Inaugurazione della Breast Unit
Inaugurazione della Breast Unit
Territorio

Breast Unit al Dimiccoli: il polo diagnostico-terapeutico per il cancro alle mammelle

Inaugurato stamane a Barletta per combattere il tumore più diffuso tra le donne

Il tumore al seno è la forma più diffusa tra le donne, rappresenta il 29% di tutti i tumori ma in realtà è quello maggiormente curabile, con una sopravvivenza dalla diagnosi in costante aumento da molti anni, sempre relativamente all'aumento delle stesse attività di prevenzione e screening e al miglioramento delle cure previste. Si è svolta stamane presso l'ospedale "Dimiccoli" di Barletta l'inaugurazione della "Breast Unit", il percorso diagnostico, terapeutico e assistenziale per le donne affette da tumore della mammella. Un Case Manager giuda la donna con neoplasia o con sospetto tumore lungo il percorso di diagnosi e cura, accompagnandola nel processo che integra i diversi servizi aziendali. Il percorso si avvale anche di tecnologie dedicate.

Sono intervenuti alla conferenza di presentazione, Pasquale Cascella, sindaco di Barletta, Elena Gentile, assessore al Welfare e alle Politiche della Salute della Regione Puglia e Giovanni Gorgoni, presidente generale dell'Asl BAT. Il sindaco Pasquale Cascella ha dichiarato «Un altro passo in avanti si compie nella nostra città, soprattutto per l'ospedale, per i servizi che il territorio offre. E' importante che quest'iniziativa di oggi sia collegata ad un'altra, l'inaugurazione della "Casa della salute" a Trani. Questa è la dimostrazione che il nostro territorio mostra grande sensibilità nei confronti della sofferenza, soprattutto per i casi in cui ci si ritrova ad affrontare una malattia come quella del cancro alle mammelle, qualcosa di così profondo e personale che tocca la donna direttamente nella sua identità femminile».

Elena Gentile è intervenuta alla conferenza sostenendo «E' fondamentale porre nuovamente la questione del Mezzogiorno e della sua discriminazione da parte delle regioni del centro-nord. Se le regioni del sud non prenderanno provvedimenti anche nei confronti del proprio destino a livello sanitario, ancora una volta ci troveremo a dover affrontare la perdita delle nostre menti più brillanti, dei neolaureati che formati nelle nostre valide università saranno poi costretti ad emigrare e ad andare a lavorare nei grandi ospedali e nelle strutture del nord. Per questo oggi piantiamo una buona bandiera della qualità, dell'organizzazione, a dimostrazione che quando le donne si mettono in campo, possono fare realmente la differenza, garantendo ottimi risultati nati dalla creatività e dalla passione civile».
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