Dall’accoglienza al lavoro: le nuove frontiere dell’integrazione

Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi al Meeting di Rimini

domenica 24 agosto 2025 17.42
Come si trasforma l'accoglienza in autentica integrazione? È stata la domanda al centro dell'incontro dello scorso 23 agosto al Meeting di Rimini, che ha messo a confronto rappresentanti istituzionali con chi ogni giorno sperimenta sul campo soluzioni concrete. Il dialogo è partito da una convinzione: solo attraverso formazione e lavoro si costruisce vera coesione sociale. Non bastano più le buone intenzioni se mancano competenze spendibili e opportunità reali di inserimento professionale. Perché è proprio nei "luoghi deserti" – quelli dell'esclusione e del disagio – che bisogna saper costruire con "mattoni nuovi": quelli fatti di dignità del lavoro, di competenze acquisite, di reti sociali che funzionano davvero. In occasione dell'incontro sono intervenuti e hanno portato le loro testimonianze: Matteo Piantedosi, ministro dell'Interno; Michele De Pascale, presidente Regione Emilia-Romagna; Angelo Candiani, presidente ASLAM Cooperativa Sociale; Alessandro Menegatti, presidente cooperativa sociale Work and belong, Comacchio; Alberto Sportoletti, presidente e CEO SERNET e presidente Retemanager. Ha moderato Andrea Dellabianca, presidente Compagnia delle Opere.

In una sala gremita, un dialogo aperto tra istituzioni e realtà di formazione e lavoro. Ha aperto il confronto un intervento di Angelo Candiani, presidente della cooperativa sociale Aslam, che ha presentato il progetto BRIDGE per la formazione professionale per giovani adulti: "quello che facciamo è cercare di dare ai giovani che arrivano un'opportunità, non solo un'occasione di imparare il mestiere e di trovare un lavoro ma un'occasione di relazione, in cui possano scoprire l'utilità del lavoro che fanno per se e per la società". Opportunità è stata la parola chiave nell'intervento di M. De Pascale Presedente della Regione Emilia-Romagna. "dobbiamo essere la terra delle opportunità, per chi le vuole cogliere e costruire la Repubblica di domani". Per diventare questa terra delle opportunità continua, facendo eco al Ministro, "Davanti al diverso, al migrante, abbiamo sempre due reazioni opposte: accoglienza o paura. Senza una gestione, senza un'organizzazione, entrambe queste reazioni avranno un esito negativo".
In questo, la cooperazione tra entità diverse è fondamentale. Sottolinea A. Menegatti, Presidente della Cooperativa Sociale "WORK AND BELONG "di Comacchio che è possibile costiture una realtà formativa e lavorativa funzionante solo nella collaborazione tra forze diverse. "Quello che facciamo è possibile solo perché non siamo da soli. Se ci concentriamo sulle cose che mancano ci lamentiamo: dobbiamo concentrarci su quello che c'è, e chiederci: Io cosa posso fare?". Sulla stessa linea A. Sportoletti, Presidente e ceo di Sernet e Presidente rete manager " Perché la realtà di formazione e integrazione funzionino serve una collaborazione tra aziende, regioni, associazioni di categoria. Generare lavoro e integrazione è un lavoro di squadra".
Prendendo la parola, il Ministro Piantedosi ha sostenuto che il permesso di soggiorno per merito rischia di creare "un sistema di canali d'ingresso alternativi" che porterebbe "mezza Africa a cercare di trasferirsi qui", e rispondendo alle proposte di regolarizzazione basate sull'integrazione e sul "merito" come proposto dal presidente della Regione Emilia-Romagna, Michele de Pascale." E' logico dire che chi è qui e dimostra di volersi integrare 'perché non gli devo dare un permesso per merito?'. Preso come singolo caso è ragionevole – ha spiegato Piantedosi -. Il nostro ordinamento non è che non preveda in alcuni casi l'opportunità che questo si possa fare. Ma nello stesso tempo non possiamo creare un sistema alternativo a quelli normativamente previsti".
Il ministro ha evidenziato i rischi di questo approccio: "Non possiamo dire 'arrivate qui in qualche modo, anche a costo di rischiare la vita per opera di trafficanti senza scrupoli, se riuscite a superare la prova dell'attraversata pericolosa e dimostrate di avere merito vi regolarizziamo'. Tanto è vero che questo non è stato adottato da nessun governo precedente, anche di diversa ispirazione politica". Questo, secondo Piantedosi "sarebbe persino fortemente censurato dall'Unione europea". Infatti "l'Unione europea censurò governi precedenti che fecero sanatorie dicendo 'basta, non potete creare un sistema alternativo di ingresso né incentivare gli arrivi irregolari'".
Alla regolarizzazione per merito "ci arriveremo quando avremo sconfitto l'immigrazione irregolare e gli arrivi gestiti solo dai trafficanti", ha concluso il ministro, lamentando "il sabotaggio sistematico" alle norme sulla procedura accelerata di frontiera che "dall'anno prossimo diventeranno cogenti in tutta Europa".
"Erigere dei muri è solo illusorio oltre che caratterizzato da disvalori morali" e "l'umanità si è sempre modellata con i flussi migratori e con i movimenti delle persone".
"Agganciare il tema dell'integrazione solo ai temi del lavoro" il lavoro" è "importantissimo ma non esaurisce il tema dell'integrazione – ha spiegato ancora il Ministro -. Perché vorrebbe significare che noi abbiamo una visione esclusivamente economicistica di quello che è un fenomeno epocale quello dell'immigrazione che ha sempre caratterizzato le società".
Concludendo Piantedosi ha sottolineato la necessità di una governance dei processi migratori: "questo non deve esonerare i governi a non tentare di governare questi processi epocali. Dobbiamo essere noi a decidere quali sono le politiche di ingresso sui territori di paesi come il nostro e non i trafficanti di esseri umani".
Questa realtà complessa interroga tutti noi, e impegna le parti sociali coinvolte a cercare nuove modalità, per facilitare l'integrazione, attraverso la creazione di luoghi educativi, di cui la formazione e il lavoro sono il primo passo, ma solo se sanno generare opportunità di crescita all'interno di un sistema strutturato.
Prof.Leonardo Di Nunno