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Territorio
La Puglia è la prima regione d’Italia in orticoltura
Una forza economica e produttiva da record sotto attacco dei cambiamenti climatici e delle importazioni selvagge dall’estero.
Italia - martedì 6 maggio 2025
15.20
Con 80mila ettari di coltivazioni e 3 milioni di tonnellate di ortaggi prodotti, la Puglia è la prima regione d'Italia in orticoltura e rappresenta l'11% delle aziende frutticole in Italia, una forza economica e produttiva da record che è però sotto attacco dei cambiamenti climatici e delle importazioni selvagge dall'estero. Ad affermarlo è Coldiretti Puglia, in occasione del Macfrut Fruit & Veg Professional Show, il più grande salone del settore a Rimini. Per questo nello spazio Coldiretti, Hall Sud - stand 077, è stata organizzata una grande raccolta di firme a sostegno della proposta di legge di iniziativa popolare per difendere la salute dei cittadini e il reddito degli agricoltori e porre fine allo scandalo dall'attuale norma del codice doganale sull'origine dei cibi che consente l'italianizzazione grazie ad ultime trasformazioni anche minime. Un problema che riguarda dai succhi alle marmellate, dai legumi in scatola alle macedonie, fino agli altri preparati di frutta e ai surgelati.
L'aspetto più evidente dei guasti causati dalla mancanza del principio di reciprocità è quello legato all'uso dei prodotti fitosanitari. Mentre negli altri Continenti si utilizzano pesticidi vietati da decenni in Europa, gli agricoltori italiani sono spesso in difficoltà nel difendere i propri raccolti a causa della mancanza di sostanze adeguate. Il tutto nonostante in Italia l'utilizzo di fitofarmaci si sia ridotto del 50% negli ultimi 30 anni e i prodotti utilizzati siano passati da oltre un migliaio a circa 300. Nel 2024 sono scoppiati 165 allarmi alimentari su frutta e verdura straniere, sulla base dei dati Rasff, in aumento del 30% rispetto all'anno precedente, per cui occorre far valere il principio di reciprocità negli scambi commerciali, sia a livello comunitario che extra Ue, per tutelare la salute dei consumatori e l'attività degli agricoltori italiani dalla concorrenza sleale. Nei vari passaggi dal campo alla tavola si annidano speculazioni che vanno stanate anche dai Vigili dell'Annona, per cui serve una vigilanza serrata sull'origine dei prodotti ortofrutticoli sui banchi che arrivano dai Paesi Nord Africani, come Egitto, Tunisia e Marocco. Una situazione intollerabile dinanzi alla quale occorre affermare – rileva Coldiretti Puglia - il principio di reciprocità delle regole, vietando l'ingresso in Europa ai prodotti coltivati con sostanze vietate ma anche ottenuti dallo sfruttamento dei lavoratori. E serve anche garantire una etichettatura trasparente su tutti gli alimenti in commercio.
Una situazione di concorrenza sleale peraltro aggravata dagli effetti dei cambiamenti climatici, anche per i ritardi della predisposizione di un piano invasi che garantirebbe l'acqua, indispensabile per il settore. Una soluzione potrebbe venire dalle nuove tecnologie non Ogm per il miglioramento genetico, le Tea, sulle quali si continuano però a registrare incomprensibili ostacoli, spesso legati alla non conoscenza e a posizioni puramente ideologiche. Ma il problema riguarda anche i consumi. Negli ultimi cinque anni è sparito dalle tavole delle famiglie italiane quasi un miliardo di chili di frutta e verdura, secondo l'analisi Coldiretti su dati Cso Italy, mettendo a rischio la salute soprattutto delle giovani generazioni, considerata anche l'invasione di cibi ultraformulati nella "dieta" di bambini e adolescenti. Da qui l'importanza di aumentare le ore di educazione alimentare nelle scuole per riaffermare i principi della Dieta Mediterranea. Per tutelare il settore è necessario imporre il principio di reciprocità negli accordi commerciali ma anche agire a livello interno, favorendo tutte quelle dinamiche che consentirebbero di aggregare l'offerta valorizzando il ruolo delle Op – conclude Coldiretti – me è importate anche l'introduzione di misure finanziabili nei piani operativi, come interventi per combattere gli effetti dei cambiamenti climatici (sistemi di risparmio idrico, invasi, etc.), imballaggi ecologici, compostabili, riutilizzabili, assicurazione dei crediti commerciali, fondi di mutualizzazione.
L'aspetto più evidente dei guasti causati dalla mancanza del principio di reciprocità è quello legato all'uso dei prodotti fitosanitari. Mentre negli altri Continenti si utilizzano pesticidi vietati da decenni in Europa, gli agricoltori italiani sono spesso in difficoltà nel difendere i propri raccolti a causa della mancanza di sostanze adeguate. Il tutto nonostante in Italia l'utilizzo di fitofarmaci si sia ridotto del 50% negli ultimi 30 anni e i prodotti utilizzati siano passati da oltre un migliaio a circa 300. Nel 2024 sono scoppiati 165 allarmi alimentari su frutta e verdura straniere, sulla base dei dati Rasff, in aumento del 30% rispetto all'anno precedente, per cui occorre far valere il principio di reciprocità negli scambi commerciali, sia a livello comunitario che extra Ue, per tutelare la salute dei consumatori e l'attività degli agricoltori italiani dalla concorrenza sleale. Nei vari passaggi dal campo alla tavola si annidano speculazioni che vanno stanate anche dai Vigili dell'Annona, per cui serve una vigilanza serrata sull'origine dei prodotti ortofrutticoli sui banchi che arrivano dai Paesi Nord Africani, come Egitto, Tunisia e Marocco. Una situazione intollerabile dinanzi alla quale occorre affermare – rileva Coldiretti Puglia - il principio di reciprocità delle regole, vietando l'ingresso in Europa ai prodotti coltivati con sostanze vietate ma anche ottenuti dallo sfruttamento dei lavoratori. E serve anche garantire una etichettatura trasparente su tutti gli alimenti in commercio.
Una situazione di concorrenza sleale peraltro aggravata dagli effetti dei cambiamenti climatici, anche per i ritardi della predisposizione di un piano invasi che garantirebbe l'acqua, indispensabile per il settore. Una soluzione potrebbe venire dalle nuove tecnologie non Ogm per il miglioramento genetico, le Tea, sulle quali si continuano però a registrare incomprensibili ostacoli, spesso legati alla non conoscenza e a posizioni puramente ideologiche. Ma il problema riguarda anche i consumi. Negli ultimi cinque anni è sparito dalle tavole delle famiglie italiane quasi un miliardo di chili di frutta e verdura, secondo l'analisi Coldiretti su dati Cso Italy, mettendo a rischio la salute soprattutto delle giovani generazioni, considerata anche l'invasione di cibi ultraformulati nella "dieta" di bambini e adolescenti. Da qui l'importanza di aumentare le ore di educazione alimentare nelle scuole per riaffermare i principi della Dieta Mediterranea. Per tutelare il settore è necessario imporre il principio di reciprocità negli accordi commerciali ma anche agire a livello interno, favorendo tutte quelle dinamiche che consentirebbero di aggregare l'offerta valorizzando il ruolo delle Op – conclude Coldiretti – me è importate anche l'introduzione di misure finanziabili nei piani operativi, come interventi per combattere gli effetti dei cambiamenti climatici (sistemi di risparmio idrico, invasi, etc.), imballaggi ecologici, compostabili, riutilizzabili, assicurazione dei crediti commerciali, fondi di mutualizzazione.