
Nei luoghi deserti costruiremo con mattoni nuovi
Verso il Meeting di Rimini, in calendario dal 22 al 27 agosto 2025
lunedì 18 agosto 2025
22.07
iReport
"Nei luoghi deserti costruiremo con mattoni nuovi". Questo è il titolo dell'edizione n. 46 del Meeting di Rimini, in calendario dal 22 al 27 agosto 2025. La citazione, tratta dai Cori da 'La Rocca' di Thomas Stearns Eliot, vuole prima di tutto esprimere la speranza di una novità dentro la drammaticità della storia, il desiderio di costruire insieme luoghi in cui condividere la ricerca e l'esperienza di ciò che è vero, buono e giusto. E' un invito ad incontrare esperienze di tutto il mondo che ci documentano che è possibile intraprendere, prendere iniziative, per portare una novità di vita anche in situazioni difficili conflittuali o addirittura segnati da guerre atroci. Come accade spesso anche a noi: tante modalità di approcciare e di comprendere la realtà ci vengono suggerite dalla storia nella quale siamo cresciuti. Si costruisce la vita con la propria immaginazione, con i propri talenti, con la propria intelligenza, con il proprio temperamento. Ma ciò che dà a questo proprium una dimensione nuova è l'ideale con il quale e per il quale ci si impegna. Più questo ideale porta al riconoscimento del bene e unisce nella ricerca del vero, più la dedizione di ognuno si coinvolge in una costruzione comune – anche in condizioni avverse, difficili o ostili, nei "deserti" appunto.
Proprio guardando i luoghi deserti del nostro tempo non è difficile comprendere l'urgenza e il compito di "costruire": costruire relazioni autentiche che superino la sempre più diffusa solitudine esistenziale, luoghi di riconciliazione che non si arrendano alla conflittualità e all'inimicizia, parole vere e affidabili contro falsificazioni e strumentalizzazioni, percorsi di pensiero oltre i soliti slogan riduttivi e le terribili semplificazioni, progetti economici innovativi e sostenibili contro la disuguaglianza e lo sfruttamento dell'uomo e della natura, spazi di dialogo oltre le polarizzazioni politiche e le denigrazioni sociali. Di fronte a queste sfide, l'intento del Meeting 2025 è di proporre e lasciar incontrare esperienze che hanno portato e continuano a portare una diversità e novità di vita e che hanno arricchito e iniziato a cambiare un pezzo di mondo. Ce ne parleranno genitori, insegnanti, medici, scienziati, artisti e protagonisti di tanti settori del mondo del lavoro. Ce lo renderanno presente in diverse mostre e convegni testimoni che vivono nei deserti di atroci distruzioni – dalla Palestina all'Ucraina e in tante altre zone di guerra – affermando la propria dignità, la propria libertà, il proprio desiderio di pace senza diventare schiavi dell'odio o delle violente intimidazioni. Come ci illustrerà una mostra sul Romanico, i tanti tentativi di costruire un mondo più umano possono trovare proprio quel periodo un paragone significativo e incoraggiante. L'armonia e la solidità delle chiese insieme a una concezione del lavoro riscoperta nel suo senso più ideale rispecchiavano e rafforzavano la crescita, nella pazienza del tempo, di una civiltà nuova dopo un'epoca di barbarie e distruzione.
Anche il rischio dei deserti digitali sarà uno dei temi affrontati al Meeting: il rischio dell'essere iperconnessi e, al contempo, sempre più soli, di essere sempre più assediati da notifiche e, tuttavia, sempre meno in grado di approfondire la nostra conoscenza, sempre più succubi di emozioni e meno capaci di esprimere sentimenti veri. Sono paradossi che ci chiedono, anzi ci impongono, di trovare le modalità più adeguate a utilizzare le straordinarie e inarrestabili tecnologie a favore del nostro bene – personale e sociale. In diversi incontri dedicati all'educazione, ma anche in tanti altri ambiti del Meeting – come il Villaggio Ragazzi – saranno al centro i giovani, desiderosi di una vita piena di fronte a un futuro difficile e incerto, spesso percepito come minaccioso. Com'è possibile sostenerli nella maturazione della loro libertà e della loro responsabilità, accompagnarli nello sviluppo dei loro talenti e della loro creatività? Quali sono le strade che gli permetteranno di essere e di diventare sempre più costruttori con "mattoni nuovi"? Proprio lo sguardo sui giovani ci richiama e rende evidente che non si può vivere e tantomeno costruire senza che l'ideale che seguiamo sia plasmato da una "speranza che non delude".
Questa urgenza, che segna il legame profondo di questo Meeting con il Giubileo dedicato proprio alla Speranza, troverà certamente eco nei padiglioni della Fiera di Rimini, l'eco delle recenti parole pronunciate da papa Leone XIV durante il Giubileo dei Movimenti e delle nuove comunità: «Andate a portare a tutti la speranza del Signore». La forza di questa speranza si renderà presente in modo particolare nei momenti dedicati alle Confessioni di sant'Agostino, a san Francesco, ai martiri dell'Algeria, a Carlo Acutis e Pier Giorgio Frassati che saranno canonizzati il 7 settembre. La fede che hanno professato in modo esemplare e che tutti i cristiani professano quando recitano il Credo è stata formulata 1700 anni fa al Concilio di Nicea per affermare dopo tante controversie il fatto che Cristo è stato vero uomo e vero Dio, aprendo così la vita a un affidamento totale e incondizionato alla sua persona. Attraverso la mostra "Luce da luce" e un incontro ecumenico il Meeting darà voce alla gratitudine per questo evento che ha dato, con i suoi approfondimenti e chiarimenti, una svolta decisiva alla storia del cristianesimo.
