Cosimo Damiano Bologna
Cosimo Damiano Bologna

Canosa: Ma bastano il "dolore e gli abbracci sociali" o istituzionali?

La disamina di Salvatore Paulicelli

Paese mio che stai sulla collina disteso come un vecchio addormentato...Quante volte l'abbiamo cantata, quante altre volte l'abbiamo "subita" e quante altre volta c'è venuta in mente questa canzone di José Feliciano, facendo correre il nostro pensiero, a noi che siamo lontani, verso il nostro paese natale. Scorrono i titoli del telegiornale e ti colpisce una notizia, triste, drammatica sconcertante, proveniente proprio dal nostro paese, Canosa di Puglia, poco meno di 30.000 abitanti, famosa per i giacimenti archeologici, per il nodo autostradale, per Lino Banfi, per San Sabino, importante Vescovo della Chiesa, per il vino "nero di troia", per l'olio d'oliva e per tante altre cose.

Un uomo è morto per difendere una donna molestata, si chiamava Cosimo Damiano Bologna, aveva 50 anni, credeva nella solidarietà e nei valori dell'amicizia. È rimasto solo mentre subiva l'assalto del molestatore, violento e feroce, mentre andava incontro alla morte. Ci uniamo al dolore immenso dei suoi cari e di tutti quelli che gli hanno voluto bene e apprezzato. Ma bastano il "dolore e gli abbracci sociali" o istituzionali? Qualche settimana fa sono stato individuati e arrestati i "presunti" esecutori di omicidi di giovani spariti nel nulla negli scorsi anni che tanto clamore avevano destato sui media nazionali. Cominciano ad essere numerosi gli episodi di criminalità che in questi anni hanno interessato un centro di piccole dimensioni che in superficie appare tranquillo ma evidentemente non e affatto il "vecchio addormentato disteso sulla collina"...Ci sono i carboni ardenti e forse altro di esplosivo sotto.

I canosini residenti nei territori nazionali ed esteri ,quando apprendono dai social o dai media, notizie sconvolgenti e tragiche, soffrono e sono in apprensione per la "qualità della vita" e la sicurezza della comunità residente. Ci si chiede come reagisce la Città, come si interroga, come riflette sul succedersi di avvenimenti, che, messi in fila nello scorrere degli anni, non sono più sporadici ma ricorrenti. Se si aggiungono le statistiche sulla criminalità della BAT , crescono le preoccupazioni. L'associazionismo diffuso sul territorio, le Istituzioni, la Chiesa, la Cultura, non pensano che sia giunto il momento di promuovere una grande mobilitazione popolare per discutere, riflettere confrontarsi e ricostruire un tessuto sociale , forse molto lacerato da divisioni, egoismi e solitudini?

Non è questo forse il momento che anche la politica, all'antivigilia della nuova campagna elettorale di primavera si immerga nella società e contribuisca seriamente ad affrontare la grave situazione trovando soluzioni che uniscano la comunità e la portino fuori dall'emergenza? Forse da lontano non si ha il "termometro" per misurare la febbre del "malato" ma a volte, può succedere, che si ha la freddezza emotiva per comprendere la realtà. Speriamo bene.
Salvatore Paulicelli
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