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Politica

Fino ad alcune decine di anni fa questa città lucana era ancora poco conosciuta

Da quel momento in poi, è stato il boom! Turisti da ogni dove, visibilità, produzione continua e costante di eventi culturali


Non me ne vogliano i cari amici della Basilicata se definisco questa città "lucana per errore", considerata la continuità culturale, artistica, paesaggistica, dialettale che questa condivide con la confinante Puglia e considerato il fatto che fino al 1663 il suo territorio era parte della Terra d'Otranto, poi passato al Giustizierato di Basilicata, su decisione dei viceré napoletani. Sta di fatto che ciò per il quale questa città oggi vive, fino a pochi decenni fa era il simbolo della fatiscenza e del degrado, una delle vergogne d'Italia da cancellare. Poi, ci fu una svegliata, una presa di coscienza e d'identità della popolazione. Pasolini provò a darne visibilità nel 1964, girando il "Vangelo secondo Matteo". Ma il fenomeno socio-culturale di rivalsa fu talmente virtuoso, da riuscire in seguito a candidare e a vincere nel 1996 il prestigioso riconoscimento UNESCO. Qualche anno più tardi arrivò Mel Gibson e il risalto fu mondiale. Forse affascinato dai siti rupestri, magari basandosi sul precedente lavoro pasoliniano, il regista statunitense girò un "quasi-colossal" proprio per le strade di quelle che, fino a poco tempo prima, erano una delle immagini del degrado italiano.

Da quel momento in poi, è stato il boom! Turisti da ogni dove, visibilità, produzione continua e costante di eventi culturali, affermazione di un brand locale e crescente prestigio. Tutto questo lavoro, all'insegna della promozione turistica e culturale del territorio (e nonostante la mancanza di uno scalo Trenitalia) ha permesso oggi a Matera di diventare Capitale europea della Cultura nel 2019, insieme alla bulgara Plovdiv. Programmazione, fare sistema, professionalità, ambizione, ma anche molta umiltà. Matera è un esempio di come le sfide vanno assunte ed affrontate con coraggio, ma anche con preparazione e piedi per terra (possibilmente senza montarsi la testa). Ponendo una riflessione, Matera deve essere un esempio che Canosa deve seguire, cioè l'esempio lo deve seguire una città che dorme, una città dove non bastano 10 caffè e 50 scuotimenti, per capire che può lanciarsi in avventure dalle quali, forse non si uscirà vincitori, ma almeno protagonisti, almeno si avrà la possibilità di dire la propria, almeno si avrà quella visibilità su palcoscenici ampi. Loro hanno i sassi, noi abbiamo gli ipogei che non sono da meno, anzi!

Matera è una città delle più antiche al mondo, il proprio territorio è abitato da circa 10000 anni a questa parte, noi forse non siamo così antichi; ma se ci fossilizziamo sul discorso "io sono più longevo di te", non ne usciremmo più, questo non deve frenare la nostra (presunta) vocazione turistica, sempre se ne abbiamo una, al di là dei soliti volontari. Perché questi toni polemici? Perché ogni cosa a Canosa viene demolita dal "ce vvé/sciete facenne!" di turno: poveracci, gente frustrata e mediocre, invidiosa del concittadino che prova ad emergere e cerca (insieme ad altri concittadini) di far emergere l'intera realtà. Smettiamola di essere così arrendevoli, dimostriamo di essere più forti di qualche idiota, che forse vorrebbe vederci andarcene via. Non solo. Dobbiamo capire che questa razza (purtroppo) non ancora in estinzione, si trova dappertutto, non solamente da noi, forse anche Matera, nel suo sviluppo, avrà avuto a che fare con prefiche e soloni che pontificano ma non piegano la schiena, indicano cosa fare senza rimboccarsi le maniche, si lamentano ma non propongono. Dalle altre parti, dove si lavora o si cerca di fare qualcosa, evidentemente si è sordi agli strali del "capiscitore" di turno; noi forse lo temiamo, uscendone sconfitti ad ogni confronto con lui (chiunque egli sia). Lo so, ci atterrisce il passato, ci atterriscono tutte quelle idee da campagna elettorale che si voleva fare e poi......Tuttavia, partire sconfitti e demoralizzati non servirà a creare un nuovo museo, ad avere un riconoscimento UNESCO per i nostri siti archeologici, a vedere un borgo antico vivibile. La nostra determinazione deve essere più forte di tutto e mi riferisco ai giovani: il presente e il futuro appartengono a noi! Chi ha i capelli bianchi (o anche grigi) ha già dato; siamo noi che abbiamo il dovere di migliorare le condizioni di questa città, non devono esserci distinzioni, soprattutto di nessun colore politico!

Anche se non eravamo in lizza (e difficilmente lo saremmo stati, fermi come siamo), spero che quei CANOSINI SOLENNEMENTE DORMIENTI abbiano avvertito il ceffone morale, appena servitoci da Matera. Riceviamolo, prendiamolo, incartiamolo e portiamocelo a casa. Ma da domani vediamo di metterci a lavoro anche noi, se crediamo nello sviluppo del nostro territorio, senza la necessità di candidarci a "Capitale Europea della Cultura 2144"! Perché non si tratta di dover ambire per forza a titoli ed iniziative che ora ci fanno venire le vertigini, si tratta di lavorare a medio-lungo termine per contare turisticamente di più, anche alzando la voce o battendo i pugni sul tavolo (se serve).
Non servono grandi opere per rilanciare la nostra comunità. All'inizio bastano piccole cose, quelle piccole cose che noi non abbiamo ancora e che potrebbero servire per il bene di tutti. Poi realizzare altre piccole cose, e altre piccole cose ancora. Forse cosi potremmo rilanciarci, a tasselli, a mò di mosaico, tanti frammenti che uniti insieme sveglierebbero la nostra città. Quali sono queste piccole cose? Ne si può parlare, ne si può discutere tutti insieme, le si possono individuare nelle proposte di ognuno di noi. Associazioni e fondazioni, siate sempre più attive e coinvolgenti!

Complimenti Matera, la Canosa positiva ed attiva ti augura buon lavoro!

Francesco Specchio
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