
Territorio
Agromeccanici, gli “artigiani dell’ambiente” che mancano
Non solo motore produttivo ma costruttori di paesaggi resilienti
Italia - domenica 23 novembre 2025
21.19
In un momento storico, in cui il tema del suolo entra di diritto tra le priorità delle politiche ambientali europee e nazionali, l'Unione Nazionale Contoterzisti Agromeccanici e Industriali (UNCAI) chiede che venga finalmente riconosciuto il ruolo strategico delle imprese agromeccaniche: non semplici fornitori di servizi agricoli, ma attori chiave della rigenerazione territoriale e della prevenzione del degrado. «Gli agromeccanici rappresentano una risorsa essenziale. Sono l'anello di congiunzione tra la politica ambientale e la sua attuazione sul campo». Dichiara il presidente UNCAI, Aproniano Tassinari. Con competenze professionali e dotazioni tecnologiche avanzate, sono veri Artigiani dell'Ambiente: operatori che ogni giorno trasformano obiettivi e norme in interventi concreti. Dalla gestione del verde alla sistemazione idraulico-forestale, dalla manutenzione dei canali alla messa in sicurezza del territorio, fino alle emergenze – come dimostrato nell'alluvione in Romagna del 2023 – la loro operatività è un presidio ambientale diffuso. Per questo UNCAI esprime forte rammarico per la mancata integrazione, nella proposta di legge sui consorzi di bonifica approvata dal CNEL, della figura dell'imprenditore agromeccanico tra i soggetti con cui i consorzi possono stipulare convenzioni per lavori idraulico-forestali. Il testo, infatti, al comma 8 cita esclusivamente le "aziende agricole". «Una scelta che esclude proprio le imprese più attrezzate e professionalmente idonee a gestire interventi complessi e vitali», puntualizza Tassinari.
UNCAI ricorda che l'imprenditore agromeccanico, ai sensi della normativa vigente, non è un imprenditore agricolo: la mancata citazione esplicita limita la capacità operativa dei consorzi, mentre il Paese affronta un rischio idrogeologico sempre più frequente. «È incomprensibile ignorare la nostra specificità». Aggiunge Tassinari: «Per proteggere il suolo servono mezzi professionali e chi sa usarli. Se si continua a confondere agromeccanici e agricoltori, si depotenzia l'azione preventiva proprio quando la prevenzione è l'unica arma efficace contro la crisi climatica. Non è un dettaglio normativo: è una scelta che incide sulla sicurezza territoriale». UNCAI proseguirà l'azione istituzionale affinché gli Artigiani dell'Ambiente siano riconosciuti come soggetti pienamente titolati a contribuire alla sicurezza del territorio. «Gli agromeccanici sono costruttori di equilibri ambientali: conoscono i suoli, le loro fragilità, le dinamiche dell'acqua e della vegetazione», sottolinea il direttore tecnico UNCAI, Roberto Scozzoli. «Sono artigiani del paesaggio: potano, piantano, consolidano, puliscono, ripristinano, mantengono permeabilità e microambienti. E operano non solo nei contesti agricoli. Le loro competenze li rendono fondamentali lungo le spiagge dei nostri litorali e anche per la rinaturalizzazione di aree industriali, commerciali e logistiche, che dovrebbero essere incluse dalla funzione ecosistemica. Se agli agricoltori è chiesto di contribuire alla salute del suolo, lo stesso deve valere per chi il suolo, non lo coltiva ma lo trasforma e talvolta lo consuma».
UNCAI invita le istituzioni nazionali, e in particolare il CNEL, a correggere una distorsione che rischia di indebolire l'intero sistema della prevenzione ambientale e dell'intervento emergenziale. Riconoscere la dimensione ambientale dell'impresa agromeccanica significa valorizzare competenze indispensabili e mettere il Paese nelle condizioni di rispondere con efficacia alle sfide climatiche. «Se vogliamo suoli sani entro il 2050, territori più resilienti e paesaggi capaci di assorbire gli impatti del clima che varia» occorre mettere al centro chi lavora davvero terra, acqua e infrastrutture verdi. Gli agromeccanici non sono solo motore produttivo: sono un presidio ambientale.
