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Territorio

Agromeccanici, gli “artigiani dell’ambiente” che mancano

Non solo motore produttivo ma costruttori di paesaggi resilienti

In un momento storico, in cui il tema del suolo entra di diritto tra le priorità delle politiche ambientali europee e nazionali, l'Unione Nazionale Contoterzisti Agromeccanici e Industriali (UNCAI) chiede che venga finalmente riconosciuto il ruolo strategico delle imprese agromeccaniche: non semplici fornitori di servizi agricoli, ma attori chiave della rigenerazione territoriale e della prevenzione del degrado. «Gli agromeccanici rappresentano una risorsa essenziale. Sono l'anello di congiunzione tra la politica ambientale e la sua attuazione sul campo». Dichiara il presidente UNCAI, Aproniano Tassinari. Con competenze professionali e dotazioni tecnologiche avanzate, sono veri Artigiani dell'Ambiente: operatori che ogni giorno trasformano obiettivi e norme in interventi concreti. Dalla gestione del verde alla sistemazione idraulico-forestale, dalla manutenzione dei canali alla messa in sicurezza del territorio, fino alle emergenze – come dimostrato nell'alluvione in Romagna del 2023 – la loro operatività è un presidio ambientale diffuso. Per questo UNCAI esprime forte rammarico per la mancata integrazione, nella proposta di legge sui consorzi di bonifica approvata dal CNEL, della figura dell'imprenditore agromeccanico tra i soggetti con cui i consorzi possono stipulare convenzioni per lavori idraulico-forestali. Il testo, infatti, al comma 8 cita esclusivamente le "aziende agricole". «Una scelta che esclude proprio le imprese più attrezzate e professionalmente idonee a gestire interventi complessi e vitali», puntualizza Tassinari.

UNCAI ricorda che l'imprenditore agromeccanico, ai sensi della normativa vigente, non è un imprenditore agricolo: la mancata citazione esplicita limita la capacità operativa dei consorzi, mentre il Paese affronta un rischio idrogeologico sempre più frequente. «È incomprensibile ignorare la nostra specificità». Aggiunge Tassinari: «Per proteggere il suolo servono mezzi professionali e chi sa usarli. Se si continua a confondere agromeccanici e agricoltori, si depotenzia l'azione preventiva proprio quando la prevenzione è l'unica arma efficace contro la crisi climatica. Non è un dettaglio normativo: è una scelta che incide sulla sicurezza territoriale». UNCAI proseguirà l'azione istituzionale affinché gli Artigiani dell'Ambiente siano riconosciuti come soggetti pienamente titolati a contribuire alla sicurezza del territorio. «Gli agromeccanici sono costruttori di equilibri ambientali: conoscono i suoli, le loro fragilità, le dinamiche dell'acqua e della vegetazione», sottolinea il direttore tecnico UNCAI, Roberto Scozzoli. «Sono artigiani del paesaggio: potano, piantano, consolidano, puliscono, ripristinano, mantengono permeabilità e microambienti. E operano non solo nei contesti agricoli. Le loro competenze li rendono fondamentali lungo le spiagge dei nostri litorali e anche per la rinaturalizzazione di aree industriali, commerciali e logistiche, che dovrebbero essere incluse dalla funzione ecosistemica. Se agli agricoltori è chiesto di contribuire alla salute del suolo, lo stesso deve valere per chi il suolo, non lo coltiva ma lo trasforma e talvolta lo consuma».

UNCAI invita le istituzioni nazionali, e in particolare il CNEL, a correggere una distorsione che rischia di indebolire l'intero sistema della prevenzione ambientale e dell'intervento emergenziale. Riconoscere la dimensione ambientale dell'impresa agromeccanica significa valorizzare competenze indispensabili e mettere il Paese nelle condizioni di rispondere con efficacia alle sfide climatiche. «Se vogliamo suoli sani entro il 2050, territori più resilienti e paesaggi capaci di assorbire gli impatti del clima che varia» occorre mettere al centro chi lavora davvero terra, acqua e infrastrutture verdi. Gli agromeccanici non sono solo motore produttivo: sono un presidio ambientale.

APPROFONDIMENTO
Agromeccanici e Territorio

Gli imprenditori agromeccanici rappresentano l'anello di congiunzione essenziale tra la politica ambientale e la sua attuazione sul campo: sistemazioni Idrauliche e forestali: intervengono su corsi d'acqua, argini e canali per la pulizia, la bonifica, la creazione di microambienti e il ripristino dell'officiosità idraulica, attività cruciali per la prevenzione del dissesto idrogeologico.
Gestione emergenziale: la loro preparazione si è dimostrata fondamentale nelle emergenze, come nell'alluvione in Romagna del 2023, dove sono stati in prima linea.
Rigenerazione del paesaggio: sono in grado di costruire condizioni di equilibrio fra attività produttiva e salute ambientale, intervenendo con un approccio operativo e concreto sul terreno.
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  • Agromeccanici
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