma della Fonte di Canosa di Puglia, nella venerazione dell'icona bizantina, evoca la tradizione bizantina del 5 agosto dall'Oriente alla Basilica di Santa Maria Maggiore. Il 5 agosto, solennità della Beata Vergine della Fonte, alle ore 20.00, si terrà la celebrazione Eucaristica presso il Battistero di San Giovanni cui seguirà la fiaccolata. Sia gioia e grazia nella Festa mariana del 5 Agosto, nell'Anno giubilare A D 2025.
Giuseppe Di Nunno
Radici di storia e di fede marina del 5 agosto
Il più antico martirologio in lingua latina, quello Geronimiano, Martyrologium Hieronymianum, documento primario del IV secolo per la Storia della Chiesa, cita il 5 agosto quale anniversario della dedicazione della Basilica romana sull'Esquilino, all'indomani della definizione del dogma della maternità divina, la Vergine Maria Theotokos, riconosciuta nel Concilio di Efeso del 431. E il culto rimanda anche alla Madonna della neve, venerata anche nel territorio di Foggia con il nome di persona al femminile "Nivia", nei fiocchi di neve a Roma in piena estate. Nella notte tra il 4 e 5 agosto del 358 d.C., la Vergine apparve in sogno a un nobile patrizio di nome Giovanni e gli chiese di costruire una chiesa nel punto dove avrebbe trovato neve fresca. Effettivamente il giorno dopo, sul colle romano dell'Esquilino, si verificò il prodigio e una candida coltre di neve ricoprì l'area dove oggi sorge la Basilica di Santa Maria Maggiore, il più antico santuario mariano d'Occidente, l'unica Basilica di Roma a conservare la struttura originaria paleocristiana del IV secolo. Il culto nella ricorrenza è associata alla Dedicatio Sanctae Mariae ad Nives.
SALUS POPULI ROMANI
L'icona bizantina della Salus Populi Romani è un dipinto (117 x 79 cm) di legno di cedro.
Le lettere in greco in alto sullo sfondo dorato identificano Maria come Madre di Dio, come è solito in arte bizantina. L'icona riporta l'acronimo della MADRE di DIO MP ΘY, abbreviazione per Mèter Theoù, Madre di Dio.
L'opera rappresenta la Vergine, che indossa un manto azzurro scuro filettato d'oro sopra ad una veste violacea, con il Bambino Gesù in braccio: Gesù, con aureola crociata, regge un libro (Evangelario) nella mano sinistra, e con la destra fa un gesto di benedizione bizantina.
La mano benedicente bizantina con il pollice unito all'anulare è un gesto iconografico che simboleggia la doppia natura di Cristo, divina e umana. Le tre dita unite (pollice, indice e medio) rappresentano la Trinità, mentre le due dita (indice e medio) unite insieme rappresentano le due nature di Cristo: umana e divina.
La stessa mano orante è stata riscoperta negli affreschi della Cattedrale di San Sabino, sotto gli stucchi marmorizzati del 1903, ad attestare le radici bizantine della Crocifissione del Golgota, come ci riportano l'Arch. Michele Menduni scopritore presso Archivio Centrale di Stato di Roma e il sapiente Don Felice Bacco nella rimozione degli intonaci.
Nella Salus Populi Romani la figura di Gesù inoltre, ha gli occhi rivolti verso la madre che invece si rivolge, con lo sguardo, direttamente all'osservatore, anche Lei con la mano destra benedicente.
La mano sinistra della Vergine Maria porta una mappula azzurra, una sorta di fazzoletto di lino ricamato cerimoniale in origine un simbolo consolare, dopo imperiale.
Il manipolo, o mappula, era anticamente un elegante fazzoletto di lino tenuto in mano in segno di dignità: ha radici in greco 'ὀθόνη, asciugatoio.
Il dialetto canosino riporta questo latinismo della "mappòne" domestica, come scriviamo nel Libro Sulle Vie dei Ciottoli del dialetto canosino del 2015.
Papa Francesco nel 2024 la chiama Vergine della Tenerezza e della Consolazione che irradia la Misericordia divina e la "Salvezza" , SALUS, quale Corredentrice.
Possiamo connotare che la festa di Maria SS.ma della Fonte di Canosa di Puglia, nella venerazione dell'icona bizantina, evoca la tradizione bizantina del 5 agosto dall'Oriente alla Basilica di Santa Maria Maggiore. Il 5 agosto, solennità della Beata Vergine della Fonte, alle ore 20.00, si terrà la celebrazione Eucaristica presso il Battistero di San Giovanni cui seguirà la fiaccolata. Sia gioia e grazia nella Festa mariana del 5 Agosto, nell'Anno giubilare A D 2025.
Giuseppe Di Nunno