Ulivo
Ulivo
Storia

Na ramagghje per la Domenica delle Palme

Il sonetto dialettale di Sante Valentino

Nella Domenica delle Palme si celebra l'ingresso di Gesù a Gerusalemme, in sella ad un asino, pochi giorni prima della sua morte, in occasione della Pasqua ebraica. Nei Vangeli si narra che Cristo fu accolto da una folla festante che agitava rami di palma e di ulivo, acclamandolo come Messia. In questa domenica durante la liturgia religiosa per ricordare questo evento, vengono distribuiti rametti di ulivo benedetti ai fedeli che li conserveranno fino all'anno successivo, come la tradizione vuole. La storia dell'Ulivo e delle sue caratteristiche è profondamente legata a quella dell'umanità, fin dai tempi più remoti è stato considerato un simbolo trascendente di spiritualità e sacralità, sinonimo di fertilità e rinascita, di resistenza alle ingiurie del tempo e delle guerre, simbolo di pace e valore. L'olivo rappresentava nella mitologia, come nella religione, un elemento naturale di forza e di purificazione, come nella tradizione cristiana, l'olio d'oliva è utilizzato per la celebrazione di alcuni Sacramenti, Cresima, Ordinamento Sacerdotale, Estrema Unzione. Fonti storiche riportano che la pianta ebbe il suo habitat originario in Siria ed i primi che pensarono a trasformare una pianta selvatica in una specie domestica sono stati i popoli che parlavano una lingua semitica. Successivamente dalla Siria, l'olivo è stato trapiantato in Grecia dove è stato coltivato fino a divenire indispensabile ai popoli antichi del Mediterraneo. La cultura dell'olio di oliva si è diffusa nel Medioevo, grazie ad alcuni Ordini religiosi, fra i quali i Benedettini ed i Cistercensi. I Benedettini, devoti al credo della preghiera e del lavoro, persuadevano contadini ed operai agricoli a non abbandonare le terre ma a dedicarsi a colture redditizie quali l'olivo.

Nel corso della storia anche la letteratura ha contribuito a valorizzare questa pianta secolare, che ha ispirato nell'antichità quanto nella modernità. Dell'ulivo si parla già nel libro della Genesi, la magnificenza dell'olivo è cantata dai poeti dell'Antico Testamento, nelle loro metafore l'ulivo simbolizza salvezza e prosperità. Il salmo 128, nell'esaltare "l'uomo che teme il Signore e cammina nelle sue vie", dice: "la tua sposa è come vite feconda nell'intimità della tua casa, i tuoi figli come virgulti d'olivo intorno alla tua mensa". Fino ad arrivare ai poeti famosi del secolo scorso come Giovanni Pascoli,Federico Garcia Lorca, Eugenio Montale, Giuseppe Ungaretti, ed alcuni brani celebri del poeta abruzzese Gabriele D'Annunzio che vedono al centro delle attenzioni l'olivo e il suo prezioso frutto:
L'ulivo : "Laudato sia l'ulivo nel mattino!
Una ghirlanda semplice, una bianca
tunica, una preghiera armoniosa
a noi son festa…"

L'Olio
Olio con sapiente arte spremuto
Dal puro frutto degli annosi olivi,
Che cantan -pace! -in lor linguaggio muto.
Degli umbri colli pei solenti clivi,
Chiaro assai più liquido cristallo,
Fragrante quale oriental unguento,
Puro come la fè che nel metallo
Concavo t'arde sull'altar d'argento,
Le tue rare virtù non furo ignote
Alle mense d'Orazio e di Varrone
Che non sdegnàr cantarti in loro note…


In questa giornata di festa, su Canosaweb non poteva mancare il sonetto dialettale "Na ramagghje" del poeta canosino Sante Valentino dedicato all'ulivo simbolo di pace e fiore all'occhiello dell'agricoltura locale. Il poeta Sante Valentino, vincitore del Premio Diomede 2014 e della X Edizione del concorso letterario "Il mio cuore, la mia terra, la mia vita" per la sezione provinciale Barletta Andria Trani, sta ultimando alcuni lavori letterari che a breve saranno presentati al pubblico. Il primo incontro a Canosa di Puglia(BT) è in calendario il 9 maggio, sul tema "Festa della Mamma" presso l' Auditorium dell' Università della Terza Età -Sezione "Prof. Ovidio Gallo". L'olivo, la pianta tipica e rappresentativa della Puglia e di Canosa, protagonista nel suggestivo sonetto in vernacolo per augurare buona domenica delle Palme a tutti i lettori di Canosaweb, primo portale cittadino al servizio della cultura e dell'informazione , Buona Domenica delle Palme!

Na ramagghje di Sante Valentino
Porte che maje e accarézze nu sunne
ca m'accumbagne cialéune ch'u munne,
vaiche truanne na vanne addà stèje
tuzzelanne a tutte da duje e da dèje.

Jeje l'addumannanne cu core 'mmène
e métte récchje a véuce e cambène,
nescéune l'ho viste, nescéune l'ho 'ngundrète
e nan ze sèpe a cé pizze stè chiandète.

Se sénde u preféume , se sénde l'addàure
sott'a nu cjle ca lundène se ne véce
da la povera génde ca sèpe u delàure.

Vaiche cercanne ce na mène me dèce
e me dece u poste addà la pozze truè
sàup'a sta térre na ramagghje de pèce.


Un ramoscello
Porto con me e accarezzo un sogno
che mi accompagna in giro per il mondo,
vado trovando un luogo dove sta
bussando a tutti di qua e di là.

Io lo chiedo col cuore in mano
e metto orecchio a voci e campane,
nessuno l'ha visto, nessuno l'ha incontrato
e non si sa a che punto è piantato.

Si sente il profumo, si sente l'odore
sotto un cielo che lontano se ne va
dalla povera gente che conosce il dolore.

Vado cercando chi una mano mi da
e mi dice il posto dove lo posso trovare
su questa terra un ramoscello di pace.

Sante Valentino
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