Spreco alimentare
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Eventi e cultura

Non alimentare lo spreco

Cause, impatti, soluzioni a convegno

Recenti statistiche riportano che dal 1974 a oggi lo spreco alimentare nel mondo è aumentato del 50% ma solo da poco tempo, complice la crisi economica globale, la questione è trattata come un vero problema. II 40% del cibo prodotto negli Stati Uniti finisce in discarica. In Gran Bretagna si buttano tra i rifiuti 6,7 milioni di tonnellate di cibo ancora perfettamente consumabile, per un costo annuale di 10 miliardi di sterline. In Svezia, mediamente ogni famiglia getta via il 25% del cibo acquistato. La situazione in Italia, è altrettanto preoccupante: in un anno si spreca tanto cibo quanto potrebbe soddisfare il fabbisogno alimentare di tre quarti della popolazione italiana. Un anno di spreco alimentare in Italia sfamerebbe quasi 44 milioni e mezzo di persone. Con il cibo sprecato vengono, infatti, gettate via risorse come acqua, fertilizzanti, suolo, combustibili fossili e fonti energetiche di ogni tipo; per non parlare dello spreco economico e dello spreco in termini di risorse umane.

"Non alimentare lo spreco – cause, impatti, soluzioni" è il titolo del convegno che si terrà lunedì 4 luglio alle ore 19,00 nel Caffè Duomo, piazzale Chiesa Madre, a Francavilla Fontana (BR). Ad organizzarlo Fare Verde Puglia, Leo Club, Forum Giovani Puglia, Avanti Popolo con il patrocinio del Comune di Francavilla Fontana. Interverranno in qualità di relatori: Marco Capuano, responsabile del nucleo di Francavilla Fontana dell'associazione ambientalista Fare Verde Onlus; Maria Chiara Gadda, deputata proponente e relatrice della legge contro gli sprechi alimentari; Ruggiero Mennea, consigliere regionale, proponente della legge regionale "Recupero e riutilizzo di eccedenze alimentari"; Don Andrea Santoro, partner del progetto "#nonalimentarelospreco", responsabile mensa Caritas; Luigi Galiano, assessore attività produttive del comune di Francavilla Fontana;Carmen Craca, socia fondatrice della Onlus "CibiAMOci. Con questa manifestazione si vuole richiamare l'attenzione dei cittadini sulla necessità di recuperare prodotti ancora utilizzabili, favorendo un uso consapevole delle risorse. Perché lo sperpero che diventa rifiuto rappresenta un costo per la collettività e comporta un dispendio di risorse naturali, idriche, energetiche ed emissioni di anidride carbonica per la sua produzione.
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