APPROFONDIMENTO
Agromeccanici e Territorio
Gli imprenditori agromeccanici rappresentano l'anello di congiunzione essenziale tra la politica ambientale e la sua attuazione sul campo: sistemazioni Idrauliche e forestali: intervengono su corsi d'acqua, argini e canali per la pulizia, la bonifica, la creazione di microambienti e il ripristino dell'officiosità idraulica, attività cruciali per la prevenzione del dissesto idrogeologico.
Gestione emergenziale: la loro preparazione si è dimostrata fondamentale nelle emergenze, come nell'alluvione in Romagna del 2023, dove sono stati in prima linea.
Rigenerazione del paesaggio: sono in grado di costruire condizioni di equilibrio fra attività produttiva e salute ambientale, intervenendo con un approccio operativo e concreto sul terreno.
UNCAI ricorda che l'imprenditore agromeccanico, ai sensi della normativa vigente, non è un imprenditore agricolo: la mancata citazione esplicita limita la capacità operativa dei consorzi, mentre il Paese affronta un rischio idrogeologico sempre più frequente. «È incomprensibile ignorare la nostra specificità». Aggiunge Tassinari: «Per proteggere il suolo servono mezzi professionali e chi sa usarli. Se si continua a confondere agromeccanici e agricoltori, si depotenzia l'azione preventiva proprio quando la prevenzione è l'unica arma efficace contro la crisi climatica. Non è un dettaglio normativo: è una scelta che incide sulla sicurezza territoriale». UNCAI proseguirà l'azione istituzionale affinché gli Artigiani dell'Ambiente siano riconosciuti come soggetti pienamente titolati a contribuire alla sicurezza del territorio. «Gli agromeccanici sono costruttori di equilibri ambientali: conoscono i suoli, le loro fragilità, le dinamiche dell'acqua e della vegetazione», sottolinea il direttore tecnico UNCAI, Roberto Scozzoli. «Sono artigiani del paesaggio: potano, piantano, consolidano, puliscono, ripristinano, mantengono permeabilità e microambienti. E operano non solo nei contesti agricoli. Le loro competenze li rendono fondamentali lungo le spiagge dei nostri litorali e anche per la rinaturalizzazione di aree industriali, commerciali e logistiche, che dovrebbero essere incluse dalla funzione ecosistemica. Se agli agricoltori è chiesto di contribuire alla salute del suolo, lo stesso deve valere per chi il suolo, non lo coltiva ma lo trasforma e talvolta lo consuma».
UNCAI invita le istituzioni nazionali, e in particolare il CNEL, a correggere una distorsione che rischia di indebolire l'intero sistema della prevenzione ambientale e dell'intervento emergenziale. Riconoscere la dimensione ambientale dell'impresa agromeccanica significa valorizzare competenze indispensabili e mettere il Paese nelle condizioni di rispondere con efficacia alle sfide climatiche. «Se vogliamo suoli sani entro il 2050, territori più resilienti e paesaggi capaci di assorbire gli impatti del clima che varia» occorre mettere al centro chi lavora davvero terra, acqua e infrastrutture verdi. Gli agromeccanici non sono solo motore produttivo: sono un presidio ambientale.
APPROFONDIMENTO
Agromeccanici e Territorio
Gli imprenditori agromeccanici rappresentano l'anello di congiunzione essenziale tra la politica ambientale e la sua attuazione sul campo: sistemazioni Idrauliche e forestali: intervengono su corsi d'acqua, argini e canali per la pulizia, la bonifica, la creazione di microambienti e il ripristino dell'officiosità idraulica, attività cruciali per la prevenzione del dissesto idrogeologico.
Gestione emergenziale: la loro preparazione si è dimostrata fondamentale nelle emergenze, come nell'alluvione in Romagna del 2023, dove sono stati in prima linea.
Rigenerazione del paesaggio: sono in grado di costruire condizioni di equilibrio fra attività produttiva e salute ambientale, intervenendo con un approccio operativo e concreto sul terreno.


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