Storia e dintorni
Devozione per la Madonna della Fonte di Canosa
Nei versi del Cantico dei Cantici e della Divina Commedia
martedì 12 maggio 2020
22.59
Nel mese mariano di Maggio, nel culto popolare e nella devozione della Chiesa e della Città di Canosa di Puglia, proponiamo una riflessione sulla storia di questa antichissima devozione alla Madonna della Fonte dagli studi del 2019 attraverso i documenti ritrovati presso la Biblioteca Apostolica Vaticana, BAV, fonti di studio e di nuove conoscenze. "Il Rev.mo Capitolo della insigne e monumentale (Chiesa) Collegiata di S. Sabino" aveva inoltrato nel 1915 al Rev.mo Capitolo del Vaticano la "supplica" di autorizzazione della Incoronazione dell'icona, condivisa e sostenuta dalla lettera del Sindaco. All'istanza era allegata una "memoria" storica di 42 pagine manoscritte di studi e ricerche del 1914 del Canonico Vincenzo De Muro, che costituiscono oggi le radici documentali di storia, di arte, di fede, di devozione e di culto popolare.
L'incoronazione con «Decretum» della Santa Sede Apostolica del 15 aprile 1915, sospeso dagli eventi della Guerra Mondiale, "rinnovato" il 15 giugno 1919, avvenne a Canosa nella Domenica del 3 agosto 1919, nelle mani del Vescovo Mons. Eugenio Tosi, mentre era già deceduto Padre Antonio Losito, grande devoto della Madonna della Fonte e promotore insigne della raccolta dei fondi per la realizzazione delle due corone, poi rubate nel furto sacrilego del 10 novembre del 1983. Il manoscritto, presente anche nell'Archivio Storico della Cattedrale, opera del sapiente Canonico del tempo De Muro, negli "Studi e Ricerche" riporta nella intitolazione della prima pagina due connotazioni assunte dalle Sacre Scritture e dal poema di Dante Alighieri nella Letteratura Italiana.
Hortus conclusus, fons signatus ...
Sacri Cantici
=========================
...... intra i mortali
sei di speranza fontana vivace.
Dante, Paradiso XXXIII v. 12
« Fons signatus»
È eloquente la connotazione letteraria delle Sacre Scritture che il Canonico De Muro antepone alla memoria di studi dell'Icona: «Hortus conclusus, fons signatus – Sacri Cantici». Il brano biblico del Cantico dei Cantici (4, 12), scritto intorno al IV sec. a. C, così riporta: "Hortus conclusus soror mea, sponsa, hortus conclusus, fons signatus", «Giardino chiuso tu sei, sorella mia, sposa, giardino chiuso, fontana sigillata». Il verso del Cantico dei Cantici nella Vulgata (4,12) corrisponde in italiano a "Giardino chiuso, Fonte sigillato". Il verso viene attribuito al simbolismo originario di sposa della Chiesa, della Vergine Maria. L'Hortus conclusus, il giardino chiuso, diventa nell'allegoria il giardino medievale dei Monasteri con la fontana o con il pozzo al centro del chiostro interno al porticato. L'hortus conclusus traducibile in italiano come "giardino recintato", è la forma tipica di giardino medievale, legato soprattutto a monasteri e conventi. In questo spazio conventuale i monaci coltivavano essenzialmente piante e alberi per scopi alimentari e medicinali. Pressoché sconosciuta era la funzione decorativa. Nel campo dell'arte sacra europea l'hortus conclusus divenne presto simbolo del Paradiso terrestre e della verginità di Maria. Si ritrova spesso raffigurato in dipinti quali l'Annunciazione ed altre scene della vita della Vergine Maria.
« ... di speranza fontana vivace»
Il sommo poeta Dante Alighieri nella Divina Commedia (Paradiso, Canto XXXIII, v. 12) riporta l'orazione alla Vergine Maria di San Bernardo di Chiaravalle (1090-1153), abate e teologo francese, insigne Mariologo. Dante pone la famosa orazione sulle labbra di San Bernardo, mentre con la sapiente guida di Virgilio (simbolo della ragione umana) e di Beatrice (simbolo della Fede) giunge al sommo cielo del Paradiso, nel cammino dell'umanità. L'orazione è stata di recente anche interpretata magistralmente da Roberto Benigni, quale patrimonio letterario, culturale, spirituale.
«Vergine Madre, figlia del tuo figlio,
umile e alta più che creatura,
termine fisso d'etterno consiglio,
tu se' colei che l'umana natura
nobilitasti sì, che 'l suo fattore
non disdegnò di farsi sua fattura.
Nel ventre tuo si raccese l'amore,
per lo cui caldo ne l'etterna pace
così è germinato questo fiore.
Qui se' a noi meridïana face
di caritate, e giuso, intra ' mortali,
se' di speranza fontana vivace».
Nel compimento della lettura, porgiamo il nostro riconoscimento al Reverendo Canonico della Cattedrale di San Sabino del 1914, per la sapiente ispirazione di teologia mariana e di Letteratura Italiana, riscoprendo l'attualità del Cantico dei Cantici, che viene spesso letto nella celebrazione del Matrimonio, come antica e meravigliosa poesia d'amore tra Dio e il Suo popolo, e anche l'attualità della Divina Commedia nel corso attuale del tempo verso il VII Centenario di Dante Alighieri del 2021.
Ci accostiamo con grande venerazione e devozione all'icona di Maria SS. della Fonte, esposta in Cattedrale dalla Domenica in Albis. Nel passato il nome Maria Fonte era molto diffuso nella nostra città, come testimonianza di affetto e di amore per questa devozione così sentita nella storia della nostra città. I nostri padri nella fede semplice e viva porrebbero sulle labbra della Madonna la domanda al nostro cuore: "Mi invocate in Chiesa, e chiamatemi anche fra la gente!". Maria SS. della Fonte prega per noi e liberaci dal male della pandemia del Virus,... e così sia!
