Duomo Molfetta
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Religioni

Vinci l’indifferenza, conquista la pace

A Molfetta, la Marcia Nazionale per la Pace

Dopo ventitre anni, la Marcia Nazionale per la Pace torna a Molfetta(BA) con le parole di Papa Francesco: "Vinci l'indifferenza, conquista la pace". La modalità alternativa per vivere l'ultimo giorno dell'anno è organizzata dall'Ufficio Nazionale per i Problemi Sociali e il Lavoro, dalla Caritas Italiana, dalla Pax Christi, dall'Azione Cattolica Italiana, dalla Diocesi di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi, che ha reso noto il programma. Tra gli appuntamenti del 31 dicembre 2015, quello delle ore 15,00, nella Basilica Madonna dei Martiri a Molfetta, dove ci sarà l'accoglienza dei partecipanti;seguita alle ore 17,00, dagli interventi introduttivi: del sindaco di Molfetta, Paola Natalicchio; dell'amministratore diocesano, monsignor Ignazio de Gioia, e, del presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano. Alle ore 17.45 circa, inizierà la Marcia verso la cattedrale, con la sosta in piazza Paradiso, dove verrà piantumato un ulivo in un terreno di un bene confiscato alla mafia. Alle ore 18.30, in Cattedrale, interverrà don Luigi Ciotti, fondatore di "Libera". Alle ore 19.15 la Marcia verso la stazione, con il passaggio nel luogo dell'omicidio di Giovanni Carnicella, già sindaco di Molfetta. Alle ore 19.45, interverrà l'arcivescovo di Taranto Filippo Santoro, presidente della Commissione CEI per i problemi sociali e il lavoro. Alle ore 20.45, la testimonianza del vescovo emerito Luigi Bettazzi, già presidente di Pax Christi , alle ore 22.30, la Santa Messa presienziata dal vescovo Giovanni Ricchiuti, presidente di Pax Christi, trasmessa in diretta da Tv2000.

"""Dio non è indifferente! A Dio importa dell'umanità, Dio non l'abbandona! - Dal Messaggio del Santo Padre Francesco per la celebrazione della XLIX Giornata Mondiale della Pace - All'inizio del nuovo anno, vorrei accompagnare con questo mio profondo convincimento gli auguri di abbondanti benedizioni e di pace, nel segno della speranza, per il futuro di ogni uomo e ogni donna, di ogni famiglia, popolo e nazione del mondo, come pure dei Capi di Stato e di Governo e dei Responsabili delle religioni. Non perdiamo, infatti, la speranza che il 2016 ci veda tutti fermamente e fiduciosamente impegnati, a diversi livelli, a realizzare la giustizia e operare per la pace. Sì, quest'ultima è dono di Dio e opera degli uomini. La pace è dono di Dio, ma affidato a tutti gli uomini e a tutte le donne, che sono chiamati a realizzarlo. Le guerre e le azioni terroristiche, con le loro tragiche conseguenze, i sequestri di persona, le persecuzioni per motivi etnici o religiosi, le prevaricazioni, hanno segnato dall'inizio alla fine lo scorso anno moltiplicandosi dolorosamente in molte regioni del mondo, tanto da assumere le fattezze di quella che si potrebbe chiamare una "terza guerra mondiale a pezzi". Ma alcuni avvenimenti degli anni passati e dell'anno appena trascorso mi invitano, nella prospettiva del nuovo anno, a rinnovare l'esortazione a non perdere la speranza nella capacità dell'uomo, con la grazia di Dio, di superare il male e a non abbandonarsi alla rassegnazione e all'indifferenza. Gli avvenimenti a cui mi riferisco rappresentano la capacità dell'umanità di operare nella solidarietà, al di là degli interessi individualistici, dell'apatia e dell'indifferenza rispetto alle situazioni critiche. Tra questi vorrei ricordare lo sforzo fatto per favorire l'incontro dei leader mondiali, nell'ambito della COP 21, al fine di cercare nuove vie per affrontare i cambiamenti climatici e salvaguardare il benessere della Terra, la nostra casa comune. E questo rinvia a due precedenti eventi di livello globale: il Summit di Addis Abeba per raccogliere fondi per lo sviluppo sostenibile del mondo; e l'adozione, da parte delle Nazioni Unite,dell'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, finalizzata ad assicurare un'esistenza più dignitosa a tutti, soprattutto alle popolazioni povere del pianeta, entro quell'anno. Il 2015 è stato un anno speciale per la Chiesa, anche perché ha segnato il 50° anniversario della pubblicazione di due documenti del Concilio Vaticano II che esprimono in maniera molto eloquente il senso di solidarietà della Chiesa con il mondo. Papa Giovanni XXIII, all'inizio del Concilio, volle spalancare le finestre della Chiesa affinché tra essa e il mondo fosse più aperta la comunicazione. I due documenti, Nostra aetate e Gaudium et spes, sono espressioni emblematiche della nuova relazione di dialogo, solidarietà e accompagnamento che la Chiesa intendeva introdurre all'interno dell'umanità. Nella Dichiarazione Nostra aetate la Chiesa è stata chiamata ad aprirsi al dialogo con le espressioni religiose non cristiane. Nella Costituzione pastorale Gaudium et spes, dal momento che «le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce degli uomini d'oggi, dei poveri soprattutto e di tutti coloro che soffrono, sono pure le gioie e le speranze, le tristezze e le angosce dei discepoli di Cristo», la Chiesa desiderava instaurare un dialogo con la famiglia umana circa i problemi del mondo, come segno di solidarietà e di rispettoso affetto. In questa medesima prospettiva, con il Giubileo della Misericordia voglio invitare la Chiesa a pregare e lavorare perché ogni cristiano possa maturare un cuore umile e compassionevole, capace di annunciare e testimoniare la misericordia, di «perdonare e di donare», di aprirsi «a quanti vivono nelle più disparate periferie esistenziali, che spesso il mondo moderno crea in maniera drammatica», senza cadere «nell'indifferenza che umilia, nell'abitudinarietà che anestetizza l'animo e impedisce di scoprire la novità, nel cinismo che distrugge». Ci sono molteplici ragioni per credere nella capacità dell'umanità di agire insieme in solidarietà, nel riconoscimento della propria interconnessione e interdipendenza, avendo a cuore i membri più fragili e la salvaguardia del bene comune. Questo atteggiamento di corresponsabilità solidale è alla radice della vocazione fondamentale alla fratellanza e alla vita comune. La dignità e le relazioni interpersonali ci costituiscono in quanto esseri umani, voluti da Dio a sua immagine e somiglianza. Come creature dotate di inalienabile dignità noi esistiamo in relazione con i nostri fratelli e sorelle, nei confronti dei quali abbiamo una responsabilità e con i quali agiamo in solidarietà. Al di fuori di questa relazione, ci si troverebbe ad essere meno umani. E' proprio per questo che l'indifferenza costituisce una minaccia per la famiglia umana. Mentre ci incamminiamo verso un nuovo anno, vorrei invitare tutti a riconoscere questo fatto, per vincere l'indifferenza e conquistare la pace."""

L'esortazione di Papa Francesco "Vinci l'indifferenza e conquista la pace" che farà da filo conduttore alla Marcia Nazionale per la Pace che si terrà a Molfetta(BA) il 31 dicembre 2015, proprio nell'anno in cui ha fatto un passo avanti il processo di beatificazione di don Tonino Bello che ne fu vescovo e nel contesto del Giubileo della Misericordia, vuole essere un segno evidente e forte di partecipazione alla costruzione della pace trasversale a qualsiasi fede e cultura.
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