Gente
Gente
Religioni

Vinciamo la globalizzazione dell'indifferenza

Le parrocchie e le comunità siano luoghi di misericordia in mezzo al vasto e dilagante male dell'indifferenza


VINCIAMO LA GLOBALIZZAZIONE DELL'INDIFFERENZA CON CUORI FORTI E MISERICORDIOSI
Mancano pochi giorni all'inizio del tempo quaresimale, che la Chiesa ha sempre visto e proposto di farci vivere come tempo di grazia, tempo favorevole di conversione per la nostra salvezza, che quest'anno ci porta a riflettere, attraverso le parole di papa Francesco, su un versetto tratto dalla lettera dell'Apostolo s. Giacomo: "Rinfrancate i vostri cuori" (Gc. 5,8). Sappiamo bene che la Quaresima è un tempo di rinnovamento per tutta la Chiesa, per ogni comunità e per i singoli fedeli, nel quale dobbiamo lavorare intensamente per uscire e liberarci da una "globalizzazione dell'indifferenza", che come cristiani è un disagio da affrontare, e costituisce il punto focale e il monito lanciato dal Papa nel Messaggio per la Quaresima di quest'anno, visto addirittura come una delle sfide più urgenti. Anche per noi cristiani, l'indifferenza verso il prossimo e verso Dio diventa una reale e continua tentazione: perciò, ciascuno ha bisogno di rinnovamento, per non diventare indifferente e per non chiudersi in sé stesso. Solo la carità di Dio rompe quella mortale chiusura in sé stessi che è l'indifferenza, e questa ci viene offerta dalla Chiesa con il suo insegnamento e, soprattutto, con la sua testimonianza.
La Quaresima è un tempo propizio per lasciarci servire da Cristo e così diventare come Lui, guidati attraverso l'ascolto della Parola di Dio e dalla ricezione dei Sacramenti, in particolare dall'Eucaristia; se chi è di Cristo appartiene a un solo corpo, che è la Chiesa, in Lui non si può essere indifferenti l'uno dall'altro.
Le parrocchie e le comunità siano luoghi di misericordia in mezzo al vasto e dilagante male dell'indifferenza: un rischio è che spesso ci rifugiamo in un amore universale che vorrebbe impegnarsi lontano nel mondo, ma dimentica il povero Lazzaro che siede davanti alla nostra porta ancora chiusa. Il richiamo di quest'anno per ogni comunità cristiana è quello di varcare la soglia della porta che la pone in relazione con la società che la circonda, con i poveri e i lontani. La Chiesa, per sua natura, è missionaria, non mai ripiegata su sé stessa, ma inviata a tutti gli uomini.
Anche come singoli viviamo la tentazione dell'indifferenza: davanti a notizie e immagini sconvolgenti che ci narrano e ci presentano quotidianamente il dramma della sofferenza umana, cosa possiamo fare per non lasciarci assorbire da questa spirale di spavento e di impotenza?
1. Possiamo pregare nella comunione della Chiesa terrestre e celeste: il Papa rilancia e auspica che si vivi in tutta la Chiesa, anche a livello diocesano, l'iniziativa lodevole già vissuta lo scorso anno con molto successo, "24 ore per il Signore", da celebrarsi nei giorni 13 e 14 marzo prossimi, la quale vorrà dare espressione alla necessità indispensabile della preghiera personale e comunitaria e all'intercessione vicendevole per le diverse situazioni dei fratelli vicini e lontani mantenendo le chiese aperte, fermandoci nell'adorazione eucaristica e accostandoci a una buona e sana Confessione.
2. Possiamo aiutare l'altro attraverso gesti di carità, raggiungendo i poveri e i bisognosi, grazie ai tanti organismi dediti a questo servizio specifico: non dimentichiamo chela Quaresima è il tempo più adatto per mostrare questo interesse all'altro con un segno, anche piccolo ma concreto, della nostra partecipazione alla comune umanità.
3. Infine, possiamo guardare e andare incontro alla sofferenza dell'altro che costituisce un richiamo concreto alla conversione, perché il bisogno del fratello mi ricorda la fragilità della mia vita e la mia dipendenza insostituibile da Dio e dai fratelli. Se chiediamo umilmente la grazia di Dio e accettiamo i limiti delle nostre possibilità, allora confideremo nelle infinite possibilità che ha in serbo l'amore di Dio, e potremo resistere alla tentazione diabolica che ci fa credere di poter salvarci e salvare il mondo da soli.
Per superare l'indifferenza e le nostre pretese di onnipotenza siamo chiamati a vivere questo tempo di Quaresima come "un percorso di formazione del cuore", come ebbe a dire papa Benedetto XVI (Deus caritas est, 31), chiedendo un cuore misericordioso, forte e saldo, chiuso al tentatore, ma aperto a Dio; un cuore nuovo che si lasci compenetrare dallo Spirito, e si riconosca povero per riconoscere le proprie fragilità e spendersi per l'altro, perché immerso e avvolto dall'amore di Dio, che ci abbraccia e ci consola sempre così come siamo, soprattutto quando ci accostiamo al sacramento della Riconciliazione, da risvegliare e farne esperienza più frequente soprattutto in questo tempo liturgico che ci aspetta.
Signore Gesù, rendi il nostro cuore sempre più simile al tuo! Donaci un cuore forte e misericordioso, vigile e generoso, che non si lasci chiudere in sé stesso e non cada nella vertigine della globalizzazione dell'indifferenza, perché ogni credente e ogni comunità ecclesiale percorra con frutto questo itinerario quaresimale.
Per la riflessione e la meditazione personale alcuni testi tratti dalla S. Scrittura seminati nel messaggio di papa Francesco per la Quaresima 2015:
Gc. 5,8 - 1Gv. 4,19 - Gal. 5,6 - 1 Cor. 12,26 - Gv. 13,8 - Gen. 4,9 - Lc. 16,19,31 - At. 1,8[1]

Commissione Diocesana Cultura e Comunicazioni Sociali
© 2005-2024 CanosaWeb è un portale gestito da 3CPower srl Partita iva 07161380725. Testata giornalistica registrata presso il Tribunale di Trani. Tutti i diritti riservati.
CanosaWeb funziona grazie ai messaggi pubblicitari che stai bloccandoPer mantenere questo sito gratuito ti chiediamo disattivare il tuo AdBlock. Grazie.