Che il Meeting stesso sia frutto di questa storia lo renderanno evidente anche in questa edizione gli oltre 3.000 volontari. Con gratuità hanno accolto l'invito a costruire questo luogo di condivisione, di dialogo e di conoscenza con i "mattoni" del loro entusiasmo, del loro tempo, della loro cordialità e dei loro diversi talenti. Sono mattoni nuovi perché sempre rinnovati dal significato che li costituisce. Così come sono sempre nuovi i mattoni dei tanti partecipanti al Meeting, della loro storia, del loro impegno, del loro interesse, del loro ideale. Come recita l'invito alla fine del brano da cui è stato tratto il titolo: «Ognuno al suo lavoro».
Prof.Leonardo Di Nunno
Proprio guardando i luoghi deserti del nostro tempo non è difficile comprendere l'urgenza e il compito di "costruire": costruire relazioni autentiche che superino la sempre più diffusa solitudine esistenziale, luoghi di riconciliazione che non si arrendano alla conflittualità e all'inimicizia, parole vere e affidabili contro falsificazioni e strumentalizzazioni, percorsi di pensiero oltre i soliti slogan riduttivi e le terribili semplificazioni, progetti economici innovativi e sostenibili contro la disuguaglianza e lo sfruttamento dell'uomo e della natura, spazi di dialogo oltre le polarizzazioni politiche e le denigrazioni sociali. Di fronte a queste sfide, l'intento del Meeting 2025 è di proporre e lasciar incontrare esperienze che hanno portato e continuano a portare una diversità e novità di vita e che hanno arricchito e iniziato a cambiare un pezzo di mondo. Ce ne parleranno genitori, insegnanti, medici, scienziati, artisti e protagonisti di tanti settori del mondo del lavoro. Ce lo renderanno presente in diverse mostre e convegni testimoni che vivono nei deserti di atroci distruzioni – dalla Palestina all'Ucraina e in tante altre zone di guerra – affermando la propria dignità, la propria libertà, il proprio desiderio di pace senza diventare schiavi dell'odio o delle violente intimidazioni. Come ci illustrerà una mostra sul Romanico, i tanti tentativi di costruire un mondo più umano possono trovare proprio quel periodo un paragone significativo e incoraggiante. L'armonia e la solidità delle chiese insieme a una concezione del lavoro riscoperta nel suo senso più ideale rispecchiavano e rafforzavano la crescita, nella pazienza del tempo, di una civiltà nuova dopo un'epoca di barbarie e distruzione.
Anche il rischio dei deserti digitali sarà uno dei temi affrontati al Meeting: il rischio dell'essere iperconnessi e, al contempo, sempre più soli, di essere sempre più assediati da notifiche e, tuttavia, sempre meno in grado di approfondire la nostra conoscenza, sempre più succubi di emozioni e meno capaci di esprimere sentimenti veri. Sono paradossi che ci chiedono, anzi ci impongono, di trovare le modalità più adeguate a utilizzare le straordinarie e inarrestabili tecnologie a favore del nostro bene – personale e sociale. In diversi incontri dedicati all'educazione, ma anche in tanti altri ambiti del Meeting – come il Villaggio Ragazzi – saranno al centro i giovani, desiderosi di una vita piena di fronte a un futuro difficile e incerto, spesso percepito come minaccioso. Com'è possibile sostenerli nella maturazione della loro libertà e della loro responsabilità, accompagnarli nello sviluppo dei loro talenti e della loro creatività? Quali sono le strade che gli permetteranno di essere e di diventare sempre più costruttori con "mattoni nuovi"? Proprio lo sguardo sui giovani ci richiama e rende evidente che non si può vivere e tantomeno costruire senza che l'ideale che seguiamo sia plasmato da una "speranza che non delude".
Questa urgenza, che segna il legame profondo di questo Meeting con il Giubileo dedicato proprio alla Speranza, troverà certamente eco nei padiglioni della Fiera di Rimini, l'eco delle recenti parole pronunciate da papa Leone XIV durante il Giubileo dei Movimenti e delle nuove comunità: «Andate a portare a tutti la speranza del Signore». La forza di questa speranza si renderà presente in modo particolare nei momenti dedicati alle Confessioni di sant'Agostino, a san Francesco, ai martiri dell'Algeria, a Carlo Acutis e Pier Giorgio Frassati che saranno canonizzati il 7 settembre. La fede che hanno professato in modo esemplare e che tutti i cristiani professano quando recitano il Credo è stata formulata 1700 anni fa al Concilio di Nicea per affermare dopo tante controversie il fatto che Cristo è stato vero uomo e vero Dio, aprendo così la vita a un affidamento totale e incondizionato alla sua persona. Attraverso la mostra "Luce da luce" e un incontro ecumenico il Meeting darà voce alla gratitudine per questo evento che ha dato, con i suoi approfondimenti e chiarimenti, una svolta decisiva alla storia del cristianesimo.
Che il Meeting stesso sia frutto di questa storia lo renderanno evidente anche in questa edizione gli oltre 3.000 volontari. Con gratuità hanno accolto l'invito a costruire questo luogo di condivisione, di dialogo e di conoscenza con i "mattoni" del loro entusiasmo, del loro tempo, della loro cordialità e dei loro diversi talenti. Sono mattoni nuovi perché sempre rinnovati dal significato che li costituisce. Così come sono sempre nuovi i mattoni dei tanti partecipanti al Meeting, della loro storia, del loro impegno, del loro interesse, del loro ideale. Come recita l'invito alla fine del brano da cui è stato tratto il titolo: «Ognuno al suo lavoro».
Prof.Leonardo Di Nunno