Marco Divenuto
Marco Divenuto

Sanremo in Puglia: Un sogno? No, una visione strategica per il marketing territoriale italiano

L'intervento di Marco Divenuto, manager ed esperto di comunicazione digitale

Qualche giorno fa, il sindaco di Gallipoli ha avanzato la candidatura della Puglia ad ospitare il Festival di Sanremo, che a quel punto dovrebbe cambiare nome e diventare il Festival di Gallipoli o di Puglia o, semplicemente, il Festival della Canzone Italiana che potrebbe essere ospitata oggi qua, domani là. «Una proposta capace di catalizzare l'attenzione e che - secondo Marco Divenuto, manager ed esperto di comunicazione digitale - rappresenta molto più di una provocazione: è una visione strategica per il futuro del territorio». «Da professionista del marketing - commenta Divenuto - ritengo che ogni grande operazione di marketing territoriale debba nascere da una visione per poi trasformarsi in un progetto concreto, scalabile e sostenibile. E in questo, la comunicazione non è un accessorio, ma il cuore stesso dell'azione strategica. Trasformare un evento simbolo del Paese in uno strumento di rilancio culturale e industriale per la Puglia è la sfida che dobbiamo porci oggi».

Sanremo in Puglia non è solo un titolo da clickbait. È, anzi, una delle proposte più intelligenti e potenzialmente rivoluzionarie per il futuro del marketing territoriale italiano. «Pensateci: è una regione già pronta ai grandi eventi musicali» continua Divenuto. «E non è un caso se la proposta arriva da una città come Gallipoli, che in estate si trasforma in una capitale musicale, culturale e turistica di livello internazionale. Ma l'ambizione è regionale: la Puglia ha costruito negli ultimi 15 anni un ecosistema stabile e credibile di eventi, produzione culturale e narrazione digitale. Il Battiti Live, che ha una storia di quasi un quarto di secolo, trasmesso da alcuni anni su Canale 5, è oggi considerato il festival dell'estate italiana, uno degli eventi musicali più seguiti d'Italia. La Notte della Taranta ha compiuto il miracolo di rendere una tradizione popolare un fenomeno social, virale, globale, con più di 200.000 presenze fisiche ogni anno e milioni di visualizzazioni online. Poi c'è il Medimex, che a Taranto ha portato artisti internazionali come Iggy Pop, Placebo, Liam Gallagher, creando un ponte diretto tra Puglia e scena musicale globale. A tutto questo si aggiunge un elemento storico simbolico: il primo festival nazionale della canzone italiana, nel 1951, si tenne proprio in Puglia, a Trani, un primato poco conosciuto, ma dal valore comunicativo fortissimo. Ospitare il Festival della Canzone Italiana significherebbe ridefinire, per sempre, la percezione della Puglia a livello nazionale e internazionale. Passare da "luogo di vacanze e buona cucina" a "hub creativo della cultura e della musica italiana". Questa operazione avrebbe anche una valenza simbolica enorme: per la prima volta nella sua storia, il principale evento della televisione pubblica italiana potrebbe svolgersi al Sud, in una regione capace di coniugare accoglienza, competenza organizzativa, e potenza mediatica. Un evento come il Festival della Canzone Italiana non si consuma solo sul palco. Genera centinaia di migliaia di contenuti sui social, nelle chat, nelle community. Dal punto di vista logistico e tecnico, al netto della proposta del sindaco di Gallipoli, Bari è la città ideale per accogliere un evento di questa portata. Il Teatro Petruzzelli – quarto per grandezza in Italia – offre una cornice maestosa, centralissima, facilmente accessibile. È dotato di infrastrutture tecniche avanzate, acustica perfetta, servizi collaterali di alto livello. Ospita già un festival di portata nazionale come il Bif&st. Intorno, una città che negli ultimi anni ha investito fortemente nella rigenerazione urbana, nella cultura, nella mobilità, nella ristorazione e nell'accoglienza. Bari ha imparato a ospitare e a farlo bene. Ospitare il Festival in Puglia, dal punto di vista tecnico, significa aumentare la brand equity della regione, associandola a valori come eccellenza, modernità, centralità culturale; stimolare l'economia locale, attraverso incoming turistico, sponsorizzazioni, attivazione delle filiere dell'evento; dare spazio ai talenti locali, in una logica di valorizzazione della creatività e delle professionalità del territorio; accrescere il valore dei contenuti digitali prodotti dalla community pugliese (e non solo), attorno al Festival; cambiare la geografia della comunicazione nazionale, portando il centro del discorso culturale al Sud. L'idea del sindaco di Gallipoli è potente, ma per non restare un titolo, serve ora un passo ulteriore: un progetto. «In oltre 20 anni di esperienza tra brand, istituzioni e contenuti - conclude Divenuto - ho imparato che non esiste territorio debole, esiste solo una storia non ancora raccontata nel modo giusto. La vera forza di un'operazione come questa è la sua capacità di generare contenuti, attivazioni e impatti su più livelli: culturale, economico, simbolico. È qui che la strategia incontra il racconto, e il racconto diventa leva di cambiamento».
  • Festival di Sanremo
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