Don Peppino Balice
Don Peppino Balice
Vita di città

Verso il Natale: Dal vignale alla fanòve

Il diario della Festa di S.Caterina

Nell'imbrunire del 25 Novembre 2017 insieme all'amico Sabino Mazzarella e alla inseparabile macchina fotografica percorriamo le stradine in pietra, con il residuo basolato storico in Via Sabina da custodire; i passi sono fragili e Sabino evoca la sapienza popolare in dialetto: ci sembra di dire "tundène e tundène, u rùtte pòrte o sène". Ci soffermando all'inizio di Via Santa Caterina, porgendo il nostro sguardo all'inizio, al vignale di Santa Caterina, "u vegnèle". In attesa dell'apertura della Chiesa per la festa siamo ospitati dalla gentile accoglienza della signora Carmela che ci mostra nel vignale la statuetta della Madonna di Lourdes a devozione; ci sediamo nella sua abitazione rustica e moderna con il tufo a vista, dove ci indica la foto del marito Nicola Lenoci strappato prematuramente alle radici terrene, che ricordiamo nel suo servizio cortese nel Bar Metta e Landolfi; alla buonanima indirizziamo un pensiero e una preghiera . La signora Carmela ci presenta la figlia Caterina con il nome posto a devozione: "abitiamo qui da 25 anni vicino alla Chiesa di Santa Caterina". La salutiamo, la ringraziamo e con altri pellegrini che salgono dal paese ci accostiamo alla Chiesa di Santa Caterina dove viene offerto un mercatino di manufatti di legno d'ulivo di Majd, un giovane Palestinese cristiano, proveniente dal Beit Sahour, "Campo dei Pastori" ad Est di Betlemme, testimone con il suo operato in una cooperativa di lavoro. Sono manufatti presepistici del Natale attorniati dal Parroco Don Peppino Balice e dai bambini infesta con le catechiste della Chiesa della B. V. del Carmelo, cui appartiene la storica e antica Chiesa di Santa Caterina.

Dopo la recita del Rosario dei fedeli del paese, su invito di Don Peppino Balice presentiamo una pagina di ricerche storiche sulla fondazione della Chiesa del 1382, sull'iconografia della Santa, mostrando anche il sigillo dell'Università di Padova, che abbiamo contattato nel ruolo di Patrona Iuristarum. Rivolgendoci alla Vergine Martire dedichiamo in piedi un minuto di silenzio ai Martiri Cristiani di ieri e di oggi, evocati da Papa Francesco e ai Martiri nella strage della Moschea dei Musulmani in Egitto presso il Sinai, dove è venerata la Santa Nel Monastoro di Santa Caterina, patrimonio UNESCO. Ritroviamo la biografia della Santa, Martire nel 305 d. C. ad Alessandria d'Egitto nella PASSIO SANCTAE KATHARINAE ALEXANDRIENSIS del 1033-1048 che fa memoria di una "giovinetta di diciotto anni, molto bella, ma ancor più di religiosa fede, figlia unica del Re di Costa, di padre già defunto", puella annorum duodevigenti, speciosa valde, sed, quod pluris est, religiosa fide, que regis quondam [Costi] filia unica, patre iam defuncto.
Passa est ergo beata Katerina mense Novembris, vicesima quinta die ( La Beata Caterina è stata martirizzata nel mese di Novembre, nel venticinquesimo giorno).

Presentiamo le note dell'Archivio Storico Comunale e il sigillo della Triplice Cinta impresso dai Cavalieri Templari nel percorso della Via Francigena con la ricerca svolta in collaborazione con l'architetto Michele Menduni da Firenze. Nella Chiesa sono giunti virtualmente in questo percorso conoscitivo i Cavalieri Templari, ma sono realmente presenti con la Bandiera d'Italia i Cavalieri della Repubblica Italiana, dell'ANCRI, con il messaggio del Presidente Cav. Cosimo Sciannamea. E sono i bambini la "cosa più bella" dei presenti con la loro partecipazione e con le domande di Nunzio ed Elisabetta, che fanno diventare Scuola di oggi la Chiesa di ieri di Santa Caterina, offrendo in coro con tutti i presenti il fuoco sacro della fanòve con la filastrocca in dialetto: "la fanòve a Santa Cataròne..." La celebrazione eucaristica officiata da Don Peppino Balice illumina di Spirito Santo la Chiesa e la comunità con la benedizione del Signore in una Chiesa vivente da otto secoli, dove si recava un Sacerdote della Chiesa Madre di San Sabino a "celebrare la messa mattinale del dì di festa". Uscendo si porge la lettura dei graffiti medievali che raccontano la storia, la devozione, la fede, la simbologia sacra dei Templari per Santa Caterina d'Alessandria, mentre il momento finale si ritrova in comunione nella piazzetta per il rito e la festa della fanòve.

Si accende il Natale con la filastrocca in dialetto popolare :"la fanòve a Santa Caterina, sta la neve sulla spina". Lasciamo il Borgo Antico del Colle dei Santi Quaranta Martiri, noto come Rione Castello, scoprendo "le vie dei ciottoli" che affiorano sotto il manto stradale, ma ci soffermiamo in cammino al Presepe dell'intrepido Peppino Fallacara, dove troviamo "la neve sulla spina". Sono i fiocchi di ovatta che noi bambini ponevamo con le mani sulla "spina del Presepe", che i nostri padri portavano dai campi incolti fra le pietre. È la magia del Natale, è il rito sacro del Presepe, è la storia della nostra gente, è la devozione a Gesù Bambino "Signore della storia e Dio della Vita", come recita una preghiera laica delle Forze Armate.
Viva la Festa di Santa Caterina!
Accendiamo il Natale!
maestro Peppino Di Nunno
Canosa Via S.CaterinaBasolato in Via Sabina CanosaCanosa Chiesa S.CaterinaCanosa Chiesa S.CaterinaCanosa Chiesa S.CaterinaDon Peppino BaliceDon Peppino BaliceMajd dalla PalestinaCanosa Chiesa S.CaterinaLa fanòve a Santa Caterina
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