Maestro Peppino Di Nunno- Mons. Felice Bacco Basilica Cattedrale San Sabino
Nota storiografica
È stata divulgata la data del 15 Maggio 1919 nell'Incoronazione dell'icona della Madonna della Fonte, riportata da un libretto di racconto del '900. La data è infondata e non corrisponde alle fonti documentali!
L'incoronazione con «Decretum» della Santa Sede Apostolica del 15 aprile 1915, sospeso dagli eventi della Guerra Mondiale, "rinnovato" il 15 giugno 1919, avvenne a Canosa nella Domenica del 3 agosto 1919, nelle mani del Vescovo Mons. Eugenio Tosi, mentre era già deceduto Padre Antonio Losito, grande devoto della Madonna della Fonte e promotore insigne della raccolta dei fondi per la realizzazione delle due corone, poi rubate nel furto sacrilego del 10 novembre del 1983. Il manoscritto, presente anche nell'Archivio Storico della Cattedrale, opera del sapiente Canonico del tempo De Muro, negli "Studi e Ricerche" riporta nella intitolazione della prima pagina due connotazioni assunte dalle Sacre Scritture e dal poema di Dante Alighieri nella Letteratura Italiana.
Hortus conclusus, fons signatus ...
Sacri Cantici
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...... intra i mortali
sei di speranza fontana vivace.
Dante, Paradiso XXXIII v. 12
« Fons signatus»
È eloquente la connotazione letteraria delle Sacre Scritture che il Canonico De Muro antepone alla memoria di studi dell'Icona: «Hortus conclusus, fons signatus – Sacri Cantici». Il brano biblico del Cantico dei Cantici (4, 12), scritto intorno al IV sec. a. C, così riporta: "Hortus conclusus soror mea, sponsa, hortus conclusus, fons signatus", «Giardino chiuso tu sei, sorella mia, sposa, giardino chiuso, fontana sigillata». Il verso del Cantico dei Cantici nella Vulgata (4,12) corrisponde in italiano a "Giardino chiuso, Fonte sigillato". Il verso viene attribuito al simbolismo originario di sposa della Chiesa, della Vergine Maria. L'Hortus conclusus, il giardino chiuso, diventa nell'allegoria il giardino medievale dei Monasteri con la fontana o con il pozzo al centro del chiostro interno al porticato. L'hortus conclusus traducibile in italiano come "giardino recintato", è la forma tipica di giardino medievale, legato soprattutto a monasteri e conventi. In questo spazio conventuale i monaci coltivavano essenzialmente piante e alberi per scopi alimentari e medicinali. Pressoché sconosciuta era la funzione decorativa. Nel campo dell'arte sacra europea l'hortus conclusus divenne presto simbolo del Paradiso terrestre e della verginità di Maria. Si ritrova spesso raffigurato in dipinti quali l'Annunciazione ed altre scene della vita della Vergine Maria.
« ... di speranza fontana vivace»
Il sommo poeta Dante Alighieri nella Divina Commedia (Paradiso, Canto XXXIII, v. 12) riporta l'orazione alla Vergine Maria di San Bernardo di Chiaravalle (1090-1153), abate e teologo francese, insigne Mariologo. Dante pone la famosa orazione sulle labbra di San Bernardo, mentre con la sapiente guida di Virgilio (simbolo della ragione umana) e di Beatrice (simbolo della Fede) giunge al sommo cielo del Paradiso, nel cammino dell'umanità. L'orazione è stata di recente anche interpretata magistralmente da Roberto Benigni, quale patrimonio letterario, culturale, spirituale.
«Vergine Madre, figlia del tuo figlio,
umile e alta più che creatura,
termine fisso d'etterno consiglio,
tu se' colei che l'umana natura
nobilitasti sì, che 'l suo fattore
non disdegnò di farsi sua fattura.
Nel ventre tuo si raccese l'amore,
per lo cui caldo ne l'etterna pace
così è germinato questo fiore.
Qui se' a noi meridïana face
di caritate, e giuso, intra ' mortali,
se' di speranza fontana vivace».
Nel compimento della lettura, porgiamo il nostro riconoscimento al Reverendo Canonico della Cattedrale di San Sabino del 1914, per la sapiente ispirazione di teologia mariana e di Letteratura Italiana, riscoprendo l'attualità del Cantico dei Cantici, che viene spesso letto nella celebrazione del Matrimonio, come antica e meravigliosa poesia d'amore tra Dio e il Suo popolo, e anche l'attualità della Divina Commedia nel corso attuale del tempo verso il VII Centenario di Dante Alighieri del 2021.
Ci accostiamo con grande venerazione e devozione all'icona di Maria SS. della Fonte, esposta in Cattedrale dalla Domenica in Albis. Nel passato il nome Maria Fonte era molto diffuso nella nostra città, come testimonianza di affetto e di amore per questa devozione così sentita nella storia della nostra città. I nostri padri nella fede semplice e viva porrebbero sulle labbra della Madonna la domanda al nostro cuore: "Mi invocate in Chiesa, e chiamatemi anche fra la gente!". Maria SS. della Fonte prega per noi e liberaci dal male della pandemia del Virus,... e così sia!
Maestro Peppino Di Nunno- Mons. Felice Bacco Basilica Cattedrale San Sabino
Nota storiografica
È stata divulgata la data del 15 Maggio 1919 nell'Incoronazione dell'icona della Madonna della Fonte, riportata da un libretto di racconto del '900. La data è infondata e non corrisponde alle fonti documentali!