Ciclisti 1999
Ciclisti 1999
Vita di città

Massimiliano Nardò: dall’amarcord al giro d’italia del 2013

Storia di ciclisti amatori tra serio e faceto. Non posso dimenticare gli interminabili pomeriggi passati a sgambettare

Era il 1999 quando cominciavo a dare le prime pedalate con l'idea, come dice la pubblicità, di perdere peso e restare in forma.
Conobbi "il gruppo dei ciclisti amatori" che si riuniva a Costantinopoli martedì, giovedì pomeriggio e la domenica mattina.
Il più rappresentativo del Gruppo era Domenico Sicolo, che noi amici chiamavamo "Mimmo Ciccio Paolo da Canosa", il nostro Capitano, per la sua capacità di aggregare grazie alle sue esilaranti battute pronte.

Non posso dimenticare gli interminabili pomeriggi passati a sgambettare e a fare sonore e grasse risate. La domenica invece c'erano tutti, oltre 30 40 ciclisti, e c'era la sfida della domenica, cominciata tantissimi anni fà, per caso, quando, una tranquilla e solita uscita in bici, con destinazione Loconia, per godere della focaccia appena sfornata, si trasformò in vera e propria sfida con tanto di traguardi volanti inventati.

Manca a tutti noi Mimmo, da quando è andato a correre in Cielo, le nostre uscite non sono più le stesse.
Mi è, e ci è, rimasta, la grande passione per la bici che quotidianamente cerchiamo di trasformare in sfida, prima di tutto con noi stessi e poi con gli altri, partecipando a gare regionali e nazionali.
Se mi chiedete quali sono i risultati delle nostre gare? Vi rispondo: CI DIVERTIAMO.

Ho sempre pensato, però, che chi ha passione e cultura sportiva abbia un debito nei confronti della Comunità nella quale questa passione pratica, non ci si può limitare ad una visione egoistica dello sport.

L'occasione di diffondere la nostra passione ciclistica è capitata quando, in una tranquilla mattina di Giugno 2012, appresi dal TG Norba che al sud Italia ci sarebbero state ben 6 tappe del Giro d'Italia 2013, e ciò dopo che l'anno precedente il sud era stato completamente escluso dal percorso.

Mi dissi che sarebbe stato bello se il giro, dopo trent'anni, fosse passato da Canosa, sarebbe stata l'occasione di tutti noi ciclisti della domenica, per far promozione del nostro sport e per far conoscere la nostra passione sportiva.
Ricordo ancora con grande emozione il passaggio del giro del 1984, andavo alle elementari e quel giorno non ci fù scuola, e c'era un bellissima aria di festa, motivo: PASSAVA IL GIRO.

Ho cercato subito di seguire l'idea avuta, che all'inizio sembrava assurda e impossibile, con la collaborazione attiva di Vito Pagano, sono arrivato a contattare gli irraggiungibili Mauro Vegni, responsabile del percorso del Giro d'Italia, e Stefano Allocchio responsabile della logistica del Giro d'Italia. Dico irraggiungibili, perché se anche qualcuno volesse, con moltissima fatica riuscirebbe a contattarli, permettetemi di dire che ne so qualcosa.

Con l'aiuto di uno degli organizzatori della Tirreno - Adriatico sono riuscito a fare pressioni affinchè il percorso fosse leggermente cambiato.
Originariamente la tappa Mola – Margherita, doveva svolgersi lungo Adriatico per finire con un circuito Margherita- Trinitapoli- San Fedinando. Chiedendo il passaggio da Canosa c'e stata la variazione del percorso con la Planimetria che Voi tutti conoscete.

Fondamentale il ruolo svolto dall'assessore allo sport Gianni Quinto, per aver sposato subito l'idea, per essere riuscito a coltivare i contatti attivati, per aver utilizzato la sua figura istituzionale con i dirigenti RCS, anche in quel di Milano, per dare le garanzie necessarie per il passaggio.

Un sentito ringraziamento và all'amministrazione Comunale, nella persona del Sindaco La Salvia, che ratificando il passaggio del giro, in prefettura a Bari, si è preso l'impegno di adempiere a tutto ciò che è necessario perché l'evento si compia.

Questa storia non ha nulla a che fare con i numeri e con le statistiche del più importante e blasonato ciclismo di Canosa, che onoro e rispetto, i protagonisti nulla o quasi, hanno raccolto nelle loro gare dai sacrifici quotidiani fatti, per conciliare il lavoro, la famiglia e la passione sportiva per IL CICLISMO.

E' solo la Storia, che ogni giorno, ogni settimana, ogni anno si svolge, di cittadini appassionati di sport che nel loro piccolo sono riusciti, a realizzare un evento, di caratura internazionale, storico dal punto di vista sportivo, d'impatto dal punto di vista della promozione del Nostro Territorio, della valorizzazione delle nostre Bellezze Storico-Artistiche, nonché della valorizzazione delle nostre eccellenze Produttive.

Diamo libero sfogo alla nostra passione sportiva per accogliere al meglio questi Grandi Campioni.

Massimiliano Nardò
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